La tradizione attribuisce l'origine della diocesi di Emly a sant'Albeo, che avrebbe fondato il monastero di Emly e sarebbe stato il protovescovo della regione. Questa tradizione tuttavia si fonda su una vita del santo, che risale all'incirca a poco prima del XII secolo, e dove la realtà storica si confonde spesso con la leggenda. Non è chiara neppure l'epoca in cui visse questo santo, considerato il patrono della provincia di Munster: secondo alcuni visse prima di san Patrizio, secondo altri ne fu contemporaneo o visse dopo il patrono d'Irlanda. Il legame con san Patrizio fece della sede di Emly la sede metropolitana di Munster.
Gli Annali di Inisfallen elencano una serie di 30 obiit di personaggi presentati o come abati di Emly o come successori di sant'Albeo, da Conaing O'Dathail, morto nel 681, a Malisa O'Harachtain, deceduto nel 1093. Di questi, solo 2 sono esplicitamente menzionati come vescovi: Huarach (953) e Maelfinan (1040). Gli Annali dei Quattro Maestri ne aggiungono altri 2: Rudgall MacFingail (882) e Feolan MacKellaid (981).
L'abbazia di Emly visse la sua epoca d'oro tra il VI e il X secolo. Era la sede abbaziale più importante del Munster e uno dei principali centri monastici dell'Irlanda meridionale, da cui dipendevano diverse abbazie e monasteri. Gli Annali dell'Ulster riportano un'iscrizione del 793, nella quale Emly rivendicava, e con successo, un primato ecclesiastico su tutto il Munster.
Gilbert O'Doherty (1249) fu il primo vescovo nominato dal papa; dalla metà del XV secolo il capitolo della cattedrale perse definitivamente il diritto di eleggere i propri vescovi, compito che da questo momento passò alla Santa Sede.
Con l'avvento della riforma protestante in Irlanda, iniziò un lungo periodo di decadenza per la diocesi, la cui serie episcopale fu interrotta da ampli periodi di sede vacante. Maurice MacBrien, uno dei pochi vescovi cattolici di Emly per il XVI secolo, di ritorno in Irlanda dopo una missione sul continente, fu incarcerato a Dublino, e morì in prigione.
Nella sua opera De praesulibus Hiberniae (edita a Dublino nel 1944), lo storico John Lynch cita tre vescovi di Emly assenti in tutte le liste episcopali note: Cathal O Murchu di Leinster, Dermont O'Cahill e Edmund Pillin, il cui monumento funebre si vedeva ancora nella cattedrale di Emly nel XVII secolo. Inoltre, in un rapporto presentato al parlamento di Londra nel 1590 si menziona un vescovo di Emly, James Karny, anch'esso ignoto alle liste tradizionali.
Al momento dell'unione aeque principaliter con Cashel (2015), la diocesi di Emly comprendeva le seguenti parrocchie: Ballybricken e Bohermore, Ballylanders, Caherconlish e Inch St. Laurence, Cappamore, Cappawhite, Doon, Emly, Hollyford, Galbally e Aherlow, Hospital e Herbertstown, Kilbehenny e Anglesboro, Kilteely e Dromkeen, Knockaney e Patrickswell, Knocklong e Glenbrohane, Lattin e Cullen, Murroe e Boher, Pallasgrean e Templebraden, Solohead e Oola, Tipperary.[4]
Arcidiocesi di Cashel
Secondo Henry Cotton, le origini della diocesi di Cashel sono avvolte nell'oscurità. Alcuni autori citano vescovi di Cashel prima del 1111, anno in cui, secondo O'Briain sarebbe stata istituita la diocesi, presumibilmente soggetta alla sede di Emly, a quel tempo sede metropolitana. Infatti, il sinodo di Rathbreasail del 1111 rappresenta la prima attestazione storica certa dell'esistenza della diocesi di Cashel; in quell'occasione furono delimitati i confini tra le diocesi confinanti di Cashel e di Emly. Con il sinodo di Kells del 1152 Cashel fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana e il vescovo Donat O'Lonargan ricevette il pallio dal legato papale, il cardinaleGiovanni Paparoni.
Nel 1134, nella Rocca di Cashel, fu consacrata la primitiva cattedrale della diocesi, chiamata Cormac's Chapel. Divenuta troppo piccola, a partire dal 1169 fu iniziata la costruzione di un edificio più ampio all'interno della stessa rocca, ultimato un secolo dopo. La Cormac's Chapel divenne allora la sede del capitolo della cattedrale.
Nel 1172 si svolse a Cashel un importante sinodo, al quale parteciparono quasi tutti i prelati irlandesi. Era stato convocato dal re inglese Enrico II, le cui mire espansionistiche si erano estese anche all'Irlanda, per riformare la Chiesa irlandese. I decreti di questo sinodo, che introducevano in Irlanda usanze e costumi inglesi, furono rigettati dai vescovi del nord dell'isola.[5]
Ma non tutti i vescovi mostrarono assoluta fedeltà alla Chiesa di Roma. Edmund Butler (1524-1551) incoraggiò, almeno inizialmente, la riforma protestante e sostenne alcune iniziative di Enrico VIII d'Inghilterra, benché non sia provato che abbia sottoscritto l'"Atto di Supremazia" del 1534. Il successore Roland Fitzgerald (1553-1561) tenne un atteggiamento ambiguo, ma fu assolto dalle accuse di aver aderito allo scisma anglicano in seguito all'indagine svolta dal cardinale Reginald Pole.
In questo turbolento periodo, la sede di Cashel, unita a quella di Emly, fu occupata da vescovi di nomina regia (vescovi anglicani), il più famoso dei quali fu Miler Magrath, già vescovo cattolico di Down e Connor, che aveva fatto atto di apostasia, aderendo alla Chiesa anglicana d'Irlanda.
L'arcivescovo James Butler II (1774-1791) stabilì la sua residenza a Thurles. Il successore Thomas Bray (1792-1820) dette avviò alla costruzione di una chiesa, che fu la primitva cattedrale dell'arcidiocesi a Thurles. Sul luogo di questa, fu costruita nel corso del XIX secolo una nuova cattedrale, più ampia, consacrata nel 1879 dall'arcivescovo Thomas William Croke.
L'arcidiocesi di Cashel e la diocesi di Emly, unite, nel 2021 su una popolazione di 80.902 persone contavano 79.026 battezzati, corrispondenti al 97,7% del totale.