Vic-sur-Aisne
Vic-sur-Aisne è un comune francese di 1 770 abitanti situato nel dipartimento dell'Aisne della regione dell'Alta Francia. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti StoriaAntichitàSolo due vestigia testimoniano l'esistenza di Vic-sur-Aisne all'epoca romana[2]:
IMP.CAES. Sotto l'Imperatore Cesare, Una terza vestigia era ancora visibile parzialmente, unicamente durante i giorni più secchi dell'anno, fino alla costruzione della chiusa e dello sbarramento attiguo: i resti di piloni di un ponte che scavalca l'l'Aisne a livello del suddetto sbarramento. Questi tre elementi confermano il tracciato antico di una via romana importante che collegava Durocortorum (Reims) a Rotomagus (Rouen) da una parte, e Samarobriva (Amiens) dall'altra parte, passando per i luoghi di Augusta Suessionum e di Vicus. MedioevoDopo la caduta di Siagrio di fronte a Clodoveo (486), e con lui dell'ultimo territorio ancora ufficialmente Romano in Occidente, la borgata non fece più parlare di sé per circa tre secoli. Periodo rinascimentaleFrancesco I, poi Enrico II, approfittando dei loro frequenti soggiorni al castello di Villers-Cotterêts, fecero qualche deviazione per la castellania di Vic-sur-Aisne. Quest'epoca è sinonimo di prosperità. L'alleanza delle estese aree cerealicole intorno, del fiume, del borgo e del porto fecero di Vic il solaio di grano della regione. Soissons e Compiègne, Villers e Noyon si disputavano le riserve dei magazzini di Vic. Gli stessi monaci poterono permettersi il lusso di stabilire il prezzo del grano. I traghetti di Vic e di Fontenoy (dipendenti dalla castellania di Vic) erano i soli punti di passaggio sull' l'Aisne tra Soissons e Choisy, il che permetteva al territorio di ricevere dei diritti di pedaggio[4].
La prima guerra di religione (aprile 1562 - marzo 1563) non afflissero la regione, nonostante la prossimità immediata di Noyon e di Calvino, nativo di questa città. Il 27 settembre 1567, le voci estive di une attacco imminente degli Ugonotti si rivelarono fondate. Soissons rese le armi in giornata, Vic cadde qualche giorno dopo. La linea del fronte si stabilì tra Vic e Attichy. Il castello passò poi a turno di ruolo sotto il controllo della Lega, poi sotto quello degli ugonotti. I combattimenti cessarono nel 1597. Le truppe reali occuparono la piazza. Toccò a un protestante, Jean Hotman, assumersi la missione di raccogliere i fondi e coordinare i lavori di ricostruzione del castello di Vic-sur-Aisne, saccheggiato durante anni di guerre. I lavori ebbero inizio nel 1599, e diedero lavoro a tutti gli artigiani della regione. Le carpenterie furono concepite a Compiègne, le ardesie delle coperture a Soissons, le parti in ferro battuto furono opera di artigiani di Cœuvres, vetrerie e opere in legno dai villaggi sparsi delle foreste di Retz, Compiègne e Laigue; fino al gesso, che fu trasportato dai sobborghi parigini. Quanto alle cave di pietre angolari della valle dell'Aisne, esse furono evidentemente utilizzate. Rivoluzione e ImperoDurante la rivoluzione, l'insieme dei beni dell'abbazia di San Medardo fu messa in vendita a profitto della nazione. Riguardo al castello di Vic, maître Bricongne, notaio a Soissons, formulò l'offerta per un valore di 44 000 lire[8] per conto di Jean-Baptiste Paul Antoine Clouet. Suo figlio Anne Louis, generale e barone dell'Impero, ufficiale della Legion d'onore per decreto imperiale, si legò d'amicizia con Antoine de Reiset, membro della nobiltà alsaziana. De Reiset sposò Amélie Clouet, e prese possesso del castello di Vic nel 1805. Anne Louis Clouet fu sindaco di Vic per dieci anni, prima di ritirarsi a Parigi, ove morì il 18 maggio 1816. Restaurazione e Secondo ImperoLe ritorno dei Borboni al potere vide egualmente il ritorno d'un ponte gettato sull'l'Aisne, il primo dall'antichità. Carlo X approvò con patente regale la concessione di diritti di passaggio al signor Bayard de la Vingtrie sul ponte ch'egli si proponeva di costruire, il 6 dicembre 1829.
Sono esentati dal pedaggio[9] i rappresentanti dell'autorità, i militari, gli ingegneri e i costruttori dei Ponts et Chaussées, i funzionari di navigazione, gli agenti delle tasse. Prima guerra mondialeIl castello di Vic, situato sulla linea del front, fu dichiarato « ambulanza » dal mese d'agosto 1914. Esso accolse i feriti dei differenti campi impegnati nel conflitto. Da settembre, le truppe tedesche presero possesso di un borgo. Le barone de Bunha, colonnello di un reggimento di Ussari, requisì il castello. L'occupazione non durò che qualche settimana prima del ritorno delle truppe alleate. Gli stati maggiori alleati si successero durante quattro anni: i generali Saës, Guillemin, Mac-Mahon, Lucette, Ségonne, Trouchaud, Beyraud-Reynaud, Hollandin, Franchet-d'Esperey… Nel maggio 1918, la città fu evacuata e subì i bombardamenti delle truppe nemiche. Più del 75 % delle abitazioni e opere di servizio furono distrutti, fra cui il ponte e il municipio. Nello stesso mese, le forze alleate, Francesi, Belghe e Britanniche in testa, se raggrupparono su Vic. Fu in questo momento che iniziarono i saccheggi del castello. L'insieme delle cantine contenenti champagne, cognac, vini borgogna e bordeaux, come console, guéridon[10] e statuette in marmo, porcellane di Cine, delle Indie e del Giappone, opere e manoscritti russi, furono vuotate dei loro tesori. Gran parte del mobilio fu trasferito nel palazzo imperiale di Compiègne nel periodo tra le due guerre. In totale, l'occupazione del castello da parte delle truppe alleate causò più danni dei bombardamenti nemici. 265 000 franchi oltre ai danni per i primi, contro 70 000 franchi per i secondi[11]. Una necropoli militare fu creata alla fine del conflitto, ai margini della strada che porta a Carlepont. I rifugi erano piuttosto rozzi. Seconda guerra mondialeIl ponte ricostruito da meno di 20 anni fu nuovamente distrutto nel 1940, nel corso della campagna di Francia. La regione di Vic fu una delle prime a veder apparire un movimento di resistenza, concentrato tra Soissons e Compiègne.
I resistenti di Vic, Montigny, Courtieux, Bitry e Saint-Pierre si raggrupparono in una medesima organizzazione di resistenza e parteciparono attivamente a facilitare la liberazione della regione da parte delle truppe canadesi francofone nel settembre 1944. Al termine della guerra, i lavori di ricostruzione iniziarono a pieno ritmo. Vic riprese il suo statuto di capoluogo di cantone. Videro la luce a quell'epoca la Posta, la Coop (spezieria), due panetterie, una macelleria, due cokerie, un negozio di chincaglieria, quattro bar-tabaccheria, due parrucchieri, tre banche, una libreria. Note
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