Sinfonia d'autunno
Sinfonia d'autunno (in tedesco Herbstsonate; in svedese Höstsonaten) è un film del 1978 di Ingmar Bergman, tratto da un testo teatrale dello stesso cineasta[2]; di produzione congiunta svedese e, per ragioni fiscali, tedesco-occidentale, fu l'ultimo film realizzato per il cinema da Bergman; i successivi lavori, seppur usciti in sala, furono concepiti originariamente per la televisione. Per la prima e unica volta nella sua carriera professionale Ingmar Bergman diresse la sua omonima, e altrettanto famosa, Ingrid Bergman, affiancata sulla scena da altri artisti già noti al regista, prima tra tutte Liv Ullmann (Sussurri e grida, L'immagine allo specchio), nell'occasione accompagnata dalla di lei (e dello stesso Bergman) figlia Linn, all'epoca undicenne; Gunnar Björnstrand (Il settimo sigillo) o ancora Erland Josephson (Verso la gioia, Scene da un matrimonio). TramaViktor, un pastore protestante, e la moglie Eva vivono in un villaggio tra i fiordi della Norvegia. Eva, una donna molto sensibile e piena di fede, ha perduto il suo bambino prima che compisse quattro anni e da due si prende cura della sorella disabile Helena, che la madre aveva precedentemente messo in una casa di cura. Eva ha invitato a trascorrere una vacanza a casa sua la madre Charlotte, una famosa pianista che da poco tempo ha perso il suo compagno Leonardo, morto in una clinica dopo una lunga malattia, e che Eva non vede da sette anni. Arriva la madre, molto vivace malgrado il recente lutto ma stanca del viaggio, che si lamenta subito per il mal di schiena e chiede alla figlia di avere per la notte una tavola da mettere sotto il materasso, e poi, informata da Eva che Helena si trova nella stanza accanto e vive in quella casa da due anni, cosa di cui ella non era a conoscenza e che la stupisce, va a vedere l'altra figlia, che le rivolge solamente alcuni suoni gutturali, dai quali Charlotte è molto turbata. Intanto Eva parla col marito Viktor e Charlotte si veste per la cena, indossando un abito rosso, come la figlia prevede. Dopo la cena Charlotte viene chiamata al telefono da Paul, il suo agente, che le parla dei suoi prossimi impegni concertistici; Charlotte poi invita la figlia a suonare al pianoforte, il preludio n. 2 di Chopin. Terminata l'esecuzione di Eva, la madre le dà dei consigli, che suonano però come critiche, e, infine, suona magistralmente lo stesso pezzo. Charlotte raggiunge Eva nella stanza di Erik, il suo bambino morto affogato, ed Eva le confida i suoi pensieri sul figlio, e le dice di sentire tuttora la presenza fisica del bambino, che continua a vivere dentro di lei. Viktor e Charlotte parlano dei problemi della figlia ed Eva, saputolo, rimprovera la madre per la sua interferenza. Più tardi, riprendendo il discorso, madre e figlia discutono in modo acceso, rinfacciandosi i reciproci torti. Eva accusa la madre di averla trascurata, di averla fatta abortire, di aver tradito il marito e di essere stata la causa del peggioramento di Helena, di aver vissuto solo per sé stessa, pretendendo l'amore dalle persone che le erano accanto ma senza dar nulla in cambio. Charlotte, dopo un vano tentativo di difendersi, le chiede di perdonarla, ma Eva risponde che non può. Paul va a prendere Charlotte, che è rimasta in casa della figlia solamente ventiquattro ore, e l'accompagna sul treno. Charlotte ringrazia Paul per averla portata via dalla figlia; nel frattempo Eva, addolorata, si trova davanti alla tomba del figlio. Infine Eva scrive alla madre una lettera, nella quale le chiede perdono per averla fatta soffrire. Analisi del filmIl titolo originale del film, Höstsonaten, parla di una sonata, e non di una sinfonia com'è stato tradotto in italiano; e proprio la parola sonata fa comprendere il taglio che Bergman vuol dare alla sua opera. Se infatti una sinfonia viene composta per l'orchestra, una sonata è un brano per strumenti, così come i personaggi del film, che sono dei solisti che si confrontano. Il film venne criticato da alcuni per una certa incompiutezza nella forma[senza fonte] e per l'estrema concisione, ma ebbe anche critiche molto positive e, come scrive Paolo Valmarana[3], il film "è bergmaniano per eccellenza, forse il più bergmaniano di tutti, nel suo ridurre al minimo ogni mediazione tradizionalmente cinematografica per lasciare al dramma il massimo di spazio e di evidenza e il minimo di inquinamento". Piera Detassis ha definito il film "Un bisturi che affonda le sue lame in uno dei sentimenti più nobili dell'essere umano: l'amore filiale". Riconoscimenti
Curiosità
Titoli con cui è stato distribuito
TeatroIn Italia il testo teatrale all'origine del film è stato allestito più volte: la prima, a poche settimane dalla morte di Bergman, fu nel settembre 2007, al Crt Teatro dell'Arte di Milano con la compagnia “La rabbia giovane”, il titolo originale Sonata d'autunno e la regia di Federico Olivetti, primo a chiedere i diritti ai detentori svedesi.[6] Il lavoro è stato poi proposto anche con grandi nomi della scena nazionale nei ruoli delle protagoniste Charlotte e Eva: per esempio Rossella Falk e Maddalena Crippa (stagione 2007-2008 e ripresa nella seguente), Anna Maria Guarnieri e Valeria Milillo dirette da Gabriele Lavia (2014-2015) - in entrambi i casi usando il titolo italiano del film. Note
Collegamenti esterni
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