Seguendo le orme del fratello maggiore, Thor inizia a gareggiare in bicicletta a dieci anni[2], nel 1988, sostenuto dai genitori ed in modo particolare dal padre, ex saltatore con gli sci[3] che oltre ad accompagnarlo alle corse gli fa da meccanico e lo aiuta economicamente fino a quando il ragazzo non entra in una squadra di buon livello[3]. Viene seguito e spesso consigliato anche da Dag Otto Lauritzen il primo norvegese a vincere una tappa al Tour de France, anche lui nativo di Grimstad e all'epoca piuttosto famoso[3], che per Thor diventa un modello da seguire, un compagno di allenamenti oltre che un amico[4]. Al ciclismo Hushovd alterna lo sci di fondo che pratica anche a livello agonistico con buoni risultati[2][5]. Negli anni in cui gareggia nella categoria juniores, il 1995 e il 1996 con il Grenland SK[6], si mette in mostra soprattutto per le qualità di cronoman tanto da conquistare due titoli nazionali[3], il Campionato nordico[7] e il decimo posto ai Mondiali[3]. Si impone anche nella prova in linea del Campionato norvegese di categoria[3].
Nel primo anno tra gli Under 23, il 1997, vince quattro tappe al Ringerike Grand Prix, importante corsa norvegese aperta a dilettanti e professionisti[8]. Nel 1998 trionfa in due prestigiose classiche dilettantistiche quali la Paris-Roubaix Espoirs e alla Paris-Tours Espoirs che gli permettono di aggiudicarsi la Coppa del mondo riservata agli Under 23[3]. Il 6 ottobre in occasione della prova a cronometro per gli Under 23 ai Campionati del mondo nei Paesi Bassi copre i 32,8 chilometri tra Maastricht e Valkenburg in poco più di 43 minuti ad una media superiore ai 45 chilometri orari conquistando la medaglia d'oro a soli venti anni. Tre giorni dopo si piazza al quinto posto nella prova in linea. Nel 1999 vince ventidue corse[8] imponendosi spesso nelle gare in linea ma anche in brevi corse a tappe[3]. Nel settembre del 1999 debutta come stagista con la squadra professionistica francese franceseCrédit Agricole ottenendo subito un quinto posto nella quarta tappa del Tour de l'Avenir dove vince la volata del gruppo inseguitore ad alcuni minuti dai primi classificati[8][9]. Dopo l'esperienza da stagista firma con la squadra francese un contratto da professionista a partire dal 2000[10].
Professionista con la Crédit Agricole (2000-2008)
Dopo la brillante carriera tra gli Under 23 e l'esperienza da stagista viene assunto come professionista nel 2000 dalla Crédit Agricole squadra francese per la quale gareggerà fino al 2008, anno della chiusura del team[11][12].
Il debutto
Nel 2000 abbandona la Norvegia per trasferirsi a vivere in Francia dove inizialmente viene molto aiutato dai compagni di squadra della Crédit Agricole Jens Voigt e Stuart O'Grady[10]. Ottiene il primo risultato positivo a marzo in una lunga tappa della Tirreno-Adriatico dove si piazza al nono posto nella volata vinta da Erik Zabel su Mario Cipollini[8]. In aprile partecipa alla Parigi-Roubaix vinta da Johan Museeuw in cui si ritirano oltre cento atleti. Per Thor, che due anni prima aveva vinto la Paris-Roubaix Espoirs, è la prima partecipazione con i professionisti e tagliare il traguardo, anche se molto lontano dai primi classificati, è un ottimo risultato per un debuttante nonché una cosa piuttosto rara[3]. Trionfare all'Inferno del Nord, così viene chiamata la Parigi-Roubaix, diventa il sogno sportivo del norvegese, il traguardo più ambito[10]. Conclude la stagione in modo positivo con un bottino di cinque vittorie e porta a termine anche la Parigi-Tours e il Campionato del mondo dimostrando buone qualità per le classiche nonostante la giovane età[3].
Per prepararsi al meglio per il 2002, in particolare per le classiche, cambia la preparazione agonistica invernale diminuendo gli allenamenti in palestra per aumentare le uscite in bici[3]. La stagione si rivelerà al di sotto delle aspettative con tre soli successi complici la caduta alla Paris-Nice quando sta per raggiungere la forma migliore e forse la pressione eccessiva della squadra nei confronti del ragazzo[3]. Partecipa alla Milano-Sanremo, al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix concludendole tutte senza acuti. In occasione della diciottesima tappa del Tour de France da Cluses a Bourg-en-Bresse, dopo una lunga fuga batte in una volata a tre Christophe Mengin e Jakob Piil conquistando la sua prima vittoria nella corsa francese[2]. Il mese successivo si laurea per la prima volta campione norvegese a cronometro. Durante la stagione prende contatto con la EDS-Fakta, squadra danese in cui milita il suo amico e connazionale Kurt Asle Arvesen, per correre dal 2003 ma la trattativa non va in porto dopo le rassicurazioni ricevute da Roger Legeay, direttore sportivo della Crédit Agricole, che vuole rendere la squadra più competitiva per le classiche e il Tour de France, obiettivi principali di Hushovd[3]. In un'intervista a fine stagione il norvegese dichiara di avere commesso un errore a contrattare con la EDS-Fakta, di non avere screzi con Roger Legeay e di trovarsi bene con i compagni della Crédit Agricole[3].
La prima parte della stagione 2003, a causa di una errata ed eccessiva preparazione durante l'inverno, si rivela negativa tanto che Hushond non partecipa a nessuna classica[4]. Le cose migliorano verso l'estate e dopo le vittorie di tappa alla Vuelta a Castilla y León e al Critérium du Dauphiné disputa un buon Tour de France in cui non vince alcuna frazione ma ottiene alcuni piazzamenti sprintando con velocisti quali Baden Cooke e Alessandro Petacchi, e a settembre si impone nel Grote Prijs Jef Scherens centrando la terza vittoria dell'anno[4]. Una successiva caduta ne compromette il finale di stagione e non partecipa ai Campionati del mondo di Hamilton[4].
L'australiano Stuart O'Grady, velocista di punta della Crédit Agricole nelle precedenti stagioni, dal 2004 passa alla Cofidis, e Thor Hushovd diventa il nuovo capitano della squadra francese diretta ancora da Roger Legeay che viene strutturata per supportarlo al meglio nelle classiche e al Tour de France, ancora obittivi stagionali del norvegese[4]. Hushovd non delude le aspettative centrando dieci vittorie. In febbraio si impone in una tappa dell'Étoile de Bessèges e nei mesi successivi vince la Classic Haribo in una volata di gruppo, il Grand Prix de Denain dopo uno sprint a due e il Tour de Vendée per distacco, che gli consentono di aggiudicarsi la Coppa di Francia. Prende parte anche al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix conclusa in diciassettesima posizione. Nei mesi successivi centra vittorie di tappa al Tour du Languedoc-Roussillon e al Critérium du Dauphiné e conquista la medaglia d'oro ai Campionati nazionali norvegesi sia nella prova a cronometro che in linea. Grazie ai piazzamenti nelle prime tappe del Tour de France indossa per un giorno la maglia gialla di leader della corsa. Nella tredicesima tappa, disputata sotto la pioggia da Lamballe a Quimper dove il traguardo è posto in cima ad una leggera salita, con una lunghissima volata sorpassa Kim Kirchen, scattato poco prima, e vince lasciandosi alle spalle tra gli altri Erik Zabel che lo precederà nella classifica finale a punti[13][14].
La svolta della carriera
Prepara la stagione 2005 per essere competitivo nelle classiche[15] dove ottiene buoni risultati pur non vincendo alcuna corsa. Alla Milano-Sanremo arriva con il gruppo principale ma sul traguardo della cittadina ligure un imbattibile Alessandro Petacchi vince nettamente la volata lasciandosi alle spalle Danilo Hondo e lo stesso Thor Hushovd che con il terzo posto ottiene il primo podio in una classica monumento. Dopo una fuga con gruppetto di corridori, tra cui Daniele Bennati e Fabian Cancellara, si piazza al quinto posto nella Gent-Wevelgem vinta per distacco e in modo dubbio da Nico Mattan su Juan Antonio Flecha[16]. Conclude la Paris-Roubaix al nono posto a quasi quattro minuti dal vincitore Tom Boonen, tagliando il traguardo per la prima volta nei primi dieci classificati. Nei mesi successivi vince quattro gare compresa la prova a cronometro dei Campionati norvegesi. Al Tour de France Hushovd ottiene numerosi piazzamenti ma nessuna vittoria di tappa. Lotta però con Tom Boonen, poi ritirato, Stuart O'Grady e Robbie McEwen per la classifica a punti, ambita dai velocisti, il cui leader si distingue dalla maglia verde che indossa. Dopo tre settimane di corsa Thor si aggiudica la speciale classifica indossando la maglia verde sul podio finale di Parigi. Questo successo lo consacra tra i corridori più forti al mondo e tra i migliori sportivi norvegesi tanto da vincere il prestigioso Premio popolare dello sport, per la prima volta assegnato ad un ciclista[17]. L'ultima vittoria stagionale arriva nella quinta tappa della Vuelta a España da Alcázar de San Juan a Cuenca.
Il 2006 è una delle migliori stagioni per Thor Hushovd dal punto di vista qualitativo. Si mette in mostra alla Tirreno-Adriatico battendo in volata Alessandro Petacchi e Óscar Freire nella quarta tappa di oltre duecento chilometri, la più lunga della corsa. Dopo il piazzamento alla Milano-Sanremo, vince la Gent-Wevelgem, una delle tre classiche del pavé, regolando in volata David Kopp, Alessandro Petacchi e Filippo Pozzato conquistando il suo primo successo in una classica. Vince poi una tappa alla Volta Ciclista a Catalunya e una al Critérium du Dauphiné Libéré prima di partecipare al Tour de France orfano di numerosi protagonisti coinvolti nell'Operación Puerto. A Strasburgo Thor vince il cronoprologo che gli consente di indossare la maglia gialla di leader della corsa. Durante la volata conclusiva della seconda tappa urta un oggetto tagliente che sporge dalle transenne laterali procurandosi una profonda ferita al braccio, conclude in nona posizione e perde la maglia gialla[18]. Nonostante i quattro punti di sutura[18] non si ritira dalla corsa e nella tappa successiva disputa la volata dove viene battuto da Robbie McEwen e Tom Boonen ma riconquista la maglia gialla che perderà definitivamente il giorno dopo. Nella ventesima e ultima tappa con arrivo sugli Champs-Elysées, nel centro di Parigi, batte in volata Robbie McEwen ed Erik Zabel[19]. Grazie ai buoni piazzamenti nelle prime tappe della Vuelta a España indossa per tre giorni la maglia oro che distingueva il leader della classifica generale, batte in volata André Greipel ed Erik Zabel nella quinta frazione e si aggiudica la classifica a punti all'epoca contraddistinta dalla maglia azzurra. Conclude la stagione all'undicesimo posto del ProTour il suo migliore piazzamento nella classifica mondiale.
Gli ultimi anni con la squadra francese
Il 2007 di Thor Hushovd non è agli stessi livelli dell'anno precedente. Prepara la stagione in vista delle classiche ma causa di problemi di salute è costretto a saltare la Milano-Sanremo e non riesce a ritrovare la forma per le classiche del pavé a cui partecipa senza successo[20]. Al Giro d'Italia si piazza al secondo posto nella settima tappa di oltre duecentocinquanta chilometri da Spoleto a Scarperia, la più lunga della corsa, battuto in volata da Alessandro Petacchi. Ad un controllo antidoping durante questo stesso Giro d'Italia, Alessandro Petacchi viene trovato positivo e nel 2008 squalificato e privato delle vittorie ottenute al Giro del 2007[21]. La vittoria nella tappa di Scarperia viene assegnata ad Hushovd, secondo classificato, che ne diventa il vincitore a tavolino
[22]. Affronta il Tour de France con una buona condizione e dopo il secondo posto nella prima tappa e la caduta nella seconda supera in volata Robert Hunter, Óscar Freire ed Erik Zabel sul traguardo di Joigny, quarta tappa, centrando il primo successo della stagione[20]. È secondo nell'ultima tappa con arrivo sugli Champs-Elysée preceduto da Daniele Bennati. Conclude la stagione ottenendo altri piazzamenti ma nessuna vittoria.
Nella prima parte della stagione 2008 vince cinque corse, imponendosi in tappe in linea e brevi prologhi a cronometro, arriva terzo al traguardo dell'Omloop Het Volk, nono alla Milano-Sanremo e quindicesimo alla Gent-Wevelgem. Prima dell'estate la banca francese Crédit Agricole, annuncia che abbandonerà la sponsorizzazione della squadra ciclistica, il team manager Roger Legeay non trova un nuovo finanziatore e la squadra probabilmente chiuderà a fine anno[23]. Anche se in un clima di incertezza per il futuro, Hushovd prende il via del Tour de France con il chiaro intento di conquistare la maglia verde della classifica a punti, supportato da una squadra completamente strutturata per le sue esigenze, una delle migliori che abbia mai avuto a disposizione[23]. Vince la seconda tappa disputata su un percorso collinare tra Auray e Saint-Brieuc regolando in volata Kim Kirchen e Gerald Ciolek[24]. Nelle tappe successive ottiene numerosi piazzamenti ma non sufficienti per aggiudicarsi l'ambita maglia verde, vinta da Óscar Freire con Hushovd secondo. In settembre Thor Hushovd firma un contratto con il Cervélo TestTeam per la stagione successiva[25] visto che la Crédit Agricole conferma di abbandonare l'attività gareggiando per l'ultima volta alla Paris-Tours[12].
Al Tour de France lotta per la maglia verde della classifica a punti sfruttando ogni occasione per guadagnare qualche punto. Nella sesta tappa con arrivo a Barcellona, in Spagna, il traguardo è posto dopo un tratto di strada in leggera salita dove il norvegese con una potente volata batte Óscar Freire e José Joaquín Rojas[27]. Nella tredicesima tappa vinta per distacco dal compagno di squadra Heinrich Haussler Thor riesce, unico velocista, ad arrivare con il gruppo dei migliori piazzandosi in sesta posizione[28]. Il giorno successivo, nella volata per un piazzamento sul traguardo di Besançon, viene stretto contro le transenne da Mark Cavendish che dopo il reclamo dello stesso Hushovd viene squalificato per volata scorretta[29]. Thor si rende ancora protagonista in una difficile tappa di montagna poi vinta da Fränk Schleck, la diciassettesima da Bourg-Saint-Maurice a Le Grand-Bornand, dove va in fuga da solo conquistando i punti dei traguardi volanti[30]. Questi risultati unitamente a numerosi piazzamenti in volata gli consentono di aggiudicarsi per la seconda volta la maglia verde battendo il giovane e velocissimo Mark Cavendish, assoluto dominatore delle volate.
Campione del mondo
Nella prima parte del 2010 Hushovd ottiene buoni piazzamenti tra cui i sesti posti alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e alla Milano-Sanremo vinta dopo una volata di gruppo da Óscar Freire, al terzo successo nella Classicissima. Alla Paris-Roubaix è nel gruppo dei migliori quando Fabian Cancellara scatta da solo guadagnando velocemente un discreto vantaggio. Solo Juan Antonio Flecha e lo stesso Thor Hushovd provano a riprenderlo ma Cancellara è ormai troppo lontano e taglia il traguardo in solitaria, mentre il norvegese vince la volata a due per il secondo posto. Nei mesi successivi la vittoria di Fabian Cancellara viene messa in discussione in quanto si sospetta che il corridore svizzero abbia utilizzato una bicicletta dotata di un motore elettrico azionabile tramite un tasto nascosto sotto il manubrio[31]
In maggio, durante un'uscita in bicicletta con altri corridori, in un tratto di pista ciclabile nei pressi di Arma di Taggia, per evitare una bambina che gli taglia la strada cade procurandosi la frattura della clavicola che rischia di comprometterne il prosieguo della stagione[32]. Ritorna invece in corsa il mese successivo, in occasione dei Campionati nazionali e conquista la medaglia d'oro nella prova in linea. Al Tour de France vince la difficile tappa di Arenberg, caratterizzata dalla presenza di settori in pavé che la rendono simile all'Inferno del Nord, tanto che Thor commenterà questo successo dicendo: « [...] Quasi come vincere la Roubaix, che non ho mai vinto»[33]. Lotta anche per la classifica a punti, indossando per undici giorni la maglia verde, poi vinta da Alessandro Petacchi. Vince quindi la sesta tappa della Vuelta a España regolando in volata Daniele Bennati e Grega Bole, viene battuto da Mark Cavendish nella tredicesima per poi ritirarsi dopo alcune tappe.
Il 3 ottobre partecipa alla prova in linea dei Campionati del mondo disputata su un facile tratto in linea tra Melbourne e Geelong dove poi si ripete per undici volte un circuito con due strappi lontani dall'arrivo posto in leggera salita[34]. Il circuito non sembra adatto ai velocisti[34] e Hushovd, che può contare solo su due compagni di squadra, Edvald Boasson Hagen e Alexander Kristoff, non è considerato tra i favoriti assoluti[35]. All'ultimo giro Hushovd è nel gruppo di testa formato da una quarantina di corridori quando scatta Philippe Gilbert che sembra destinato ad arrivare al traguardo da solo ma viene rallentato dal vento contrario facilitando il rientro del gruppo[36]. L'azione del belga dimezza il gruppo che si giocherà la vittoria in volata[36]. Partono per primi Matti Breschel e Allan Davis, rispettivamente secondo e terzo al traguardo, superati nettamente da Thor Hushovd[36], che diventa il primo norvegese a vincere il Campionato del mondo su strada riservato ai professionisti ottenendo il più importante successo della carriera[36][37]. Una delle prime persone a congratularsi con Thor è Harald V di Norvegia, Sovrano del Regno e appassionato sportivo, che gli invia un sms di felicitazioni[38]. La vittoria del Campionato mondiale porta al corridore norvegese una grande popolarità nel suo Paese dove viene anche nominato Sportivo dell'anno.
Dopo la vittoria del Mondiale decide di concludere in anticipo la stagione non potendo partecipare alla Parigi-Tours a causa del mancato invito della sua squadra[39], ma su richiesta dell'RCS accetta di disputare il Gran Piemonte e il Giro di Lombardia dove sfoggia per la prima volta la maglia iridata[40]. A fine stagione la Cervélo, fabbrica canadese di biciclette chiude la squadra ufficiale, il Cervélo TestTeam per diventare sponsor e fornitore tecnico del Team statunitenseGarmin, con cui si accasa anche Hushovd[41].
Debutta in febbraio al Tour of Oman. Alla Milano-Sanremo partecipa come favorito ma viene coinvolto in una caduta a cento chilometri dal traguardo e conclude nelle ultime posizioni[43]. Si piazza ottavo alla Parigi-Roubaix vinta per distacco dal compagno di squadra Johan Vansummeren.
Nella prima tappa del Tour de France, con arrivo in leggera salita a Mont des Alouettes Les Herbiers, arriva terzo a sei secondi dal vincitore Philippe Gilbert. La Garmin vince la cronosquadre del giorno seguente consentendo a Hushovd di conquistare la maglia gialla che indosserà per sette giorni[45]. Il 15 luglio vince la tredicesima tappa da Pau a Lourdes: dopo una lunga fuga con altri corridori, tra cui Alessandro Petacchi, arriva in cima al Colle d'Aubisque in terza posizione preceduto dallo scalatore francese David Moncoutié e da Jérémy Roy, li raggiunge nella lunga discesa, li stacca nel tratto in pianura e taglia il traguardo tutto solo[46]. Quattro giorni dopo vince la sedicesima tappa da Saint-Paul-Trois-Châteaux a Gap battendo allo sprint, dopo una bella fuga, il connazionale Edvald Boasson Hagen. Conclude al sessantottesimo posto della classifica generale, il suo miglior risultato in carriera.
In agosto firma un contratto triennale con la squadra statunitense BMC Racing Team, valido a partire dalla stagione 2012[47].
Nel finale di stagione, dopo il quarto posto al Grand Prix de Ouest-France e una vittoria di tappa al Tour of Britain, partecipa ai campionati del mondo in Danimarca partendo come uno dei favoriti. Viene però coinvolto in una caduta e non riesce più a rientrare nel gruppo principale concludendo la corsa al centosettantesimo posto.
Debutta in febbraio al Tour of Qatar, partecipa poi al Tour du Haut-Var, alla Omloop Het Nieuwsblad e in marzo alla Paris-Nice. È costretto a saltare la Milano-Sanremo, uno dei suoi obiettivi stagionali, a causa della febbre.[49] In seguito si ritira all'E3 Harelbeke, conclude attardato la Gent-Wevelgem e il Ronde van Vlaanderen. Alla Paris-Roubaix cade in un tratto di strada asfaltata non riuscendo più a rientrare sul gruppo dei migliori e conclude la gara in quattordicesima posizione. In maggio partecipa per la seconda volta al Giro d'Italia ottenendo un settimo posto nella seconda tappa, un sesto nella terza e si ritira nel corso della sesta tappa.[50] A causa di un'infezione virale e di un'infiammazione muscolare[51] è poi costretto a saltare la seconda parte della stagione, compresi il Tour de France, i Giochi olimpici di Londra[52] e i campionati del mondo nel Limburgo. Conclude la stagione al duecentoventicinquesimo posto nella classifica del World Tour e per la prima volta in carriera non ottiene vittorie.
Thor Hushovd affronta il 2014, la sua quindicesima stagione tra i professionisti, la terza con la BMC Racing Team, con l'obiettivo di vincere una classica, in particolare la Parigi-Roubaix, disputare il Tour de France dopo due anni di assenza togliendosi qualche soddisfazione, e sfruttare ogni opportunità di vittoria per ripagare la fiducia della squadra dopo due anni parzialmente deludenti[65]. Dopo il debutto ad inizio febbraio al Dubai Tour, concluso con una buona condizione, partecipa al Tour Méditerranéen con l'ambizione di centrare il primo successo stagionale[66] ma viene battuto da John Degenkolb nell'unica volata disputata[67] aiutando poi il compagno di squadra Stephen Cummings a conquistare la classifica generale[68]. In occasione della seconda tappa del Tour du Haut Var, a fine mese, entra in una fuga con altri sette corridori subito dopo la partenza, stacca tutti gli altri fuggitivi quando mancano cinquanta chilometri all'arrivo, incrementa il vantaggio nonostante il tracciato non si adatti alle sue caratteristiche ma viene ripreso dal gruppo principale a dodici chilometri dal traguardo[69]. Parte come uno dei favoriti alla Omloop Het Nieuwsblad ma è costretto al ritiro in seguito ad una caduta[70] senza gravi conseguenze[71].
All'inizio di giugno la dirigenza della BMC Racing Team comunica telefonicamente a Thor Hushovd che non gli verrà rinnovato il contratto per la stagione successiva[51]
Ambasciatore della Kreftforeningen, associazione norvegese per la lotta contro il cancro, nel 2010 Thor vende all'asta la maglia di campione nazionale con cui vinse la terza tappa al Tour de France 2010 per 50 000 corone, devolvendo poi il ricavato all'associazione. Allo stesso ente dona anche le 50 000 corone del premio di "Personalità norvegese dell'anno" messe in palio dalla rivista VG[79]. Nel 2011 partecipa alla raccolta di fondi dell'Associazione dei bambini cardiopatici dell'Aust-Agder per il reparto pediatrico dell'ospedale di Arendal, mettendo all'asta la maglia gialla conquistata al Tour de France 2011[80]. Nel 2013 è protagonista di un video intitolato Condividi la strada girato in Norvegia per incentivare la guida prudente e sicura sulle strade pubbliche[81].
Riconoscimenti
Trofeo del Re del Comitato Olimpico Norvegese nel 2002, 2004, 2005, 2010 e 2013[82]
Premio popolare dello sport del quotidiano norvegese Dagbladet nel 2005 e 2010
Ciclista dell'anno per l'Associazione Veterani del Ciclismo norvegesi nel 2006 e 2010
Premio culturale della contea di Aust-Agder nel 2007
Trofeo dei Veterani dell'Associazione Veterani del Ciclismo norvegesi nel 2010
Targa d'Oro dell'Associazione Ciclistica Norvegese nel 2010[83]
Premio speciale al Galà del ciclismo di Conegliano del 2010
Personalità dell'anno per la rivista norvegese VG Nett nel 2010[84]
Medaglia d'Oro del giornale norvegese Aftenposten nel 2010
Sportivo dell'anno per l'Associazione giornalisti sportivi norvegesi nel 2010
Atleta dell'anno al Galà dello Sport del 2011
Atleta maschile al Galà dello Sport del 2011
Premio degli atleti al Galà dello Sport del 2011
Trofeo AIJC dell'Associazione Internazionale dei Giornalisti del Ciclismo nel 2011[85]
Inserito nella Top ten sprinters of all time della rivista Cyclingnews nel 2011[86]
^abcde(NO) Karstein Vabø, Gratulerer med dagen Thor, in Sykkelnytt.no, 18 gennaio 2013. URL consultato il 28 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2014).
^ab Ettore Ferrari, 18.01 - Auguri a...Thor Hushovd, in Cyclingtime.it, 18 gennaio 2014. URL consultato il 1º marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2014).
^ab(FR) Daniel Friebe, Last race for Crédit Agricole, in Cyclingnews.com, 29 settembre 2008. URL consultato il 1º marzo 2014.
^(EN) Thomas Valentinsen, Thor Hushovd Signs with Cervelo TestTeam, in Roadcycling.com, 9 settembre 2008. URL consultato l'8 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2015).
^ Luca Pellegrini, Melbourne 2010, l'analisi dei favoriti, in Spaziociclismo.it, 2 ottobre 2010. URL consultato il 6 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
^abcd Luca Pellegrini, Melbourne 2010, l'urlo di Thor Hushovd, in Spaziociclismo.it, 3 ottobre. URL consultato il 6 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
^(EN) Thor Hushovd Joins BMC Racing Team, in www.bmc-racing.com, 19 agosto 2011. URL consultato il 1º gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2013).
^abBMC, niente rinnovo per Hushovd, in Spaziociclismo.it, 7 giugno 2014. URL consultato il 7 giugno 2014 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2014).
^ Riccardo Zucchi, BMC, niente di grave per Hushovd, in Spaziociclismo.it, 1º marzo 2014. URL consultato il 1º marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2014).
^(NO) Thor Hushovd støtter hjertebarna, in syklingensverden.com, 18 novembre 2011. URL consultato il 19 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).
^(NO) Markering av Verdensmesterene, in www.solacykleklubb.no, 3 novembre 2010. URL consultato il 17 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).