Nacque a Guidizzolo (Mantova) il 17 ottobre 1917 da Mario e da Gemma Bignotti.[1]
Nel 1933 si trasferì con la famiglia a Roma, dove proseguì gli studi nel liceo classico, quindi si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza. Nel giugno 1940, al momento di laurearsi, scoppiò la guerra e fu chiamato alle armi col grado di sottotenente dei Bersaglieri ed è assegnato alla 10ª Divisione fanteria "Piave". Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 riuscì a sottrarsi dalla cattura da parte dei tedeschi.
Aderì al Partito d'Azione assieme al cugino Ugo Baglivo e si impegnò nella distribuzione di materiale di propaganda. Il 1º gennaio 1944, durante un rastrellamento, Rodella venne fermato e trovato in possesso di una carta di identità falsa e dopo una perquisizione venne fermato e portato al comando della polizia tedesca. Seguì una perquisizione nella casa di viale delle Province 37, dove i nazisti rinvennero numeroso materiale di propaganda del Partito d'Azione. Fu interrogato e torturato in carcere e condotto a Regina Coeli. Il 22 marzo 1944, dopo un processo, venne condannato a 15 anni di reclusione per il reato di propaganda ed attività ostile ai tedeschi e di distribuzione di giornali clandestini. Il 24 marzo 1944 fu invece prelevato da Regina Coeli e condotto alle Fosse Ardeatine, dove fu trucidato.[2]
Memorie
Lapide posta a Guidizzolo sulla sua casa natale.[3]