Citata ne Le Metamorfosi di Ovidio,[8] Melissa appare per la prima volta in documenti ufficiali a partire dal XIII secolo, seppur è quasi certo che le origini della città partano da epoche più remote (probabilmente a quando fu fondata dagli strongolesi).
Nel corso della sua esistenza, la comunità fu soggetta al dominio di vari feudatari: i più duraturi tra questi furono i De Micheli, di origine veneziana (1463-1466), i Campitelli (1485-1668) e i Pignatelli (1668-1806). La popolazione tentò più volte di ribellarsi contro questi due ultimi dominatori, che possedevano la maggior parte delle terre.
A Melissa, in contradaFragalà, il 29 ottobre 1949 avvenne l'omonima strage, nella quale, in seguito all'occupazione delle terre incolte dei latifondisti da parte dei contadini, furono ferite 15 persone di cui 3 a morte dalla Celere. I nomi dei caduti, in memoria dei quali venne eretto un monumento,[9] sono i seguenti: Giovanni Zito (19 anni), Angelina Mauro (23 anni) e Francesco Nigro (29 anni).
Fino al 1960, l'abitato di Melissa non era accessibile dal mare o dalla frazione Torre.[8]
«Di azzurro, alla fanciulla vestita con la camicetta di argento, il corsetto di rosso, la lunga gonna dello stesso, il viso, gli avambracci, le mani di carnagione, capelluta di nero, posta di tre quarti a sinistra, seduta sul tronco reciso, al naturale, la fanciulla e il tronco attraversanti la campagna diminuita di verde, la fanciulla con il braccio destro teso verso la pianta di melissa, di verde, fiorita di argento, posta a destra, essa pianta nodrita nella campagna e sormontata da tre api d'oro, poste una, due. Ornamenti esteriori da Comune»
Chiesa dell'Udienza, edificata nel XVIII secolo dai feudatari Pignatelli, dei quali è riportato lo stemma sul portale in pietra.[8] Il nome della chiesa deriva da un affresco del 1736, raffigurante la Madonna mentre concede un'udienza a San Vito, andato distrutto nel corso del XX secolo durante alcuni lavori di realizzazione di una nicchia.[8] Al suo interno, conserva un altare centrale con tre paliotti intarsiati dall'artigiano Basta di Carfizzi nella prima metà del XVII secolo.[8]
Resti del convento agostiniano di San Salvatore, detto anche "Villa Grazia", fondato nel 1546 fuori dall'abitato (nel cosiddetto "Fosso Passeri") e abbandonato nel 1637.[14]
Architetture civili
Ruderi del castello feudale di Melissa,[13] nonché di mura medievali[8]
A Melissa è legata la leggenda del conte Francesco Campitelli, uomo di bella presenza e autoritario[16]. Dopo pochi giorni dalla successione al fratello, Francesco reintegrò lo ius primae noctis, suscitando lo sdegno dei popolani. Il parroco di san Giacomo, tentò subito di far cambiare idea al conte, ma inutilmente.[17] Scortato da novanta "sgherri" il Campitelli mise immediatamente in atto i suoi propositi e portò via la sposa, Teresa Ferti.[18] In seguito, una certa Luisa, ebbe una bambina di nome Anna, figlia del conte, della quale lui ignorava l'esistenza. Diventata adulta, Anna fu notata da Francesco che non immaginava fosse sua figlia. Infine il conte Campitelli fu ucciso nella chiesa di san Giacomo dal fidanzato della ragazza, Raffaele Raffa, nel 1633.[19] I sudditi fecero costruire nella chiesa un monumento con un'epigrafe per ricordare questi eventi.[20]
Geografia antropica
Il comune di Melissa è ripartito su due nuclei abitativi distinti: lungo la costa si trova la parte più recente, chiamata Torre Melissa, mentre il nucleo più antico si trova nell'entroterra, arroccato su una collina distante una dozzina di chilometri dal mare.[9]
^abcdefghi Mario Candido et al., Prime luci sullo Jonio, a cura di Comunità montana "Alto Crotonese", Catanzaro, Sinefine edizioni, 1988, p. 34.
^ab Salvatore Anastasio, Azienda Promozione Turistica Crotone e Regione Calabria - Assessorato al Turismo, Crotone - Una provincia nuova tra miti e realtà, Crotone, Grafiche Cusato, p. 22.
^abcd Mario Candido et al., Prime luci sullo Jonio - Guida turistica, a cura di Comunità montana "Alto Crotonese", Catanzaro, Sinefine edizioni, 1988, p. 52.
A. Miceli di Serradileo, Sul temuto assalto veneziano alle coste ioniche della Calabria nel 1447 e 1449, in "Archivio Storico per la Calabria e la Lucania", 1972
A. Miceli di Serradileo, I Conti di Rende in Calabria sotto il Regno di Alfonso I e di Ferrante d'Aragona (1440-1494), in "Historica", XXVII, 1974, n.2.
A. Cosentino, Melissa medievale e moderna, Grafosud, 2001
A. Cosentino, Melissa contemporanea, Grafosud, 2003
B. Tassone, Melissa. Mito, storia e storie romanzate, 2018