Chiesa cattolica in India
La Chiesa cattolica in India è parte della Chiesa Cattolica universale, sotto la guida spirituale del Papa e della Santa Sede. I cattolici sono circa 17 milioni, pari all'1,5% della popolazione. Dal 12 ottobre 2008 la Chiesa cattolica in India ha la sua prima santa: Alfonsa dell'Immacolata Concezione. StoriaCronologia
Il NovecentoNel 1923 fu eletto nel Tamil Nadu il primo vescovo indiano dell'età moderna, mons. Tiburtius Roche. Nel dicembre 1964 papa Paolo VI si recò in viaggio in India. Visitò Mumbay (chiamata all'epoca Bombay), la vicina Goregaun, e Bandra, incontrando i ministri del governo federale e partecipando al 38º Congresso eucaristico indiano (Mumbay, 4 dicembre 1967). Dal 1967 sono sette gli stati indiani, sui 28 complessivi, che hanno probito le conversioni per legge. L'elenco comprende: Orissa (il primo), Madhya Pradesh, Arunachal Pradesh, Gujarat, Chhattisgarh, Rajastahan e Himachal Pradesh. Nel febbraio 1986 papa Giovanni Paolo II visitò l'India. Tornò nel subcontinente indiano nell'ottobre 1999, quando si recò nella capitale Nuova Delhi. Dal 2000 ad oggiNegli ultimi anni è aumentata l'ostilità anti-cristiana in India. Le motivazioni sono extra-religiose ed hanno a che vedere con la pretesa della maggioranza indù di mantenere il sistema castale e la supremazia sulle altre religioni. Gli induisti pensano che tale supremazia sia insidiata dal processo di riscatto sociale che la fede cristiana propugna per i dalit e per i fuori casta. I gruppi fondamentalisti indù, mistificando la realtà dei fatti, hanno accusato i cristiani di essere i mandanti dell'assassinio[3] e per questo hanno scatenato un pogrom anti-cristiano, uccidendo e ferendo fedeli, distruggendo e incendiando chiese, scuole e case. Dall'Orissa le violenze si sono poi allargate al Madhya Pradesh e al Karnataka. Le violenze nel solo stato dell'Orissa hanno spinto alla fuga più di 50 000 persone. Il bilancio non definitivo parla di trecento villaggi attaccati, 500 morti, 4.600 case incendiate o distrutte e 54.000 sfollati[4]. Sono state bruciate e ridotte in macerie 252 chiese e 13 scuole[5]. Per tutto il resto dell'anno la maggior parte degli sfollati è stata costretta a rimanere nei campi per rifugiati. Il dott. Sajan George, presidente del Consiglio globale dei cristiani d'India, ha affermato che «ai cristiani che ritornano ai loro villaggi si esige la riconversione all'induismo». Mons. Raphaël Cheenath, arcivescovo di Bhubaneswar, ha dichiarato che un anno dopo gli attacchi «la metà degli sfollati ha fatto ritorno, ma ora stanno affrontando problemi per le abitazioni». I fondamentalisti, inoltre, hanno imposto agli indù un "boicottaggio sociale" verso i cristiani: chi li aiutava è stato punito con multe[6]. Nel corso del 2010 si sono verificati episodi di violenza e intolleranza anche negli stati del sud, considerati a lungo i luoghi migliori dove i cristiani dell'India potessero vivere. Sui 152 attacchi che hanno interessato il Paese, ben 86 hanno avuto luogo nel Sud. Il 1º ottobre 2013, sette cristiani innocenti sono stati condannati all'ergastolo da un tribunale dell'Orissa.[9] StatisticheStatistiche riferite al 2003
Organizzazione ecclesiasticaProvince ecclesiastiche di rito latino
All'arcivescovo di Goa e Damão è concesso, solo ad honorem, il titolo di patriarca delle Indie Orientali. Province ecclesiastiche siro-malabaresi
Province ecclesiastiche siro-malankaresiCircoscrizioni ecclesiastiche rette da cardinaliAttualmente, 4 circoscrizioni ecclesiastiche sono rette da cardinali:
Nunziatura apostolicaLa delegazione apostolica delle Indie Orientali (inclusa Ceylon) fu istituita nel 1881. Alla delegazione furono aggiunte in seguito la Malacca (1889), la Birmania (1920) e Goa (30 gennaio 1923). Il 12 giugno 1948, in forza del breve Mentem animumque di papa Pio XII, fu abolita la delegazione apostolica ed eretta l'internunziatura apostolica dell'India, con giurisdizione sui medesimi Stati asiatici. Nel 1957 le competenze sulla Malacca furono trasferite dalla delegazione apostolica dell'India a quella della Thailandia. Il 22 agosto 1967 fu istituita la nunziatura apostolica dell'India. Delegati apostolici
Internunzi apostolici
Nunzi apostolici
Conferenze episcopaliNel 1944 fu istituita la Conferenza dei vescovi cattolici dell'India (CBCI). Papa Giovanni Paolo II in una lettera del 1987 ha diretto i tre riti per istituire le proprie conferenze episcopali. Questi tre corpi sono la Conferenza dei vescovi cattolici latini dell'India (CCBI), il Sinodo della Chiesa siro-malabarese e il Sinodo della Chiesa siro-malankarese. Ciononostante, la Conferenza dei vescovi cattolici dell'India continua a essere il volto della Chiesa cattolica in India e affronta le "questioni di interesse comune e di carattere nazionale e sovranazionale" della Chiesa, mentre il corpo episcopale che presiede a ciascun rito tratta questioni interne. Conferenza dei vescovi cattolici dell'IndiaElenco dei presidenti della Conferenza dei vescovi cattolici dell'India:
Elenco dei vicepresidenti della Conferenza dei vescovi cattolici dell'India:
Elenco dei secondi vicepresidenti della Conferenza dei vescovi cattolici dell'India:
Elenco dei segretari generali della Conferenza dei vescovi cattolici dell'India:
Conferenza dei vescovi cattolici latini dell'IndiaElenco dei Presidenti della Conferenza dei vescovi cattolici latini dell'India:
Elenco dei vicepresidenti della Conferenza dei vescovi cattolici latini dell'India:
Elenco dei segretari generali della Conferenza dei vescovi cattolici latini dell'India:
Conferenze episcopali regionaliLe circoscrizioni ecclesiastiche della Chiesa cattolica in India sono raggruppate in 14 conferenze episcopali regionali (Regional Bishop's Council):[14]:
Note
Bibliografia
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Collegamenti esterni
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