Le prime attestazioni del nome del borgo risalgono all'epoca altomedievale. Un documento datato 886 parla de vico Clemba (o più probabilmente Cleuba), cui seguono altre due indicazioni — rispettivamente del 900 e del 923 — nelle quali ci si riferisce al villaggio con l'espressione In Cleba. Ci si discosta poi poco da queste occorrenze allorché nel 955 un ulteriore documento riporta la voce Clebo. Sarà solo nel 1082 che comparirà un'espressione più definita: de loco Cleuve habitator de loco in Crema. Un secolo più tardi (1188) una carta ufficiale parlerà di Clevum utrumque, con evidente riferimento ai due insediamenti: quello inferiore e quello superiore[5].
Come suggerisce lo studioso locale Valerio Ferrari[6], verosimilmente l'origine etimologica del nome risale al termine latino clevus (anche nella variante clivus) usato per indicare un pendio, un declivio, ma altresì un piccolo colle, un poggio, un luogo leggermente rialzato. Questo significato darebbe più propriamente ragione della morfologia del territorio su cui Chieve sorge. Come altri piccoli insediamenti della zona, infatti, il borgo sarebbe stato edificato ai margini occidentali della cosiddetta Insula Fulcheria, le cui lievi pendici offrivano la possibilità a chi vi si insediava di ripararsi dalle frequenti esondazioni del lago Gerundo.
Sarebbe dunque da rigettare la fantasiosa ipotesi riportata dallo storico cremasco Pietro Terni nella sua Storia di Crema. Secondo lo studioso infatti il nome "Chieve" sarebbe direttamente derivato da fantasiose quanto improbabili "chiavi" che gli antichi abitanti del territorio (più precisamente di una certa "Isola della Mosa") avrebbero usato per custodire le navi con le quali attraversavano le paludi circostanti.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 20 novembre 1933.[7]
Stemma
«Inquartato con la croce d'argento sulla partizione: al primo d'oro; al secondo di azzurro, a due chiavi d'oro, in decusse, con l'ingegno in alto; al terzo campo di cielo, con una nave di un albero dalla vela spiegata, vogante sulle onde; al quarto d'oro, all'ancora di nero, posta in palo. Ornamenti esteriori da Comune.[8]»
Il primo campo dell'inquartato è d'oro a rappresentare il terreno fertile. Le chiavi nel secondo forse derivano dalla parola dialettale ciaf, che indica la protezione di ferro posta attorno ad un palo trovato durante degli scavi nella zona a nord del paese. È probabile che attorno al ferro venissero legate le corde di barche come quella raffigurata nel terzo quarto. L'ancora probabilmente allude al fatto che Chieve era il punto di attracco per le imbarcazioni che giravano sul lago Gerundo.[9]
Gonfalone
«Drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento "COMUNE DI CHIEVE". Le parti di metallo ed i nastri saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri colorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»
Non vi sono stazioni ferroviarie all'interno del comune; le stazioni più vicine sono quella di Crema, della linea Treviglio-Cremona (dista poco più di 6 km), e quella di Lodi, della linea Milano-Bologna (dista poco più di 12 km).