Djorkaeff è nato a Lione, da padre francese di origine polacca e calmucca e madre armena, Mary Ohanian.[2][3] È figlio di Jean e fratello di Micha e Denis, tutti ex calciatori.[4] È sposato con Sophile, conosciuta ai tempi del Grenoble; anche il figlio Oan ha intrapreso la carriera da calciatore.[5]
Conclusa l'attività agonistica, ha continuato a vivere a New York,[6] dove ha fondato la Youri Djorkaeff Foundation e gestito un Inter Campus.[7] Nel febbraio 2009 ha inciso un singolo chiamato Vivre dans ta lumière.[8] Nel marzo 2019 viene scelto come ambasciatore per l’Europeo 2020.[9]
Caratteristiche tecniche
Soprannominato Il Serpente,[4][11] era un rifinitore dotato di estro, dribbling e ottima tecnica,[12][13] abile nei movimenti smarcanti[14] e nei calci piazzati.[12][15] Il suo stile di gioco da numero «9,5», metà centrocampista e metà attaccante,[13] rendeva talvolta difficoltosa la sua collocazione tattica.[16][17][18]
Carriera
Club
Gli inizi, Monaco e Paris Saint-Germain
Iniziò la sua carriera calcistica nel Grenoble Foot, con cui disputò sei campionati dal 1984 al 1990 (cinque in seconda serie ed uno in terza) con l'intermezzo di una stagione giocata con lo Strasburgo (1989-1990, in cui segnò 21 gol).
Nel 1990 fu acquistato dal Monaco, con cui disputò quattro stagioni e mezzo. Nel 1994 fu capocannoniere della massima serie con 20 gol, vincendo la Coppa di Francia. Nella stagione 1995-1996 si trasferì al Paris Saint-Germain, con cui vinse la Coppa delle Coppe. Durante la competizione andò in rete per quattro volte, decidendo tra l'altro la partita di ritorno della semifinale contro il Deportivo La Coruña con un gol nei minuti finali e realizzando l'assist per Bruno N'Gotty in finale contro il Rapid Vienna.
Inter
Nell'estate del 1996 passò all'Inter per 7,5 miliardi di lire.[20] Disputò un'ottima stagione,[16][21] producendosi in giocate di alto profilo: su tutte, la rete messa a segno in rovesciata contro la Roma nell'incontro del 5 gennaio 1997, ritenuta tra le più belle nella storia del calcio[10] e che divenne la copertina dell'abbonamento per la stagione seguente.[22][23] I 17 gol realizzati in 49 partite contribuirono al terzo posto in campionato nonché al raggiungimento della finale di Coppa UEFA, persa ai tiri di rigore contro lo Schalke 04: in tale occasione Djorkaeff realizzò il proprio rigore, ma gli errori di Iván Zamorano e Aron Winter sancirono la sconfitta dei nerazzurri.[24]
Nel 1998 l'Inter migliorò i risultati ottenuti l'anno precedente, chiudendo il campionato al secondo posto e vincendo la Coppa UEFA sconfiggendo per 3-0 la Lazio al Parco dei Principi.[25] Tuttavia, le prestazioni di Djorkaeff risultarono meno brillanti,[26][27] anche in virtù di una difficile coesistenza in campo col nuovo acquisto Ronaldo.[17] Gli equivoci tattici si acuirono l'anno seguente, allorché il reparto offensivo dell'Inter venne ulteriormente arricchito dall'arrivo di Roberto Baggio.[18][28][29] Al termine di una stagione negativa, conclusa in ottava posizione, Djorkaeff lasciò il club, disputando l'ultima partita in nerazzurro il 16 maggio 1999 nell'incontro perso a Venezia.
Ultimi anni
Nel 1999 approdò in Germania al Kaiserslautern. Al primo anno con i tedeschi segnò 11 gol in 25 partite, poi nel gennaio del 2001 passò al Bolton, squadra inglese di Premier League. Dopo due anni e mezzo, in cui collezionò 75 partite e 20 gol, nel 2004 Djorkaeff firmò per il Blackburn ma la nuova esperienza durò solo qualche mese.
Nel gennaio del 2005 si trasferì ai MetroStars, trovando la sua prima rete contro i Columbus Crew nel 3-0 finale.[30] Dopo aver militato per due anni nella squadra newyorkese, nel frattempo ridenominatasi N.Y. Red Bulls, concluse l'attività agonistica.
Nazionale
Esordì in nazionale nel 1993, in una gara di qualificazione al campionato del mondo 1994 contro Israele: perdendo per 2-3, la Francia mancò l'accesso alla fase finale. Segnò la prima rete nella successiva presenza, in un'amichevole vinta per 1-0 contro l'Italia.