Paradiso - Canto ventiquattresimoIl canto ventiquattresimo del Paradiso di Dante Alighieri si svolge nel cielo delle Stelle fisse, ove risiedono gli spiriti trionfanti; siamo nel pomeriggio del 14 aprile 1300, o secondo altri commentatori del 31 marzo 1300. Questo canto, assieme ai due seguenti (XXV e XXVI), costituisce una specie di "esame" di Dante sulle tre virtù teologali: dopo una preghiera iniziale di Beatrice, rispettivamente interrogano Dante san Pietro sulla Fede, san Giacomo Maggiore sulla Speranza, san Giovanni sulla Carità. Incipit«Canto XXIV, dove si tratta de la nona e ultima parte di questa ultima cantica; ne la quale san Pietro Appostolo a priego di Beatrice essamina l’auttore sopra la fede cattolica.» Temi e contenutiPreghiera di Beatrice e risposta di san Pietro - versi 1-45Beatrice prega i beati, come commensali al banchetto di Gesù Cristo, di soddisfare l'immensa brama di nutrimento di Dante, che per grazia divina sta pregustando, ancora in vita, qualche briciola della loro mensa. In segno di assenso gioioso le anime danzano in forma di ghirlande, con diversa velocità come le ruote di un orologio, secondo il grado della loro beatitudine. Dalla corona più veloce esce il fuoco più splendente, che cantando accoglie la preghiera di Beatrice. La donna, a sua volta, si rivolge all'anima con una perifrasi dalla quale si riconosce chiaramente San Pietro, e l'invita a interrogare Dante su vari punti relativi a quella fede in nome della quale l'apostolo camminò sulle acque. Naturalmente a San Pietro le virtù teologali di Dante sono già note, ma è opportuno che Dante possa parlare della vera fede per esaltarla. Dante esaminato sulla fede - vv. 46-147Dante si trova nella condizione dello studente universitario (baccelliere) che attende in silenzio, raccogliendo i suoi pensieri, finché il maestro formula il tema da discutere. Risuona quindi la domanda: "Che cosa è la fede?"
Incoraggiato dallo sguardo di Beatrice, Dante dà inizio alla risposta. Approvazione di san Pietro - vv. 148-154Pietro, lieto del modo in cui Dante ha superato l'esame sulla fede, lo abbraccia girando intorno a lui tre volte e benedicendolo col canto. AnalisiNell'apertura del canto ritroviamo i caratteri distintivi dell'ambiente di Paradiso, la luce e l'armonia, collegati a due paragoni (v.12 e vv.13-18). Il secondo, di grande evidenza tecnico-scientifica, rappresenta il movimento delle ruote di un orologio, ed è sottolineato dall'unica rima in tmesi presente nel poema: "differente/mente" (v.16).
Preceduto da una dichiarazione del poeta di esser costretto a "saltare" (v.25) rispetto allo splendore di Beatrice, il dialogo tra la donna e Pietro è di registro espressivo alto e solenne, punteggiato di latinismi e giri sintattici ricercati. Beatrice non solo invita Pietro a interrogare Dante sulla fede, ma indica già le linee di sviluppo di tale esame. Mentre ella parla, Dante in silenzio raccoglie le idee per prepararsi alla risposta, e paragona se stesso al baccelliere pronto per la "quaestio", nella prima delle due fasi che essa comporta, ovvero il fornire prove al tema proposto dal maestro. Si giunge così al colloquio tra Pietro e Dante, organizzato esattamente come un esame universitario e sviluppato con il linguaggio della teologia scolastica. Il canto XXIV, in conclusione, si presenta come un'ampia, sicura ed esauriente dichiarazione del credo cristiano di Dante, suggellata dall'affettuosa approvazione di Pietro. Il canto termina con l'esclamazione del poeta: "sì nel dir gli piacqui!" (v.154). Note
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