Questo acero cresce molto rapidamente, per raggiungere a maturità un portamento arbustivo o arboreo, con altezza massima molto variabile, compresa fra 5 e 20 metri. La corteccia negli esemplari giovani è verde oliva, e successivamente vira verso il marrone grigio, con fissurazioni verticali via via più profonde.
Le foglie sono imparipennate a tre o cinque foglioline. L'acero negundo è deciduo, e perde le foglie nel primo autunno.
La pianta è dioica, pertanto ai fini della riproduzione sono necessari esemplari sia maschili sia femminili.
La fioritura avviene tra marzo e aprile, precedendo la comparsa delle foglie. I fiori femminili sono riuniti in amenti (o racemi) penduli, i fiori maschili, piccoli, in corimbi penduli lungamente peduncolati (filamentosi), di colore prevalentemente giallino.
Il frutto è una disamara (samara doppia), ad ali divergenti a V, che matura in primavera, dopo la fioritura.
Varietà
Vi sono varietà con foglie striate di bianco o giallo e varietà senza semi.
È stata introdotta da tempo in Europa continentale; in ambienti naturali può diventare infestante a causa della disseminazione dei frutti alati da parte del vento[5]. In Italia è diffuso soprattutto al Nord e al Centro. Molto comune nella pianura Padana. Resistente alla siccità e alla sommersione, può colonizzare terreni poveri e aridi. In alcune Regioni italiane è vietata la messa a dimora di nuove piante.
Usi
Il legno chiaro, leggero e fragile non trova grande impiego in falegnameria, ma può essere usato per realizzare prodotti a base di fibra di legno. Come per altri aceri, la linfa è zuccherina, ma non abbastanza da farlo appartenere alle specie preferite per la produzione di sciroppo d'acero.
^L. VIEGI, R. VANGELISTI, M.L. D'EUGENIO, A.M. RIZZO, A. BRILLI-CATTARINI CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA FLORA ESOTICA D'ITALIA: LE SPECIE PRESENTI NELLE MARCHE Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, 110 (2003) pagg. 97-162, figg. 2, tabb. 5