Moneta coniata nella città celtibera di Bilbilis (Æ; unità, 13,16 g): fine II - inizio I secolo a.C. (fronte: testa maschile volta a destra; dietro M, avanti delfino; retro: Cavaliere con lancia. In esergo BILBILIS in caratteri iberici)
In quello stesso anno fu criticato da Catone il Censore per aver concesso dei premi a soldati che avevano svolto mansioni comuni, come ad esempio, scavare pozzi.
Del seguito di Nobiliore faceva parte anche il poeta latino Quinto Ennio. Egli, infatti, si era da poco distinto per aver scritto un poema celebrativo, lo Scipio, in onore di Scipione Africano Maggiore.Anche Nobiliore voleva essere esaltato con i mezzi della poesia e, in effetti, Ennio gli dedicherà l'Ambracia, una tragedia praetexta che celebrava, appunto, la resa della capitale etolica e la gloriosa vittoria del console romano.
Al ritorno a Roma gli fu concesso, non facilmente, il trionfo (187 a.C.),[4] che egli celebrò con grande sfarzo, stando al racconto di Tito Livio.[5]
Fu un grande estimatore della cultura e delle arti greche e importò a Roma, dopo la presa di Ambracia, un celebre dipinto delle Muse a opera di Zeusi. A lui si deve l'edificazione del Tempio di Ercole e le Muse nei pressi del Circo Flaminio.