Alla fine della carriera fondò una casa discografica di musica urban e pubblicò un'autobiografia dal titolo Deze neger buigt voor niemand ("Questo negro non si piega davanti a nessuno"), nella quale accusò il mondo del calcio di essere ipocrita e razzista. Successivamente prese parte a un progetto per promuovere il calcio giovanile in Suriname e nel 2007, dopo un'esperienza in Olanda con il settore giovanile del VVV-Venlo, cercò di ottenere il patentino di allenatore ma non riuscì a superare il corso[3]. Dopo il ritiro ammise «da giovane ero un delinquente, se non ci fosse stato il calcio avrei fatto una brutta fine. I miei modi di fare erano quelli di un troglodita»[2][4]. Nel 2011 la sua casa fu pignorata per debiti[5]. Ha tre nipoti, Danilho Doekhi, Melayro Bogarde e Lamare Bogarde, anch'essi calciatori.[6]
Caratteristiche tecniche
Giocatore
Mancino[7], nato calcisticamente come ala[8], poi divenuto terzino sinistro,[9][10][11] poteva giocare anche da difensore centrale[11][12]. Calciatore dall'atteggiamento controverso e indisciplinato, al suo arrivo al Milan Arrigo Sacchi lo descrisse come «un grande giocatore»[13] e Adriano Galliani fece eco descrivendolo come «eclettico»[14], ma dopo poche prestazioni, la stampa italiana lo definì «inquietante»[15]: Bogarde aveva un fisico possente, ma dimostrò uno stile di gioco troppo duro e macchinosamente lento[2][3][4][11][12][16].
Era uno stopper[17] con una visione tattica scadente: in una memorabile partita contro l'Udinese[2][17], a pochi minuti dal termine e sul punteggio di parità, il portiere Massimo Taibi passò la sfera a Bogarde che, nonostante non fosse pressato dagli avversari[17], azzardò un retropassaggio verso lo stesso Taibi; l'attaccante Oliver Bierhoff approfittò della situazione, si impossessò della sfera indisturbato e segnò la rete che consentì ai friulani di vincere l'incontro. Quando i giornalisti chiesero a Bogarde un'opinione sull'azione che decise la sfida, egli rispose con dei gestacci[18], reazione che fu definita «squallida» dalla stampa[19].
Carriera
Giocatore
Club
Bogarde iniziò la sua carriera nel SVV, nella stagione 1988-1989. Vi giocò per due stagioni, disputando 11 partite e segnando un gol. Passò all'Excelsior Rotterdam nel 1990 e segnò una sola rete in 10 partite. Nella stagione 1991-1992 si trasferì a un'altra squadra di Rotterdam, lo Sparta.
Il 14 febbraio 1997 Bogarde fu acquistato dal Milan a parametro zero[11][12], in un'operazione che coinvolse anche il connazionale Patrick Kluivert[21]. Bogarde firmò un quadriennale da 1,8 miliardi di lire a stagione[11]. Essendo un terzino sinistro, a causa della concorrenza con Paolo Maldini e Christian Ziege, Fabio Capello lo schierò inizialmente come terzino destro ottenendo risultati pessimi[7]. Il tecnico decise di impiegarlo come difensore centrale, che tuttavia giocò sole 3 partite nella stagione 1997-1998. Dopo il suo ritiro rivelò di non essersi mai ambientato a Milano poiché era «una città fredda e nebbiosa»[2][16].
Nel gennaio 1998, voluto dall'allenatoreLouis van Gaal che lo aveva già allenato ai tempi dell'Ajax, fu ceduto a titolo definitivo al Barcellona in cambio di 7 miliardi di lire[16][22]. Nonostante una prima stagione promettente (19 partite giocate), negli anni seguenti fu utilizzato sempre meno, al punto che finì spesso in tribuna[16].
Nella stagione 2000-2001 lo acquistò il Chelsea di Gianluca Vialli su suggerimento del connazionale Mario Melchiot.[23] Firmò un quadriennale da circa 3 milioni di euro a stagione[16] e, solo alcune settimane dopo la firma del nuovo contratto, il neo-allenatore dei BluesClaudio Ranieri dichiarò di volerlo cedere[24]. Le pressioni di Bogarde furono nella direzione di un rispetto reciproco del contratto[25], ma di fatto non fu quasi mai utilizzato: 11 partite giocate in quattro anni, per uno stipendio pari a 70 000 sterline a settimana. Per convincerlo a essere ceduto, il Chelsea lo retrocesse prima nella squadra riserve poi in quelle giovanili, ma Bogarde onorò comunque il proprio contratto: «Posso essere uno dei peggiori acquisti nella storia della Premiership, non mi interessa»[26].
Quando il magnate russo Roman Abramovič rilevò la quota di Ken Bates e diventò proprietario del Chelsea, si decise di non assegnare a Bogarde nemmeno il numero di maglia.[2][4] Non essendo riuscito a trovare un altro contratto professionistico alla scadenza di quello con i Blues, Bogarde accettò di allenarsi con l'Ajax, ma, dopo circa un anno senza squadra[4], l'8 novembre 2005 annunciò il ritiro dall'attività agonistica. Provò a iniziare la carriera da tecnico, ma fu bocciato all'esame[27]. È considerato uno dei più grandi flop (o bidoni) sia del calcio italiano[2][4][7][12][16][17][27] sia di quello inglese[2][28]. Nel 2005 l'Independent lo definì «il peggior affare del Chelsea nella storia moderna»[2][4].
Malgrado lo scarso utilizzo del calciatore nel Milan, Bogarde fu convocato ugualmente dal CTGuus Hiddink per il campionato del mondo 1998. Nella manifestazione giocò soltanto una partita, quella pareggiata per 2-2 contro il Messico, subentrando ad Arthur Numan durante i novanta minuti. Con la squalifica di Numan, titolare della fascia sinistra della difesa olandese, sembrò che Bogarde potesse essere schierato da titolare nella semifinale contro il Brasile, ma il calciatore si infortunò seriamente in allenamento e fu ricoverato in ospedale[2]. Il suo posto fu preso da Phillip Cocu.
Conta 20 presenze in nazionale.
Allenatore
Il 3 luglio 2015 entra nello staff dell’Ajax come preparatore per la difesa per le selezioni A e B.[29] Il 23 giugno 2017 passa allo Jong Ajax come vice di Michael Reiziger.[30] Il 21 dicembre segue Reiziger in prima squadra, il quale è stato nominato allenatore ad interim.[31][32] Il giorno seguente scende nelle vesti di allenatore dello Jong Ajax nella partita contro il Volendam,[33] ne esce vittorioso per 7-0 ottenendo anche il record di gol in una partita nella loro gestione. Il 28 dicembre con la nomina di Erik ten Hag come allenatore della prima squadra fanno ritorno nella squadra riserva.[34] Tra il 2020 e il 2022 è vice di ten Hag insieme a Reiziger.
^ Alberto Costa, Olanda razzista? No, guerre tra clan, in Corriere della Sera, 16 giugno 1996. URL consultato il 22 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
^(EN) William Johnson, Vialli signs Bogarde, su telegraph.co.uk, 1º settembre 2000. URL consultato il 12 dicembre 2010.
^(EN) Premier League’s biggest transfer flops, su soccerlens.com, 15 ottobre 2007. URL consultato il 21 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2012).
^(EN) No way out for Bogarde, su uefa.com, 8 gennaio 2004. URL consultato il 21 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2005).