Livorno Ferraris sorge nelle campagne vercellesi e si sviluppa su una vasta area che lo rende uno dei paesi con il territorio più vasto della sua zona.
Si ipotizza che il toponimo derivi dall'etnonimo Libui, il popolo ligure proveniente dalla Francia meridionale che si stanziò nel Vercellese attorno al IV secolo a.C.[4].
Fino al 1924 era denominata "Livorno Piemonte"[6].
Tra il 1936 e il 1938 il comune di Livorno Ferraris divenne un importante centro di transito per ebrei che dalla Germania intendevano emigrare in Palestina. L'organizzazione sionistica "Hechaluz", in collaborazione con la comunità israelitica di Vercelli, provvedeva che gli aspiranti emigranti potessero apprende in una fattoria della zona quelle tecniche agricole loro necessarie per il lavoro che li attendeva nella nuova terra, finché a fine agosto 1938, alla vigilia della promulgazione delle leggi razziali fasciste, la "Fattoria Hechaluz" fu oggetto di pesanti attacchi sulla stampa che segnarono la fine dell'esperienza.[7]
Nel 1941 dopo lo scoppio della guerra, Livorno Ferraris fu uno dei tanti comuni italiani ad essere designati come località di internamento libero per profughi ebrei stranieri. Vi giunse dalla Croazia una famiglia, i Weisz (padre, madre, una figlia e un figlio).[8] Si integrarono senza problemi, ma con l'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana cominciarono le deportazioni. Di ritorno da un fallito tentativo di espatrio in Svizzera, i Weisz furono arrestati il 12 dicembre 1943 dai carabinieri e condotti a fine gennaio 1944 ad Auschwitz. Solo il figlio sfuggì alla cattura e alla morte.[9]
Nella notte tra il 29 ed il 30 marzo 1945 un reparto fascista fucilò contro il muro del municipio quattro partigiani[10].
Simboli
«D'azzurro, alla croce cucita di rosso, accantonata da quattro stelle d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.[11]»
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2017 la popolazione straniera residente era di 462 unità, pari al 10,6 % della popolazione residente, di cui 114 provenienti dalla Croazia.[14]
Cultura
Per valorizzare e testimoniare l'importanza della coltivazione risicola, importante attività economica della zona, la famiglia Rondolino, titolare della Tenuta Torrone della Colombara, ha concesso l'uso di alcuni locali della cascina per ricreare gli ambienti della risicoltura. Tutto quanto esposto in questi ambienti (camera da letto, cucina, dormitorio, scuola, laboratori del fabbro, maniscalco e margaio) è stato donato, restaurato e catalogato in forma gratuita dai cittadini livornesi. Sempre all'interno della tenuta è possibile visitare la riseria di Riso Acquerello, dove è stata ricostruita la filiera completa del riso.
Nella piazza principale del paese è inoltre presente il Museo Sacrario, dedicato a Galileo Ferraris e rinnovato nel 1997, con l'aggiunta di una lapide commemorativa del 150º anniversario della nascita dello scienziato, realizzata dalla scultrice vercellese Caria Crosio su lastre stratificate di marmo di Carrara.
Eventi
La sagra paesana è dedicata al patrono San Lorenzo: essa richiama con le sue attrattive artistiche e ludiche gli abitanti di tutti i paesi circondariali e non solo. La sagra si svolge sempre nell'ultima settimana di agosto.
Livorno, oltre ad essere città natale di Galileo Ferraris e di suo fratello Adamo, lo è anche dei calciatori Giovanni Bigando e Rinaldo Pretti ed è sede della società calcistica "A.S.D Livorno Ferraris Calcio 1926" che nel 2016 ha festeggiato i suoi 90 anni.
^ Giovanni Sommo, Capitolo 20: La rete stradale, in Vercellae storia e archeologia - Una città della Cisalpina e il suo territorio, Vercelli, Edizioni del Cardo, 2020, p. 194 e 268. URL consultato il 16 aprile 2022. Ospitato su Academia.