Santhià è stata probabilmente abitata sin dall'età del Bronzo, come dimostrano alcuni ritrovamenti preistorici. La zona fu successivamente abitata dai Liguri e dai Celti libici e passò al dominio romano alla fine del II secolo a.C..
Ricevette le denominazioni di Vicus Viae Longae e poi, in epoca cristiana, fu dedicata a Sancta Agatha, di cui si deriva il nome attuale. Con questa denominazione è menzionata in un documento dell'anno 999, per il quale Ottone III cedeva al Vescovo Leone di Vercelli alcuni territori e beni, tra i quali tutto l'oro della contea di "Sancte Agathe". Rimase sotto il dominio dei Vescovi di Vercelli fin quando fu conquistata dai Visconti di Milano. Nel 1377 la città si consegnò ad Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde.
In epoca rinascimentale e barocca Santhià fu frequente scenario di battaglie tra francesi e spagnoli, in particolare durante la guerra tra Francesco I di Francia e Carlo V (il cui Gran Cancelliere era Mercurino Arborio di Gattinara), con notevoli sofferenze per la popolazione[5].
Nel corso della seconda guerra mondiale, tra il 1941 e il 1943, Santhià fu uno dei comuni del Piemonte adibiti a località di internamento libero per ebrei stranieri. Vi soggiornarono a regime di domicilio coatto due coppie di profughi provenienti dai Balcani.[6] Con l'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana, i Rosenfeld riuscirono a sfuggire alla cattura rifugiandosi a Quittengo, mentre i Weisskopt vennero arrestati e deportati alla morte a Auschwitz.[7]
Tra il 30 aprile ed il 1º maggio 1945, con la seconda guerra mondiale ormai conclusa, la cittadina venne assaltata e saccheggiata dalla 5. Gebirgs-Division nazista, reparto resosi responsabile poche ore prima della strage di Grugliasco e Collegno. Nel corso delle operazioni vennero massacrate una cinquantina di persone tra partigiani e civili[8].
Simboli
Lo stemma di Santhià è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 7 aprile 1937.[9]
«D’argento, alla croce di rosso; alla bordura d’argento, con la legenda COMMUNITAS OPPIDI ILL.MI S. AGATAE VULGO SANTHIÀ. Lo scudo di forma sannitica sormontato dalla corona gentilizia e contornato da due rami di quercia e d’alloro decussati in punta ed annodati da un nastro dai colori nazionali.»
Il gonfalone municipale è un drappo partito di bianco e di rosso ed è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 20 aprile 1960.[9]
Le parti più antiche sono il campanile Romanico del XII secolo e la cripta di Santo Stefano, che a partire dal VII secolo divenne secondaria rispetto alla nuova chiesa di Sant'Agata fatta edificare dalla regina longobarda Teodolinda che vi trasferì le reliquie della martire.
La cripta è l'unica testimonianza di antico edificio religioso edificato in precedenza. Presenta due file di colonne, tre piccole navate e volte a crociera.
Nella collegiata è presente, all'interno, il Polittico di Sant'Agata, opera di Gerolamo Giovenone, sono altresì conservati due organi: il monumentale Serassi 1861[11] op. 654 sulla bussola d'ingresso, e un "Marzi" 2019 (ricostruzione di uno strumento di scuola Varesina del 1850ca) nell'abside del Coro. All'interno pitture di Luigi Hartmann (1807-1884).
La chiesa-oratorio in piazza S. Rosario, subito dietro l'abside di Sant'Agata. Chiusa al culto nel 1960, divenne cinema parrocchiale, poi dal 1980 salone e deposito. Il campanile è in stile barocco piemontese.
Chiesa SS. Trinità, nella omonima via (si congiunge con via Ospedale, dove si trova l'antico Ospedale di San Salvatore), edificio del sec. XVº, restaurato, a due navate, fondata dalla confraternita della SS. Trinità (1497) in seguito assieme con quella dei Santi Apostoli (1579) fusesi nel 1634 nella Arciconfraternita della SS. Trinità'.[13]
La chiesa di San Grato, originariamente risalente al 1667, in via Pascoli.[14] Fu un oratorio fondato da eremiti laici nominati dalla collegiata di Santhià. Venne ampliato nel 1761 utilizzando i materiali della vicina chiesa della Misericordia poi demolita. Contiene affreschi del sec. XVII. Vicino fu costruita (1978) la nuova chiesa di San Grato con un grande oratorio.
Chiesa della Madonna Trovata, in via Ticino, zona di campagna,[15] sulla strada per Tronzano e Torino. Il nome deriva probabilmente dai trovatori medievali. Risale al 1440, fu fatta erigere dal parroco dell'epoca Simone Pietro, un biellese. Gli affreschi che erano qui conservati furono collocati nella chiesa antica del Santuario di Oropa.
Antica chiesa di San Rocco: sorge su un precedente luogo di culto pagano. Si trova al di là della stazione. Fu rinvenuto un frammento di un affresco nella zona dell'altare datato XV sec. L'oratorio fu distrutto fra il 1500 e il secolo successivo nel periodo delle guerre che coinvolsero Santhià, città che fu poi ricostruita due volte. Nei pressi delle fondamenta sono emerse alcune sepolture durante i lavori di ristrutturazione.
Architetture civili
Il palazzo del Comune (accanto alla chiesa di Sant'Agata) fatto edificare nel 1719, prima ospitava un edificio alto, andato perduto nel 1412, distrutto durante le varie battaglie feudali. Rimasto senza un palazzo comunale per oltre 300 anni ebbe diverse sedi presso privati in modo alternato.
Il castello di Vettignè, sito nell'omonima frazione che tra il XVIII e il XIX secolo fu comune autonomo, fu costruito nel XV secolo presso il crocevia tra la Via Svizzera e la Via Francigena. Il toponimo di Vettignè deriva infatti dal vectigal, ossia il dazio richiesto ai viandanti per ottenere il diritto di passaggio. Il castello versa in stato di quasi abbandono da quando nel 1960 è iniziato il progressivo spopolamento della frazione. Fu ampliato a partire dal 1850.
Il castello (o Palazzo) del Capitano[16][17] è la parte rimasta di una casaforte del secolo XV. Fu la sede del capitanato di Santhià, istituito da Amedeo VI di Savoia nel 1375. Il primo capitano fu Uberto Gozzano de Ast. All'interno è conservato un affresco della patrona, Sant'Agata
Antico ospedale di San Salvatore. Nel 1802 fu un monastero. Dal 1817 adibito ad ospedale intitolato San Salvatore. Tale funzione deriva dal fatto che in epoca medievale l'accoglienza dei pellegrini da parte dei monaci comprendeva le cure mediche. La navata neoclassica è ora denominata come Auditorium San Francesco: restaurata, viene usata per mostre. All'interno si trova un chiostro che deve essere restaurato.[19]
Il palazzo dei conti de Rege di Donato, sulla via principale dei negozi, nel centro storico, corso Nuova Italia. Si è pensato prima che avesse ospitato Napoleone e che si fosse affacciato dal balcone sul corso principale al passaggio delle sue truppe di ritorno dal San Bernardo. Dopo ricerche storiche questo avvenimento è stato messo in forte dubbio e la targa prima apposta sulla balconata è stata rimossa.
Casa Turrita o la Torre di Teodolinda rifacimento di torre longobarda del XIV secolo e che nulla ha a che fare con la regina da cui prese il nome.
L'edificio limitrofo ospitò la corte ducale dei Savoia, rifugiatasi in questa città per fuggire dalla peste che infestava Torino. Per tale motivo Santhià (che non fu colpita dal morbo) fu sede anche del senato sabaudo e della zecca.
Antico palazzo dei vescovi, nella omonima viuzza, centro storico. Oggi casa privata.
Al numero 114 del corso principale, una targa segnala l'abitazione in cui è nato e ha vissuto gli anni di gioventù Sant'Ignazio da Santhià[20].
Alcuni di questi monumenti furono purtroppo bombardati durante la Seconda Guerra Mondiale e demoliti nel corso del XIX secolo in occasione del riassetto del centro storico.
Nel territorio di Santhià passano due canali, i quali forniscono l'acqua per la risicoltura della zona:
Cascina La Mandria[21] sulla strada Santhià-Cavaglià-Ivrea. Voluta (1741) da Carlo Emanuele di Savoia, edificata da Giacinto Bajis, (allievo dell'Alfieri), ha inserita nella facciata (in foto a Sx), la chiesa di Sant'Anna
Il Carnevale Storico di Santhià è il più antico carnevale del Piemonte, del quale si ha traccia almeno fin dal 1328[24].
Da aprile 2024 è stato inaugurato presso il Palazzo del Capitano il Carvè Museum.[25]
Santhià dispone di un campo di atletica, predisposto per vari tipi di sport
Calcio
L'A.S.D Santhià Calcio, fondato nel 1903, nei tardi anni sessanta ha disputato alcuni campionati di Promozione, allora massimo livello regionale. Ritornato in promozione nella stagione 2000-2001, è stato successivamente promosso in Eccellenza nel 2005 e nel 2009-'10 ha avuto accesso alla Serie D, per ripescaggio.
Il colore sociale è il granata, con bordi bianchi.
Il campo sportivo comunale "Pairotto" ha una tribuna da 500 spettatori.
Cronistoria
Cronistoria del Santhià Calcio
1963-64 - 1° in Seconda Categoria. Promosso in Prima Categoria.
1964-65 - 14º nel girone A di Prima Categoria Piemonte.
1965-66 - 10º nel girone A di Prima Categoria Piemonte.
1966-67 - 16º nel girone A di Prima Categoria Piemonte. Retrocesso ma ripescato a completamento degli organici.
1967-68 - 3º nel girone A di Prima Categoria Piemonte. Ammesso alla nuova Promozione.
1968-69 - 11º nel girone unico di Promozione Piemonte.
1969-70 - 8º nel girone unico di Promozione Piemonte.
1970-71 - 17º nel girone unico di Promozione Piemonte. Retrocesso in Prima Categoria.
2000-01 - 1º nel girone B della Prima Categoria. Promosso in Promozione.
2001-02 - 12º nel girone D di Promozione Piemonte. Vince i play out contro la Junior M.Giraudi per 2-0 e 0-1.
2002-03 - 4º nel girone B di Promozione Piemonte.
2003-04 - 4º nel girone A di Promozione Piemonte.
2004-05 - 1º nel girone A di Promozione Piemonte. Promosso in Eccellenza.
2005-06 - 13º nel girone A dell'Eccellenza Piemonte. Vince i play out contro lo Sparta Vespolate per 2-1 e 0-0.
2006-07 - 7º nel girone A dell'Eccellenza Piemonte.
2007-08 - 8º nel girone A dell'Eccellenza Piemonte.
2008-09 - 9º nel girone A dell'Eccellenza Piemonte.
2009-10 - 2º nel girone A dell'Eccellenza Piemonte. Perde il 1º turno degli spareggi nazionali contro la Fersina Perginese per 3-2 e 0-2. Ripescato in Serie D.
^Le circostanze e il luogo esatto dell'arresto dei coniugi Weisskopf non sono conosciute. Dall'archivio del CDEC risulta solo che furono arrestati il 24 gennaio 1944 in provincia di Vercelli, trasferiti a Milano e di lì ad Auschwitz il 30 gennaio 1944. CDEC Digital Library.