Nel 1943 Giulio Cortini, che era diventato assistente di Fisica all'Università di Roma, essendo stato spiato dalla polizia fascista mentre era a colloquio con Adriano Ossicini fu arrestato con l'accusa di cospirazione[2]. Trattenuto per circa due mesi fu rilasciato poco dopo la caduta del fascismo. Immediatamente dopo la scarcerazione Laura e Giulio entrarono a far parte del Partito Comunista Italiano e, in particolare, dei Gruppi di Azione Patriottica nuclei di pochi uomini armati, molto attivi nella lotta contro i nazifascisti. Cesare e Caterina furono i rispettivi nomi di copertura tra i cosiddetti gappisti. In piena occupazione tedesca di Roma, durante la loro attività di partigiani, la coppia si sposò in chiesa il 25 ottobre 1943[3]. "Cesare" fu quindi nominato dai capi della resistenza romana, tra cui Carlo Salinari e Antonello Trombadori, responsabile del gruppo artificieri del GAP centrale e "Caterina" fece parte del suo gruppo insieme allo studente di chimica Tullio Pietrocola (1922-1976) che si può vedere alla sua destra accanto al marito nella foto storica ritraente i gappisti romani[4][5]. Del gruppo di artificieri all'inizio fecero parte anche l'architetto Giorgio Labò e il chimico Gianfranco Mattei che il 1º febbraio 1944, in seguito ad una delazione, furono arrestati, torturati, senza nulla rivelare, e uccisi dai nazifascisti[6].
Laura Garroni con il gruppo di artificieri partecipò a molte azioni di sabotaggio e, in particolare, mise a punto l'ordigno utilizzato per l'azione gappista di via Rasella contro un reparto di soldati tedeschi[7]. Inoltre in quei mesi di inizio 1944, Laura, con la sorella Silvia e altre amiche, era solita prelevare dalla casa di Carla Capponi, divenuta base dei GAP, il giornale La voce operaia per diffonderlo clandestinamente in città[8].
Alessandro Portelli, L'ordine è già stato eseguito : Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Roma, Donzelli, 1999, p. 78,163,165,365,395,405, ISBN88-7989-457-9.