Quinto Giunio Rustico
Quinto Giunio Rustico (in latino Quintus Iunius Rusticus; 100 – 170) è stato un filosofo e politico romano, esponente dello stoicismo e maestro di filosofia dell'imperatore Marco Aurelio. BiografiaProbabilmente nipote di Aruleno Rustico (allievo di Seneca, fatto uccidere da Domiziano), fu uno dei maestri dell'imperatore Marco Aurelio, che lo trattò con il massimo rispetto e onore[1], dichiarando: «Da Rustico ho ricevuto l'impressione che il mio ruolo richiedesse miglioramento e disciplina; e da lui ho imparato a non lasciarmi fuorviare dall'emulazione sofisticata, né a scrivere su argomenti speculativi, né a fornire orazioni poco esortative, né a mostrarmi come un uomo che pratica molta disciplina, o fa atti benevoli per fare una buona figura (...) e io sono in debito con lui per aver conosciuto i discorsi di Epitteto, che mi ha regalato dalla sua stessa biblioteca.» Fu anche console nel 133 e nel 162, e membro del consiglio urbano di Roma; inoltre, dal 163 al 167 fu prefetto dell'Urbe, in tal modo impegnandosi attivamente nell'attività pubblica[2]: in questo ruolo egli dovette presiedere il processo di alcuni cristiani, tra i quali Giustino, che venne condannato a morte[3]. OpereRustico, con Epitteto e Marco Aurelio stesso (tutti e tre stoici), fu uno dei filosofi più celebri del II secolo, ma, a differenza degli altri due, non ci rimane nulla dei suoi scritti. Note
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