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Con litotrissia o litotripsia (in passato anche litotrizia e litoclasia) si definisce la procedura e tecnica che mira alla frantumazione e riduzione dei calcoli così da agevolarne l’eliminazione.
Può essere praticata per via intracorporea, invasiva o minimamente invasiva, o extracorporea. L'apparecchiatura per frantumare i calcoli viene comunemente chiamato litotritore, come lo strumento chirurgico introdotto da Jean Civiale nel 1832.
Litotrissia intracorporea
Viene praticata oggi come chirurgia endoscopica, introducendo strumenti di visione e per la frantumazione dei calcoli attraverso le vie urinarie o piccoli fori (endoscopia percutanea). La litotrissia intracorporea comporta che lo strumento per frantumare la concrezione venga portato a contatto o molto vicino al calcolo da ridurre. Questa tecnica riduce il rischio che si arrechino danni ai tessuti circostanti[1][2].
Le tecnologie utilizzate per la frantumazione dei calcoli nella litotrissia intracorporea sono:
laser, con una fibra ottica che porta un fascio laser ad alta densità di energia fino alla superficie del calcolo producendone la vaporizzazione o resezione.
ultrasonica, con un trasduttore piezoelettrico che trasferisce una vibrazione ultrasonica sulla superficie del calcolo ed a particolari condizioni può prodursi la cavitazione,
pneumatico-balistica, con un proiettile che viene spinto dall'aria compressa all'interno di un tubo trasferendo una forte energia, onda d'urto, con l'impatto finale.
elettroidraulica, con due elettrodi portati dall'endoscopio a contatto del calcolo. Allo scoccare della scintilla si genera vapore ed a particolari condizioni può prodursi elettroerosione.
Sfrutta tipicamente un'onda sonora ad alta pressione (onda d'urto) generata fuori dal corpo e focalizzata nell'area dove si trova il calcolo da frantumare.
L'apparecchiatura viene chiamata litotritore a onda d'urto extracorporea, in sigla dall'inglese ESWL[1][3][4].
Le tecnologie utilizzate per generare l'onda d'urto nella litotrissia extracorporea sono:
elettroidraulica, con due elettrodi, che generano scintille in acqua producendo la rapidissima formazione ed espansione di bolle di vapore.
elettromagnetica, con onde d'urto prodotte sfruttando il fenomeno della magnetostrizione oppure delle correnti parassite.
piezoelettrica, con sistemi multipli di trasduttori piezoelettrici posizionati e modulati in modo da concentrare la pressione acustica nell'area del calcolo.
Sono state sperimentate e brevettate anche sorgenti che sfruttano microdetonazioni e scintille in mezzi elettroconduttivi[5][6].