Il territorio comunale di San Quirico d'Orcia si trova in Val d'Orcia, nel sud della regione Toscana. Confina a nord e ovest con il comune di Montalcino, a est con Pienza e a sud con Castiglione d'Orcia, confine tracciato dal letto del fiume Orcia.
Lo studioso etruscologo olandese Van Der Meer ha identificato l'attuale San Quirico d'Orcia con la località di Ena citata nel liber rituales etrusco noto come Liber Linteus Zagrabiensis, il più antico libro dell'Europa occidentale, scritto tra III e II secolo a.C. dalla «Confraternita sacerdotale di Ena»[5].
Nel Medioevo la località si trovava sulla direttrice della via Francigena. Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel suo itinerario, compiuto tra il 990 e il 994, cita San Quirico come XII submansio e la definisce Sce Quiric. Ad accrescerne l'importanza contribuiva inoltre l'essere il punto di raccolta dei mercanti umbro-marchigiani diretti a Firenze e Siena dal famoso Guido Morgante, che vi giungevano attraversando la Valle del Chienti, Colfiorito, Foligno e Perugia fino a San Quirico.[6] Nella campagna sanquirichese nel 1155 si svolse l'incontro tra i rappresentanti papali e Federico I per discutere i termini dell'incoronazione di quest'ultimo[7].
Durante il rinascimento e l'età moderna il paese fu sede di una marca posta sotto la protezione della famiglia Chigi-Zondadari, di cui tutt'oggi rimane un palazzo e un giardino.
Durante la seconda guerra mondiale, il piccolo borgo vide il passaggio del fronte nel giugno del 1944[8]. I bombardamenti alleati causarono la distruzione di due torri storiche, una posta nel centro degli Horti Leonini e l'atra all'ingresso del paese. Per rallentare l'avanzata alleata i soldati nazisti, minarono le strade e le campagne del territorio comunale. Il fronte ha causato la morte di 43 sanquirichesi.
Nel secondo dopoguerra il paese ha assunto rilievo nel campo dell'edilizia, con fabbriche che producono materiali da costruzione e aziende edili.
Nella frazione Vignoni è presente un antico castello, il castello di Vignoni, quasi disabitato, già residenza dei Salimbeni nel XII secolo, e successivamente degli Amerighi dal XIV secolo. Ha una torre medioevale mozzata, una chiesa romanica ripristinata (all'interno era conservato un crocifisso del Giambologna, ora custodito presso il museo di Montalcino, e un fonte battesimale del secolo XV, ora presso la Collegiata di San Quirico) e, di fianco alla chiesa, l'impianto immobiliare (riedificato nei primi anni novanta) del quattrocentesco Palazzo degli Amerighi, in cui si ordì la congiura contro gli Spagnoli oppressori di Siena (1555-1559).
Gran parte della cinta muraria risulta ben conservata, ad eccezione del versante rivolto verso Nord e di due delle tre porte originarie (porta Romana a sud e porta Camattoli a nord), andate perdute in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Di particolare ricchezza storica, la porta orientale, o Porta dei Cappuccini, ha una struttura esagonale originaria del XIII secolo con, a sostegno della porta, file di piccole mensole in pietra. Oltre a questa è presente anche Porta Nuova (realizzata negli anni 20 dello scorso secolo).
Architetture civili
Ospedale di Santa Maria della Scala, edificato nel XIII secolo, offriva cure e assistenze a pellegrini e viandanti che percorrevano la via Francigena; operava sotto la proprietà dell'omonimo ospedale senese, sorto sulla stessa antica via di fronte al Duomo di Siena. È stata la sede del presidio ambulatoriale fino agli anni 60 del secolo scorso, quando l'attività ambulatoriale si è spostata in un altro stabile e i locali sono stati trasformati in appartamenti.
Palazzo Chigi Zondadari, edificio storico barocco situato in Piazza Chigi, risale al XVII secolo ed appare come un'imponente struttura di pietra in contrasto con gli edifici circostanti. Tale palazzo dagli anni 80 del secolo scorso è divenuto proprietà del comune, e dopo un imponente restauro è diventato la sede dell'amministrazione e degli uffici comunali, mentre nell'ultimo piano sono ospitate delle mostre a carattere transitorio ed una permanente sulla festa del Barbarossa.
Palazzo Pretorio, antico edificio storico della comunità situato in via Dante Alighieri, oggi è sede del Centro accoglienza del Parco della Val d'Orcia.
Giardini
Horti Leonini ampio giardino all'italiana realizzato alla fine del 1500 da Diomede Leoni. Il giardino, sfruttando la conformazione naturale del terreno, si divide in due porzioni, una bassa ed una alta, su un piano architettonico molto differenti fra di loro. Al centro della parte bassa si trova una statua in ricordo di Cosimo III, posta successivamente alla sua realizzazione. Nel corso del 2020 ha subito un imponente lavoro di potatura dovuta all'instabilità di alcuni lecci, che ha causato l'eradicazione di alcuni di essi e la successiva piantagione di nuovi.
Cipressi di San Quirico d'Orcia sulle pendici collinari a "I Triboli", visibili lungo la via cassia lungo il tragitto che porta dal comune verso Siena.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 379 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
La festa del Barbarossa si festeggia la terza domenica di giugno. Nella festa si sfidano 4 quartieri (Borgo, Castello, Canneti, Prato), partecipano con due gare, Alfieri e Arcieri. Nei giorni della festa ci sono dei cortei storici piuttosto realistici. La festa rievoca l'incontro nel 1155, fra Federico di Svevia chiamato il Barbarossa e i messi papali per discutere dell'incoronazione imperiale da parte del Papa a Roma.[10]
La festa dell'olio avviene durante il ponte dell'immacolata, e viene presentato l'olio del nuovo raccolto, insieme a spettacoli folcloristici, musicali e scuole di cucina.
^* L. B. van der Meer Liber linteus zagrabiensis. The Linen Book of Zagreb. A Comment on the Longest Etruscan Text. Louvain/Dudley, MA 2007 ISBN 978-90-429-2024-8.
^ Federico Uncini, Le vie dei pellegrini nelle Marche durante il Medioevo, in Homo Viator, Macerata, QuattroVenti, 1997. pag. 173