Sviluppati originariamente negli anni settanta dalla casa produttrice americana Remo, i rototom si sono diffusi in contesti molto diversi, dal rock progressivo alla musica sperimentale e orchestrale.
Oggi vengono realizzati anche da altre case produttrici.
Caratteristiche
A differenza della maggior parte delle percussioni, i rototom sono strumenti con altezza d'accordatura variabile tale da permettere effetti di glissato.
Questa variazione d'accordatura è ottenuta grazie un meccanismo rotatorio che viene azionato direttamente dal musicista oppure, indirettamente, con uno speciale pedale denominato pitch pedal simile a quellodi timpani da orchestra. Questi ultimi però si differenziano dai rototom in quanto sfruttano un meccanismo a ombrello.
Utilizzo
I rototom, per le loro caratteristiche timbriche e sonore, possono essere usati per eseguire assoli o per accompagnare melodicamente, in modo simile ad altri strumenti a suono determinato.
Vengono in genere usati come kit di estensione della normale batteria, oppure in sezioni di percussioni, anche orchestrali, assieme o come sostituto dei timpani da orchestra.
Nella didattica delle percussioni sono un valido sostituto dei più ingombranti e costosi timpani.
Giancarlo Golzi (Matia Bazar), durante i tour nei periodi 1979-'81 e 1982-'83. In quest'ultimo periodo, ricordato per la svolta synthpop del gruppo, i groove principali dei pezzi erano affidati a drum-machine e sequencer; e il batterista suonava i vari fill batteristici in tempo reale utilizzando un syndrum e, appunto, i rototom.