Monteleone di Spoleto
Monteleone di Spoleto è un comune italiano di 558 abitanti[1] della provincia di Perugia in Umbria. È il comune più alto della regione.[senza fonte] Geografia fisica e geologiaI monti dei dintorni sono costituiti da rocce calcaree sedimentarie di origine marina, giurassiche e cretacee, appartenenti alla successione umbro - marchigiana. Affiorano diffusamente nei tagli stradali e nelle cave per l'utilizzazione della pietra. Di particolare interesse è un fossile di ammonite trovato e chiamato Rarenodia per la prima volta, proveniente dal Monte dell'Eremita, che si trova a Nord-Ovest dell'insediamento comunale e ad Est di quello di M. S. Vito. È venuto fuori dalle rocce marnose della unità litostratigrafica (o formazione) conosciuta dai geologi come "Rosso Ammonitico", Toarciano (Giurassico inferiore). È stato presentato e descritto per la prima volta nel 1975 in un articolo paleontologico pubblicato nel Bollettino della Società Paleontologica Italiana di Modena.[4] Ha importanza perché è un reperto implicato per quel che riguarda l'origine di un gruppo di ammoniti (famiglia Hammatoceratidae) molto diffuso in ambito mondiale e utilizzato per la datazione delle rocce. Il fossile sopra figurato (olotipo di specie e generotipo) è conservato in un'aula didattica dell'attuale Dipartimento di Fisica e Geologia dell'Università di Perugia; secondo le regole internazionali di tutela per i fossili importanti scientificamente. È collocato in vetrina chiusa che ne permette la visione. StoriaIl territorio di Monteleone di Spoleto è stato abitato sin dall'antichità: nelle vicinanze sono state scoperte necropoli protovillanoviane ed etrusche. Tra le vestigia etrusche, nel 1901 fu rinvenuto un carro da parata (il Carro etrusco di Monteleone) nella zona del Colle del Capitano. Secondo il Furtwängler la biga risalirebbe alla metà del VI secolo a.C. Costruita in legno e ricoperta da lamine bronzee lavorate con la tecnica a sbalzo, raffigura presumibilmente scene della vita dell'eroe greco Achille. La biga è custodita presso il Metropolitan di New York, che la acquistò da un trafficante di antichità, riuscito a trafugarla e a portarla oltreconfine.[senza fonte] Il reperto è al centro di aspre battaglie fra il museo newyorchese e l'amministrazione comunale di Monteleone, che ne chiede da tempo la restituzione. La zona di Monteleone fu poi abitata da popolazioni romane, che edificarono l'odierna frazione Trivio. La vera e propria fondazione del primo nucleo del castello di Monteleone avvenne dopo il crollo dell'Impero romano, con la calata dei barbari da nord. Nell'880 il nobile Attone edificò il castello di Brufa. Distrutto intorno al 1100, il castello fu subito riedificato e donato a Spoleto (donde il nome del paese) dal signore locale. Nel 1228 la fortezza subì una nuova distruzione da parte dei saraceni. Tuttavia, data la posizione strategica, il castello fu nuovamente ricostruito dalla nobile famiglia dei Tiberti (1265). La zona fu fortemente colpita dal terremoto del 1298, che rase al suolo il vicino castello di Vetranola. Seguirono anni di guerre, finché nel 1535 i monteleonesi insorsero contro Spoleto per rendersene finalmente indipendenti. Immediatamente stilarono lo statuto della Republica Montis Leonis, dandosi un assetto istituzionale oltremodo moderno per l'epoca:[senza fonte] allontanato il podestà, i monteleonesi elessero al suo posto un cittadino del castello. Spoleto tentò la riconquista con varie campagne militari, ma non riuscì nel suo intento per la fiera resistenza dei monteleonesi e perché essi si rivolsero al papa in cerca della sua protezione. La resistenza e la posizione strategica di Monteleone indussero Pio IV a sottrarla del tutto alla dipendenza da Spoleto, facendone un possedimento papale e ponendola, nel 1559, sotto la delegazione di Perugia. Libera dalla soggezione agli spoletini, Monteleone conobbe un periodo di enorme sviluppo economico e demografico tra il Cinquecento e la fine del Seicento. Tale periodo di splendore venne interrotto dalla catastrofe del terremoto del 1703. L'evento provocò enormi danni e mieté numerose vittime. Produsse inoltre la deviazione delle acque del fiume Corno,[5] che contribuì all'impoverimento della zona innescando importanti flussi migratori verso Roma. Nell'Ottocento anche la zona di Monteleone venne investita dall'esercito francese rivoluzionario, che annetté l'Umbria prima alla Repubblica Romana, poi direttamente all'Impero. Monteleone, con l'intera regione, fu definitivamente annessa al Regno d'Italia con plebiscito il 4 novembre 1860. Da questo momento in poi seguì lo sviluppo della storia dell'Italia unita. Negli ultimi decenni il comune non è riuscito a ricostruirsi una vera e propria economia, salvo per la pastorizia e il commercio di legname e carbone che, unitamente al turismo estivo, sono fonte di relativo benessere. Monumenti e luoghi d'interesseAll'interno delle tre cinte murarie che hanno protetto Monteleone e i suoi abitanti nel corso dei secoli sono ospitate numerose chiese. Gran parte delle stesse mura castellane è ancora ammirabile. Fra gli edifici religiosi si ricordano:
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[6] Un'importante quota di monteleonesi, emigrati tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, e di loro discendenti, forma grosse comunità negli Stati Uniti (in particolare nella città di Trenton, nel New Jersey) e a Roma[7]. Tradizioni e folcloreIl 9 dicembre c'è la Festa della Venuta con l'accensione del Focone della Venuta. Si tratta di un falò, che spesso arde anche due giorni, preparato dall'intera popolazione monteleonese fra canti sacri che celebrano la venuta della Madonna[8]. Amministrazione
Note
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