Acquapartita, Bagno di Romagna, Careste, Casanova dell'Alpe, Crocedevoli, Crocesanta, Larciano, Montegranelli, Monteguidi, Paganico, Pietrapazza, Poggio alla Lastra, Ridracoli, Rio Petroso, Rio Salso, Saiaccio, San Piero in Bagno (sede comunale), San Silvestro, Selvapiana, Strabatenza, Valgianna, Vessa
Il comune si trova a un'altitudine compresa tra i 339 e 1500m s.l.m., a 49 km da Cesena e si sviluppa lungo la vallata del fiume Savio e in parte lungo la vallata del fiume Bidente fino a raggiungere la dorsale appenninica confinante con la regione Toscana. Dista 66 km da Arezzo.
Storia
Preistoria
Le prime tracce di insediamenti umani risalgono all'età del bronzo, come mostrano i ritrovamenti di monili e reperti nelle frazioni limitrofe di Rio Salso, San Silvestro e Selvapiana.
Periodo romano
Già abitato dagli Umbri, i Romani vi fondarono Oppidum Balnei, così chiamato per le acque termali.[5] Le terme sono citate in un epigramma (IX 58) dal poeta della corte imperiale Marziale. Il paese era un luogo di sosta nei transiti tra Roma e Ravenna[6].
Periodo medievale
Dopo la caduta dell'Impero, il centro abitato venne distrutto dai Goti nel 540. I primi secoli dell'Alto Medioevo vedono la mancanza di documentazione storica.
Nel IX secolo, è documentata la presenza di una pieve dedicata a santa Maria e l'autorizzazione per fondazione di un monastero benedettino nelle vicinanze. Il paese riprende così a fiorire attorno al complesso sacro. Una certa tranquillità viene vissuta sotto il dominio della potente famiglia dei Guidi,[7] che alla fine del XIV secolo vanta il possesso di numerosi borghi e castelli siti nell'Appennino tosco-romagnolo. È proprio in questo periodo che Bagno di Romagna viene fortificata con una cinta muraria e viene istituito un mercato di merci che col tempo, da piazza e mercatale, si evolverà nell'abitato stabile di San Piero in Bagno[8].
Terminata la dominazione dei Guidi, nel 1404 Bagno entra nell'orbita fiorentina e, dal 1406 al 1453, fu concesso come signoria ai Gambacorti di Pisa.[9] Territorio della Repubblica di Firenze, rimarrà dominio dei Medici, e del successivo Granducato di Toscana fino al 1860. Sotto i Medici, Bagno diviene "capitanato", le sue terme sono frequentate anche da uno dei figli di Lorenzo il Magnifico e dallo scultore Benvenuto Cellini. Nel 1498 vi muore Giovanni de' Medici, marito di Caterina Sforza, signora di Forlì, e padre del futuro Giovanni dalle Bande Nere. Parallelamente, il commercio si anima e l'attività di agricoltura e pastorizia, un tempo fiorente,[10] lascia il posto all'artigianato, in grado di produrre rosari e bottoni in legno esportati in tutta Italia.
Bagno di Romagna diviene un centro di passaggio per chi viene dalla Toscana o dall'Umbria o per chi effettua il percorso in senso contrario, dalla pianura padana alla Valle del Tevere. Ma è esposta anche a numerose incursioni: nel 1527 le truppe lanzichenecche di Carlo V, guidate da Georg von Frundsberg, nella loro calata che porterà al Sacco di Roma, distruggono la rocca di Corzano,[11] saccheggiano la zona e si abbandonano ad atti vandalici contro i monumenti, tra cui l'abbazia e la basilica.
Con l'Unità d'Italia (1861), Bagno di Romagna si trova compresa nei territori della provincia di Firenze. Nel 1923, in seguito agli spostamenti dei confini provinciali voluti da Benito Mussolini (che, per l'ambizione di dare importanza alla propria provincia d'origine, volle annettervi i comuni dell'ex circondario di Rocca San Casciano e soprattutto le sorgenti del Tevere), entra a far parte della Provincia di Forlì. Quando, nel dopoguerra, vengono istituite le Regioni, il comune si trova in Emilia-Romagna, mentre nel 1975 le sue varie parrocchie sono passate dalla diocesi di Sansepolcro alla diocesi di Cesena (Valle del Savio) e a quella di Forlì (valle del Bidente).
Seconda guerra mondiale
Dopo l'8 settembre 1943 e soprattutto dopo il primo arretramento del fronte d'occupazione tedesco, l'abitato si ritrova sulla Linea Gotica, occupato dalla Wehrmacht e con gli Alleati a pochi chilometri in Toscana con il contrapporsi dei partigiani della 8ª Brigata Garibaldi ai nazisti e ai fascisti; parte del suo territorio fece parte di una delle prime Repubbliche partigiane sorte nel periodo, la Repubblica partigiana del Corniolo.
Questi scontri portarono all'eccidio del Carnaio, nel luglio 1944, da parte dei nazifascisti e poi alla liberazione, nel settembre successivo, quando i nazisti si ritirarono e l'esercito britannico occupò il paese.
Dal dopoguerra in poi
Industrializzazione e boom economico hanno gradualmente portato a un buon tenore di vita. Tuttavia gli isolati abitati montani sono stati abbandonati principalmente in favore dei due paesi della valle (Bagno e San Piero) e le campagne si sono nettamente spopolate. Oggi il comune è un fiorente centro turistico.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 aprile 1995.[12]
«D'argento, alla torre di due palchi, di rosso, mattonata di nero, merlata alla guelfa, il palco inferiore di cinque, quello superiore di quattro, il palco inferiore chiuso di nero, quello superiore finestrato di uno, dello stesso, essa torre fondata sulla pianura convessa, di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
È rappresentata la torre del borgo fortificato costruito dai conti Guidi che nel XV secolo passò sotto la repubblica di Firenze.
Il gonfalone è un drappo di rosso.
«Centro strategicamente importante, posto sulla "Linea Gotica", durante l'ultimo conflitto mondiale, si adoperò con la popolazione tutta a dare ospitalità e rifugio alle famiglie sfollate delle grandi città ed ai soldati italiani e stranieri sbandati o fuggiti dai campi di concentramento. Contribuì generosamente alla guerra di liberazione con la costituzione di varie formazioni partigiane, subendo feroci rappresaglie che provocarono la morte di numerosi ed eroici cittadini. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. Bagno di Romagna (Forlì-Cesena), 1943-1944» — 28 luglio 2004[13]
Monumenti e luoghi d'interesse
I centri storici di Bagno di Romagna e di San Piero in Bagno insieme al rilievo montuoso di Corzano sono sottoposti a vincolo di tutela paesaggistica per Decreto Ministeriale del 1996[14].
Architetture religiose
Basilica di Santa Maria Assunta Si affaccia sulla piazza principale. L'impianto attuale risale al Rinascimento. Lo storico camaldolese Fortunio ne fa risalire la fondazione all'anno 860. Il campanile è alto 39 metri. Il portale di Santa Maria, inserito su un precedente portale con arco a tutto sesto, mostra alla sua destra lo stemma dei Camaldolesi che furono ininterrottamente presenti dal 1299 al 1808. All'interno il fonte battesimale risale al Mille; nelle sette cappelle sono conservate: il corporale del miracolo eucaristico avvenuto nel 1412; un trittico di Neri di Bicci (1467); una Madonna della Rosa del Maestro di Sant'Ivo (1410); una Madonna col Bambino in stucco eseguita nella bottega di Donatello verso il 1410. Il tabernacolo quattrocentesco è situato nella prima cappella a destra a partire dal presbiterio, attribuito alla scuola di Giuliano da Maiano.
Santuario e Castello di Corzano - Madonna col Bambino (1430 circa)
Chiesa di San Pietro in Vinculis (a San Piero in Bagno)
Chiesa di San Francesco a San Piero in Bagno
Architetture civili
Palazzo del Capitano, sede dei governanti che Firenze inviava a reggere le sorti del governo locale. All'interno del palazzo è stata posta la sede del Centro Visite del Parco.
Antico borgo di San Piero
Passo del Carnaio e Monumento ai Caduti della rappresaglia nazifascista
Valle di Pietrapazza - Chiese, casolari sparsi, Resistenza durante la guerra '43-'45
Valle di Rio Salso - Mulino delle Corbaie, riserva di caccia, caratteristici abitati montani abbandonati
Ponte dei Frati a San Piero
Stabilimenti Termali: Grand Hotel Terme Roseo, Terme di S. Agnese ed Euroterme.
Aree naturali
Emergenza geologica degli Scalacci
Fonte solfurea del Chiardovo
Laghi - di Acquapartita, dei Pontini e Lago Lungo (pesca sportiva). Il Lago di Ridracoli
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente era di 366 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Oltre alle attività industriali e artigianali (metalmeccanica, carpenteria, meccatronica per automotive), è rilevante il turismo termale, paesaggistico, escursionistico ed eno-gastronomico, che fonde la tradizione romagnola con quella toscana: primizie da agricoltura biologica (formaggi), selvaggina (cinghiale, cervo, daino, lepre, capriolo), tartufi e funghi.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Il 17 maggio 2017 Bagno di Romagna è stato il traguardo di arrivo della undicesima tappa del 100º Giro d'Italia, con doppio passaggio cittadino e circuito del Monte Fumaiolo[23][24].
^Giovan Battista Pellegrini, Toponomastica italiana. 10.000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, monti spiegati nella loro origine e storia, Milano, Hoepli, 1990.
^ove era presente la seconda flotta militare imperiale, un importante porto commerciale e dove le legioni impiegate nelle province alloggiavano durante l'inverno, al di fuori del Pomerium, rappresentato dal fiume Rubicone
^Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Guidi di Romagna, Milano, 1865.
^(che poi divenne la frazione con il maggior numero di abitanti – circa 3 000, contro gli 800 di Bagno – e sede del Municipio)
^IDRO - Ecomuseo delle acque di Ridracoli, su Luoghi della Cultura, Ministero della Cultura, 14 aprile 2020, ultimo aggiornamento 25 ottobre 2021. URL consultato il 25 aprile 2024, pubblicato con licenza CC-BY 3.0
^Teatro Giuseppe Garibaldi, su Luoghi della Cultura, Ministero della Cultura, 14 aprile 2020, ultimo aggiornamento 11 dicembre 2020. URL consultato il 25 aprile 2024, pubblicato con licenza CC-BY 3.0