StoryboardLo storyboard (termine inglese che, letteralmente, significa "tavola della storia", intesa come racconto) è la rappresentazione grafica, sotto forma di sequenze disegnate in ordine cronologico, delle inquadrature di un fumetto o di un film, dal vero come d'animazione. In italiano perciò potrebbe essere tradotto come "sceneggiatura disegnata" (o "illustrata"). DescrizioneNel settore dei fumetti, lo storyboard è la prima e approssimativa visualizzazione grafica delle vignette che comporranno ogni singola tavola della storia finale. In campo cinematografico si tratta di una serie di disegni, in genere diverse centinaia, che illustrano, inquadratura per inquadratura, ciò che verrà poi girato sul set. Di solito sotto i disegni si indicano i movimenti della macchina da presa (ad esempio: "panoramica a destra", oppure "carrello in avanti") e delle frecce ne indicano la direzione. Spesso altre frecce, poste all'interno dell'inquadratura, indicano i movimenti dei personaggi e degli oggetti. A volte è descritta la scena e riportati brani di dialogo, oppure l'obiettivo che si intende usare, la luce o l'atmosfera che si vuole creare e, in certi casi, si segnala addirittura il costo di un'inquadratura. Story reelUna forma più avanzata di storyboard, in pratica il passo successivo in qualsiasi processo d'animazione, è lo story reel (detto anche animatic): si tratta di storyboard montati in sequenza ai quali si aggiunge una traccia sonora temporanea (con musica e voci dei personaggi), in modo da creare un filmato che dia il senso del ritmo e aiuti a visualizzare la scena in maniera più dettagliata rispetto allo storyboard in quanto scandisce l'azione in tempo reale.[1] OriginiIl primo regista ad usare gli storyboard fu probabilmente Georges Méliès.[2] Il processo di storyboarding, nella forma in cui è conosciuta oggi, è stato sviluppato da Walt Disney per i suoi cartoni animati.[3] Già nel 1927, per la serie di Oswald il coniglio fortunato, il suo collaboratore Webb Smith disegnò lo storyboard completo dei suoi cortometraggi (allora era chiamato continuity sketches).[4] Verso l'inizio degli anni trenta, probabilmente a causa del successo ottenuto da Walt Disney, quasi tutti i film prodotti dagli studios utilizzavano lo storyboard. Il fenomeno si spiega anche con il fatto che all'epoca gli studios realizzavano oltre 500 film l'anno e la gestione del prodotto finito (il cosiddetto final cut) era saldamente nelle mani dei produttori; avere lo storyboard di ogni film permetteva di mantenere alta la produzione senza perdere il controllo di ciò che finanziavano. Nondimeno Orson Welles, il cui eccezionale contratto gli lasciava la più completa libertà creativa (compreso il fatidico final cut), volle storyboard molto dettagliati per Quarto potere e vi lavorò direttamente con l'art director Perry Ferguson; quest'ultimo li realizzò poi insieme a quattro illustratori che lavoravano ai suoi ordini. Casi di impiegoLo storyboard è la pre-visualizzazione di un progetto. Potremmo definirlo una "sceneggiatura disegnata", ma non è del tutto corretto. Parliamo di un lavoro molto più tecnico dell’adattamento di uno script in fumetto, ed è proprio per questo che si preferisce considerarlo come una sorta di budget. La pre-visualizzazione suggerisce infatti quale impegno richiederanno le scene in termini di effetti, produzione, tecniche, trasporti e perfino l'ordine di ripresa delle scene stesse. Quindi lo storyboard è utile al regista e a tutta la produzione, per la quale diventa uno strumento di comunicazione e di coordinamento. Uso dello storyboard nel mondo del cinemaLo storyboard è utilizzato nella maggior parte dei film americani e inglesi, soprattutto quelli d'azione, molto raramente nei film italiani e francesi. Alfred Hitchcock ne fu un cultore; disegnava per intero i suoi film, ma solo con la risistemazione degli archivi della RKO si è capito fino a che punto si spingeva il suo perfezionismo: conservate in grosse scatole sono state ritrovate decine di migliaia di disegni, per lo più a colori, che illustravano i film inquadratura per inquadratura. Hitchcock amava dire che considerava i suoi film finiti prima ancora di girarli, e che molto raramente guardava nel mirino della macchina da presa, tanto sapeva già che l'inquadratura sarebbe stata l'equivalente fotografico degli storyboard. Anche Martin Scorsese realizza i suoi film prima sulla carta e poi sul set. Disegna lui stesso le inquadrature dei suoi film. Anche Kathryn Bigelow che, prima di diventare regista, è stata una pittrice, si disegna gli storyboard. «Non dipingo più (…) disegno solo i miei storyboard. Faccio storyboard molto precisi, così da visualizzare tutte le scene e, in seguito, lavoro su questi storyboard con il direttore della fotografia. I miei storyboard sono sempre molto precisi, soprattutto quelli delle scene d'azione». Steven Spielberg non sa disegnare, ma in compenso assolda schiere di storyboard-artist per i suoi film. Prima di realizzare Jurassic Park ha messo al lavoro cinque illustratori sulle bozze del romanzo di Crichton, con il risultato che probabilmente anche lo scrittore è stato influenzato dagli storyboard. Per anni gli storyboard sono stati rivisti e corretti, tanto da far dire ad uno degli storyboard-artist di essere affascinato da quella specie di lotta per la sopravvivenza che s'ingaggiava tra un disegno e un altro. Ridley Scott può essere definito un vero entusiasta dello storyboard. Per lui "ognuno di quei disegni abbozzati vale da solo più di mille parole". Nei suoi film "l'ingranaggio della produzione progredisce con gli storyboard", che "risparmiano una incommensurabile quantità di tempo e forniscono al regista il senso chiaro delle sue mete". Anche James Cameron si disegna le inquadrature dei film. Il regista di Titanic e Terminator considera lo storyboard «un inestimabile strumento per la visualizzazione di un film, che, come la parola scritta, può essere appena abbozzato o perfettamente definito, può essere seguito rigidamente o gettato nel cestino, con l'evolversi della visualizzazione della sceneggiatura». L'uso dello storyboard è così invalso che il fatto di non usarlo può assumere quasi il valore di una scelta controcorrente, il rifiuto di una tradizione, di un sistema di lavoro collaudato e consolidato nel tempo. Non lo usano:
BusinessGli storyboard utilizzati per pianificare campagne pubblicitarie, come la produzione di video aziendali, spot pubblicitari, proposte o altre presentazioni aziendali volte a persuadere o costringere all'azione, sono noti come tabelloni di presentazione.[6][7][8] Le tavole di presentazione tendono ad avere una qualità di rendering superiore a quella delle tavole cinematografiche, in quanto devono trasmettere espressione, layout e stato d'animo. La creazione di uno storyboard fornisce una panoramica della disposizione delle informazioni nel video.[9] Le agenzie pubblicitarie moderne e i professionisti del marketing creano tavole di presentazione ingaggiando un artista di storyboard per creare cornici illustrate, disegnate a mano, oppure utilizzando spesso foto di partenza per creare una dichiarazione libera dell'idea che stanno cercando di vendere. Gli storyboard possono essere utilizzati anche per comprendere visivamente l'esperienza del cliente, mappando il suo percorso, i marchi possono identificare meglio i potenziali punti dolenti e anticipare le sue esigenze emergenti.[10] Gli storyboard esistono anche in contabilità nel calcolo dei costi basato sulle attività (ABC) per sviluppare un diagramma di flusso dettagliato del processo che mostra visivamente tutte le attività e le relazioni tra di esse.[11] In questo modo, vengono utilizzati per misurare il costo degli input, identificare ed eliminare i costi non a valore aggiunto, determinare l'efficienza di tutte le attività principali e identificare e valutare nuove attività che possono migliorare le prestazioni future. UtilitàIl fatto che un regista abbia le idee chiare rispetto al tema, alle atmosfere o alle emozioni che vuole esprimere, non vuol dire necessariamente che egli sappia con chiarezza quale sia il modo migliore per visualizzarle. Oltre a questa che potremmo definire la sua funzione primaria, lo storyboard assolve a molte funzioni secondarie. Software di Storyboard
Note
Bibliografia
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Collegamenti esterni
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