Avena, Badia Prataglia, Becarino, Camaldoli, Filetto, Fronzola, Larniano, Lierna, Loscove, Memmenano, Moggiona, Ponte a Poppi, Porrena, Quorle, Quota, Riosecco, Sala, San Martino a Monte, San Martino in Tremoleto
Il toponimo deriva da una forma latinaPuppī[7], ricondotto a un nome personale latino Pūpius o Pūppius[8] oppure a un antroponimo longobardo Poppo[9].
Storia
La storia del paese è strettamente legata alle vicende della famiglia dei conti Guidi, che lo dominarono dal 1191 fino al 1440 quando divenne sede del vicario della Repubblica di Firenze. Alla famiglia dei conti Guidi si deve la struttura dell'attuale borgo medioevale: fu infatti il conte Simone da Battifolle, che nel 1200 iniziò la trasformazione del cassero del castello in residenza signorile di città e nel 1261 fece costruire l'attuale cerchia muraria con le cinque porte di accesso al paese oggi ridotte a quattro.
Nel castello di Poppi soggiornò nel 1307 e poi nel 1311 Dante Alighieri. Oggi nei saloni del castello vengono ospitate numerose mostre di opere d'arte e si svolgono convegni e spettacoli musicali. Percorrendo la cinta muraria che ancora oggi in gran parte circonda il paese si nota come questo sia stato costruito con una singolare forma ad "L" i cui poli d'assetto urbano sono da un lato il castello dei conti Guidi e dell'altro l'abbazia di San Fedele. Per raggiungere Poppi dalla strada statale si attraversa l'abitato di Ponte a Poppi, nato come mercatale del castello e oggi sede dell'espansione moderna del paese, ed il ponte sul fiume Arno.
Durante la seconda guerra mondiale, agli inizi del 1942, Villa Ascensione - costruita nel '500 come convento di frati cappuccino su una collina non lontana dal capoluogo - fu adibita a campo di prigionia per ufficiali dell'esercito alleato catturati in Africa, in prevalenza neozelandesi. Con la caduta del fascismo nell'estate 1943, i prigionieri lasciarono il campo per rifugiarsi dapprima nei conventi della Verna e di Camaldoli. Di li' la maggior parte di loro raggiunsero l'Adriatico e il Sud per ricongiungersi all'esercito alleato.[10]
Simboli
Lo stemma comunale è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 23 giugno 1929.
«D'argento, ai due leoni d'oro, affrontati, sostenenti un giglio di Firenze di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con D.P.R. 22 dicembre 1979, è un drappo di rosso.
Chiesa di San Lorenzo a Sala, ricordata in documenti del XIII secolo, fu ristrutturata nel 1886 quando fu aggiunto l'attuale campanile. Colpita nel 2002 da un incendio che ne ha distrutto anche il tetto, nel 2019 è stata riaperta al culto dopo il restauro[11] e due anni dopo gli immobili adiacenti sono stati adattati a residenze.[12] L'interno conserva ancora, ad un altare, una Madonna del Rosario di Mario Balassi, del 1667.[13]
Chiesa di San Michele Arcangelo a Lierna, conserva al suo interno, alla parete destra una Deposizione di Simone Ferri da Poggibonsi, forse della metà dell'ultimo decennio del Cinquecento,[14] e un Sacrificio di Isacco di Francesco Curradi forse del 1650 circa,[15] e alla parete sinistra un Martirio di Sant'Agata firmato da Giovanni Bizzelli, forse del 1605 circa.[16]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 819 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Per quanto riguarda l'artigianato, è diffusa e rinomata l'antica arte del mobile grazie alla quale vengono realizzati oggetti spazianti dallo stile rinascimentale fino a quello moderno, passando per quello rustico.[19]
La principale squadra di calcio della città è l'FC Poppi che milita nel campionato toscano di 2ª Categoria I colori sociali sono il bianco e il blu.
Pallacanestro
La C.S. Pallacanestro Poppi, fondata nel 1970, è stata per molti anni l'unica squadra di pallacanestro attiva in Casentino. Attualmente la prima squadra milita nel campionato di Prima Divisione. I colori sociali sono il bianco ed il blu.
^Campo per Prigionieri di Guerra di Villa Ascensione, Poppi. La villa (in via Ascensione, 22) nel dopoguerra divenne una Casa di riposo dell'ONPI (Opera nazionale pensionati italiani). È oggi abbandonata, in attesa di lavori di ristrutturazione.
^Liletta Fornasari, Mario Balassi,Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Caterina, in Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al tardo barocco, catalogo di Mostra, Poppi, 2001, pagg. 302-303.
^Alessandro Nesi, Appunti per un profilo di Simone Ferri Da Poggibonsi, in Prospettiva, 101, Gennaio 2001, pag. 88 e n. 20 a pag. 92.
^Liletta Fornasari, Francesco Curradi,Sacrificio di Isacco, in Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al tardo barocco, catalogo di Mostra, Poppi, 2001, pagg. 258-259.
^Liletta Fornasari, Giovanni Bizzelli,Martirio di Sant'Agata, in Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al tardo barocco, catalogo di Mostra, Poppi, 2001, pagg. 232-233.
^Liletta Fornasari, Francesco Mati,Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Caterina da Siena, in Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al tardo barocco, catalogo di Mostra, Poppi, 2001, pagg. 238-239.