La terapia con anticorpi monoclonali prevede l'utilizzo di anticorpi monoclonali che si legano specificamente alle cellule bersaglio; questo può quindi stimolare il sistema immunitario del paziente ad aggredire le cellule stesse.
È possibile creare un frammento mAb specifico per quasi tutti gli antigeni di superficie extracellulare delle cellule bersaglio.
Questa branca della farmacologia è oggetto di ingenti investimenti e ricerche cliniche al fine di ottenere anticorpi attivi contro malattie gravi, quali l'artrite reumatoide, la sclerosi multipla e diverse forme di tumore.
Si conoscono alcuni modi diversi per produrre gli anticorpi utilizzabili per la terapia, tra questi l'uso di anticorpi monoclonali per attaccare e distruggere le cellule tumorali bloccando specifici recettori e prevenendo quindi la crescita tumorale da essa dipendente.
All'interno di questo gruppo di farmaci esistono altre sotto differenziazioni terapeutiche come la radioimmunoterapia, dove si sfrutta una dose radioattiva localizzata sulla linea cellulare bersaglio dell'anticorpo, in modo da mirare sul bersaglio cellulare la radioattività necessaria per l'uccisione della cellula.[1]
Storia
Nel corso degli anni Settanta era noto come il mieloma (un tumore dovuto alla proliferazione patologica delle cellule B) portasse alla produzione di grandi quantità di anticorpi identici tra loro.
Successivamente nel 1988, Greg Winter ha messo a punto le prime tecniche per umanizzare gli anticorpi monoclonali, aprendo così la strada al loro uso in medicina.[5]
Cronologia
1975: Primo sviluppo della tecnica per ottenere anticorpi monoclonali ("Kohler e Milstein", su Nature),[6]
1980 primo trattamento di un paziente con linfoma trattato con anticorpi monoclonali[7]
1984: Primo anticorpo monoclonale chimerico topo/uomo il Muromomab,[8]
1986: mAb il primo farmaco immesso sul mercato: Muromomab (anti-CD3),
1989: Primo Ab anticorpo monoclonale umanizzato,[8]
gennaio 2023: L'FDA approva l'EBC-129, la prima combinazione di un farmaco anticancro e di un anticorpo monoclonale specializzato nel riconoscimento selettivo delle cellule tumorali, sperimentato a Sinagapore.[9][10]
Tipi di anticorpi monoclonali
Vi sono due tipi di anticorpi monoclonali utilizzati nei trattamenti contro il tumore:
Anticorpi monoclonali nudi senza alcun farmaco o materiale radioattivo ad essi chimicamente legato.
Anticorpi monoclonali coniugati quando sono uniti a un farmaco chemioterapico o un isotopo radioattivo o una tossina citotossica.
Applicazioni cliniche
Di seguito una tabella riassuntiva delle principali applicazioni farmacologiche degli anticorpi monoclonali.
Sin dal 2000, il mercato dei farmaci della classe degli anticorpi monoclonali è cresciuto in modo esponenziale. I più diffusi anticorpi monoclonali ad uso terapeutico sono:
Rituximab (oncologia, malattie autoimmuni e infiammatorie)
Essi rappresentavano l'80% dei ricavi nel 2006.
Nel 2007, otto dei 20 maggiori prodotti biotecnologici venduti nel mercato farmaceutico degli Stati Uniti, sono gli anticorpi monoclonali.[12]
Questa rapida crescita della domanda di produzione degli anticorpi monoclonali è stato molto bene accolta dai processi di industrializzazione della produzione di mAb.[13]
Farmacoeconomia
Di recente è stata effettuata una ricerca di tipo farmacoeconomico della letteratura esistente che confronta le terapie classiche con chemioterapici e le nuove terapia con gli anticorpi monoclonali nel tumore della mammella femminile.[14] I risultati portano a differenti conclusioni; infatti, le analisi economiche fatte sull'utilizzo della chemioterapia convenzionale comportano più favorevoli rapporti di costo/efficacia, con valori inferiori al valore soglia internazionalmente accettato.
Differentemente gli studi condotti sugli anticorpi monoclonali: bevacizumab, lapatinib e trastuzumab hanno, invece mostrato risultati contrastanti; in alcuni studi gli anticorpi monoclonali sono risultati migliori come costo/efficace, in altri casi al contrario no ed in uno studio sono risultati pari come costo/efficacia.
Tra gli anticorpi monoclonali il trastuzumab è l'unico che ha dimostrato di avere un buon rapporto costo/efficacia.[14]
Inoltre la ricerca si conclude con la considerazione che l'efficacia sembra essere influenzata dal costo della terapia e dalle modalità di erogazione della stessa.
^ G. Köhler, C. Milstein, Continuous cultures of fused cells secreting antibody of predefined specificity., in Nature, vol. 256, n. 5517, agosto 1975, pp. 495-7, PMID1172191.
^ G. Köhler, C. Milstein; . Köhler G; . Milstein C, Continuous cultures of fused cells secreting antibody of predefined specificity. 1975., in J Immunol, vol. 174, n. 5, marzo 2005, pp. 2453-5, PMID15728446.