Il territorio comunale comprende il centro storico e le cinque frazioni abitate di Bernate, Tordera, Gaggio, San Pancrazio e Villadosia (queste ultime due annesse nel 1869), cui si aggiunge la località Bosco Grande, meno antropizzata e situata a metà strada fra il centro di Casale Litta e Villadosia.
Fu frazione di Casale Litta anche il centro abitato di Inarzo, costituitosi nel 1958 in comune autonomo.
Il territorio del comune risulta compreso tra un'altitudine minima di 239 e una massima di 415 m s.l.m., registrate rispettivamente nelle frazioni di Bernate e Tordera. L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 176 metri e colloca il comune nella fascia collinare pedemontana prealpina insubre.
Casale è citato per la prima volta in un documento nel XII secolo come Cassate, località collegata a Tordera. Similmente, per tutto il Medioevo, Casale e Tordera risultano sempre citati in modo associato, testimoniando la sussistenza di una primordiale comunanza territoriale e istituzionale tra le due località.
Dal punto di vista religioso, nei medesimi anni l'attuale territorio comunale era frammentato fra le pievi di Arsago Seprio e Mezzana.
Collocato all'interno del contado del Seprio, il territorio di Casale passava sotto controllo milanese nel XIII secolo ed entrava a far parte dell'erigendo Ducato di Milano nel 1395.
Durante la dominazione spagnola del ducato, il territorio di Tordera costituì un feudo dapprima dei Visconti Borromeo e poi dei Litta.[5]
Simboli
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 19 luglio 1941.[6]
«Partito: nel PRIMO, d'azzurro al colle boscoso al naturale, sormontato da una torre di rosso, merlata alla ghibellina, mattonata di nero, aperta e finestrata del campo; nel SECONDO, scaccato d'oro e di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»
La torre ricorda la fortificazione, oggi ridotta a pochi ruderi, che sorgeva sulla collina sovrastante Tordera Superiore. Lo scaccato d'oro e di nero era l'emblema della famiglia Litta.
Il gonfalone, concesso con DPR del 2 marzo 1984[7], è un drappo partito di giallo e d'azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili e militari
I torrioni di Tordera
La fortificazione di Tordera, in gran parte scomparsa e ridotta a pochi ruderi, sorge sulla collina sovrastante Tordera superiore, in posizione dominante (tale da consentire il controllo delle zone sottostanti).[8]. In virtù di tale reperto, la località è conosciuta con il nome dialettale de I torrion.
Casa Manzi-Zaccheo-Prevosti
In frazione Tordera si trova Casa Manzi-Zaccheo-Prevosti (XVIII secolo), introdotta da un portale in stile tardo-barocco. La dimora, impostata secondo un impianto a "U", è dotata di un doppio registro di logge.[5]
Casa Galliani-Besozzi-Melzi
La frazione San Pancrazio ospita Casa Galliani-Besozzi-Melzi (XVIII secolo), già appartenente alla famiglia Besozzi. Internamente dotata di soffitti a cassettoni, la casa presenta un impianto a "U" rivolta verso il cortile, sul quale si affaccia un porticato a cinque arcate distribuite lungo i tre i bracci della "U".[9]
L'esistenza della chiesa di San Biagio in Casale è attestata già dalla fine del XIV secolo. Rinnovata fra il 1793 e il 1798, ospita al suo interno un organo della prima metà del XIX secolo, costruito dall'organarovaresino Maroni Biroldi.
Tra i censimenti del 1991 e del 2001 la popolazione comunale ha fatto registrare una variazione percentuale positiva pari al 7,96%. Gli abitanti sono distribuiti in 892 nuclei famigliari, con una media di 2,71 componenti per nucleo.
Economia
Tra i residenti si contano 612 individui occupati, pari al 25,4% del numero complessivo di abitanti del comune.
Industria
Sul territorio del comune vi sono 63 attività industriali occupanti 362 addetti, pari al 59,1% della forza lavoro complessiva.
Terziario
A Casale Litta operano 26 attività di servizio con 60 addetti impiegati (pari al 4,2% della forza lavoro occupata) e oltre 44 attività di servizio con 135 stipendiati (pari al 9,8% della forza lavoro occupata). Vi sono infine 11 attività amministrative occupanti 49 addetti (pari al 7,2% della forza lavoro).
^Regio decreto11 gennaio 1863, n. 1126, in materia di "Decreto col quale sono autorizzati vari Comuni delle Provincie di Milano, Alessandria, Brescia, Cremona, Torino, Ascoli, Macerata, Cuneo, Piacenza, Porto-Maurizio, Ravenna e Sassari ad assumere una nuova denominazione."
Santino Langè, Ville delle province di Como, Sondrio e Varese, a cura di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Vol. Lombardia 2, Milano, Edizioni SISAR, 1968.