Salona
Salona[1][2][3][4] (in croato Solin) è una città della regione spalatino-dalmata, in Croazia. StoriaOrigineLa prima menzione del nome di Salona è del VII secolo a.C., come un insediamento illirico vicino alle sorgenti del fiume Jadro. Nel primo millennio i greci istituirono un emporio greco,[5] potenziato dalla colonia di Tragyrion (attuale Traù). Sembra però che il primo insediamento sia dei Traci Manii, in seguito conquistato dai illiri dei Delmatae (IV secolo a.C.).[6] Conquista e dominio romanoNel 118 a.C. il proconsole dell'Illirico, Lucio Cecilio Metello, condusse una campagna militare vittoriosa contro i Delmatae, tanto da meritarsi il trionfo ed il Cognomina ex virtute di Dalmaticus.[7] Appiano aggiunge che: «Sebbene [i Dalmati] fossero stati colpevoli di alcuni reati, poiché [Metello] desiderava un trionfo, fu ricevuto come un amico e svernò fra loro presso la città di Salona. Quando in seguito fece ritorno a Roma, ottenne il trionfo» Il proconsole dell'illirico, un certo Gaio Cosconio, combatté i Delmatae per almeno un paio d'anni (78-76 a.C.). La guerra terminò con la presa di Salona, che divenne una base permanente in mano ai Romani, tanto che dopo venticinque anni qui vi venne inviata una colonia romana.[8] Vent'anni più tardi venivano inviati cittadini romani in questa stessa città. Narona era invece utilizzata come base militari per le spedizioni verso l'entroterra dalmata.[9] Gaio Giulio Cesare avrebbe voluto intraprendere una campagna contro le popolazioni illiriche a sud del "quartier generale" di Aquileia, ma nuove sollevazioni in Gallia lo costrinsero a tornare nel paese dei Celti. Sappiamo, infatti, di un suo soggiorno e di operazioni militari/diplomatiche condotte nei pressi di Salona attorno al 3 marzo del 56 a.C.[10] Nel 49 a.C., allo scoppio della guerra civile, il pompeiano Marco Ottavio, dopo aver ottenuto un successo contro i cesariani Gaio Antonio, fratello di Marco Antonio e Publio Cornelio Dolabella nel golfo del Quarnaro,[11] iniziò ad attaccare i porti delle città rimase fedeli a Cesare. Mosse quindi contro la città di Salona, che resistette validamente, anche grazie al supporto degli schiavi, che furono liberati, e delle donne, che combatterono al pari degli uomini. Questo insuccesso costrinse però Ottavio a ripiegare con la flotta su Dyrrachium, peraltro dopo aver fallito di impossessarsi di altri insediamenti lungo la costa.[12] Sappiamo da Cesare che Salona fu eletta conventus iuridicus almeno da questo periodo.[13] Nel 48-47 a.C., dopo la vittoria di Cesare su Pompeo a Farsalo (9 agosto del 48 a.C.), i Pompeiani, guidati da Marco Ottavio, utilizzarono l'Illirico per riprendere a compiere nuove azioni militari contro i Cesariani.[14] Fu così che, per contrastare l'avanzata dei Pompeiani e contemporaneamente quella dei Delmatae, Cesare inviò contro di loro, un ex-partigiano di Pompeo, Aulo Gabinio, a capo di quindici coorti e tremila cavalieri, il quale si incamminò via terra girando intorno all'Adriatico, cosa mai accaduta prima d'allora.[15] Gabinio, dopo essere penetrato nel territorio dei Delmatae, lungo il fiume Cigola (Čikola) nei pressi di Synodion,[16] subiva una dura sconfitta, perdendo cinque delle sue coorti e i rispettivi vexilla. Non demordeva però continuando la sua avanzata fino a raggiungere Salona nell'inverno del 48-47 a.C..[17] La campagna militare continuò all'inizio dell'anno successivo (47 a.C.), soffrendo di numerose altre perdite da parte romana, tra cui 4 tribuni, 38 centurioni e 2.000 legionari.[18] Sotto l'Impero romano, fu la capitale della regione della Dalmazia: qui nacque l'imperatore romano Diocleziano (regno 284-305) che, nel 305, quando si ritirò a vita privata, si trasferì in un palazzo a pochi chilometri a sud di Salona, ad Aspalathos (Spalato). Salona fu poi la sede dei magistri militum per l'Illyricum, Marcellino e Giulio Nepote; quest'ultimo vi ritornò dopo essere stato deposto dal soglio imperiale romano nel 476 e qui morì nel 480, forse per opera del vescovo di Salona, quel Glicerio, che era stato imperatore prima di Nepote ed era stato obbligato a prendere i voti. Slavi e AvariNel 600 gli Slavi vi giunsero senza entrarvi. Intorno al 614 Salona fu distrutta da un attacco degli Avari: i superstiti si trasferirono a Spalatum, il villaggio fortificato che era sorto attorno al palazzo di Diocleziano e che divenne poi la città di Spalato. LocalitàLa città di Salona, oggi Solin, è suddivisa nelle otto frazioni (naselja)[19] elencate di seguito. Tra parentesi il nome in lingua italiana, generalmente desueto.
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