Della Tribuna di Antonello Gagini porta a compimento la colossale figura in stucco del Padre Eterno fra schiere d'angeli, causa la morte prematura del fratello Fazio promotore del progetto.
Opere
Agrigento e provincia
1566, "Madonna delle Grazie", statua marmorea con rappresentazione alla base di scene della Passione di Gesù attribuibili allo stesso autore Cristo dinanzi a Pilato, la Flagellazione, la Crocifissione, opera custodita nella chiesa Madre di Sant'Antonio Abate di Burgio.[2]
«"MARIA MATER GRATIE MAGISTER VINCENCIVS GAGINI. PA 1566."»
XVI secolo, Madonna della Misericordia o Vergine col Bambino, statua marmorea, attribuzione, opera proveniente dalla diruta chiesa di Santa Maria della Misericordia e custodita nella chiesa di San Martino di Randazzo.
1560 c., Santa Caterina d'Alessandria, statua marmorea, attribuzione certa, opera custodita nella chiesa di San Rocco di Nasari di Barcellona Pozzo di Gotto.
1554, Ancóna, manufatto marmoreo con la statua di Santa Lucia raffigurata fra San Pietro e San Paolo nelle nicchie laterali. Nel timpano il bassorilievo intermedio raffigurante il Padre Eterno, nei medaglioni laterali la Madonna Annunciata e l'Angelo Annunciante, nella predella le figure a mezzo busto degli Apostoli. Il Cristo risorto posto in cima alla primitiva cappella, nel rinnovo degli ambienti, fu rimodulato in un manufatto a sé stante. Nel contratto di pagamento è menzionato il fratello Antonino. Opere presenti nell'absidiola e in un altare laterale della cattedrale di Santa Lucia di Mistretta.[5]
1564, Ancóna, manufatto marmoreo per la preesistente statua di Santa Caterina d'Alessandria opera di Giorgio da Milano. La nuova Cappella di Santa Caterina prevede le raffigurazioni del martirio in otto formelle, le figure di Sant'Antonio di Padova e San Marco Evangelista, il Padre Eterno benedicente con angeli in cima, i medaglioni con Madonna Annunziata e Angelo Annunziante, lo stemma con leone rampante. Opere custodite nella chiesa di Santa Caterina di Mistretta[6]
1550 - 1552, Santa Caterina d'Alessandria, statua marmorea, opera custodita nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria di Milazzo. Una recente scoperta archivistica ne ha attribuito la paternità allo scultore Giuseppe Bottone eseguita intorno al 1560.
1549, Assunta con Angeli, statua marmorea, opera custodita nel duomo dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo di Naso.
1585, Annunziata, statua marmorea commissione di Giacomo Machì, recante sullo scanello le scene dell'Annunciazione, della Natività di Gesù e dell'Adorazione dei Magi, opera custodita nel duomo di Maria Santissima Annunziata di Frazzanò.[8]
1490 - 1501, "Arco di Santa Cristina", manufatto marmoreo, commissione eseguita con la collaborazione di Gabriele di Battista, Domenico, Antonello e Fazio Gagini. Le formelle in bassorilievo dell'arco della Cappella di Santa Cristina con storie della patrona superstiti (Santa Cristina trasforma in polvere l'icona di Apollo), commissionato nel 1477 (all'epoca Santa Cristina era patrona e protettrice della città di Palermo), disassemblate per l'intervento di Ferdinando Fuga sono custodite nel Museo diocesano.[9][10]
1510 - 1574, "Tribuna di Antonello Gagini", monumentale aggregato marmoreo realizzato con la collaborazione di Antonino Gagini e Giacomo Gagini che la portano a compimento. Vincenzo realizza il "Padre Eterno, Gloria e i sette Angeli" del fratello Fazio Gagini. I pezzi, alcuni distrutti irrimediabilmente, disassemblati sono dislocati nel tempio e nel Museo diocesano.
1544, "Cappella di San Michele Arcangelo", manufatto marmoreo, opera incompleta di Fazio Gagini.[11]
1551, "Santa Cecilia", statua marmorea, manufatto realizzato sopperendo ad una consegna commissionata al nipote Scipione Casella o Scipione da Carona, opera documentata.[17]
1563 - 1567, "Portico dell'Incoronazione", manufatto architettonico di via Incoronazione in collaborazione col fratello Fazio Gagini. Opera successivamente rimaneggiata.[18]
1568, "Portali", manufatti marmorei, opere presenti nella Cappella del Tesoro.[16][19]
1574, "Orologio", manufatto in stucco distrutto irrimediabilmente in epoca successiva, opera documentata nel campanile meridionale.[20]
1575, "Balaustra", manufatto marmoreo, ricostruzione di recinzione della facciata orientale.[11]
1565 - 1567 - ?, "Padre Eterno" e "Gerarchie di Angeli", realizzazione di manufatto in stucco affidato inizialmente al fratello Fazio Gagini defunto nel 1567, opera documentata e poi distrutta della Tribuna di Antonello Gagini.[21]
1584, "Arco", manufatto marmoreo, con raffigurazioni del Sacro Volto di Cristo e Stemmi dell'arcivescovo Marullo, opera documentata nella Cappella del Santissimo Crocifisso.[22]
XVI secolo, "Natività" e "Adorazione dei Magi", bassorilievi, capitelli delle colonne, portali d'ingresso e le statue di Santa Margherita, Santa Ninfa, Santa Barbara, Santa Oliva, manufatti realizzati in collaborazione con il padre Antonello Gagini.
1567, "Sarcofago", manufatto marmoreo, monumento funebre per Francesco Perdicaro, Maestro del Regno, recante la data del 9 dicembre 1567. Opera presente nella prima campata sinistra.
XVI secolo, "Pietà", gruppo in mistura di stucco e basamento marmoreo.[24] All'opera è ispirata la Pietà di Archimede Campini realizzata nella prima metà del XX secolo e collocata all'ingresso, al posto della primitiva scultura di Vincenzo Gagini distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Del manufatto distrutto sono conservati dei frammenti.
1587, "Busto", manufatto marmoreo raffigurante l'arcivescovo Cesare Marullo, opera presente nel salone d'ingresso.[29]
1587, "Balcone", manufatto architettonico, i cinque ritratti scolpiti sulle facce inferiori delle mensole che reggono il piano di calpestio raffigurano i componenti più rappresentativi della famiglia Gagini ovvero le maestranze della Fabbrica della cattedrale, opera presente nel prospetto del Cassaro o via Vittorio Emanuele.[30]
XVI secolo, "San Francesco di Paola", terracotta, proveniente dalla ex chiesa di san Francesco di Paola e attualmente custodita nella chiesa di san Filippo Apostolo.
Balcone del Palazzo Arcivescovile di Palermo
Pochissimi sono i ritratti dei componenti del ramo siciliano dei Gagini. Vincenzo Gagini nella realizzazione del Balcone del 1587 presente nel prospetto del Cassero o via Vittorio Emanuele del Palazzo Arcivescovile di Palermo, riproduce cinque ritratti scolpiti sulle facce inferiori delle mensole che reggono il piano di calpestio, raffigurando i componenti più rappresentativi della propria Famiglia. Tutti i rappresentanti maschi dei Gagini costituiscono a vario titolo le maestranze della Fabbrica della Cattedrale di Palermo. Così Vincenzo consegna ai posteri e alla storia dell'arte le fisionomie dei propri cari, presumibilmente da sinistra verso destra, da occidente verso oriente e in ordine d'età il volto del padre Antonello, contraddistinto dalla folta capigliatura e la barba fluente molto somigliante all'incisione esistente, quello del fratellastro Antonino, dei fratelli Giacomo e Fazio, per concludere, il proprio autoritratto. Un fermo immagine a tre dimensioni eseguito in età matura e per cronologia delle fisionomie, collocabile intorno all'anno 1535, raffigurando il padre Antonello nella piena maturità e ormai prossimo al termine della carriera, se stesso giovanissimo allievo di bottega e in mezzo naturalmente i fratelli nel pieno vigore fisico e artistico. Le raffigurazioni omaggiano il padre scomparso da mezzo secolo e il fratello Fazio mancato venti anni prima.
^Pagina 132, Antonino Mongitore, "Istoria del ven monastero de' sette angioli nella citta di Palermo, dell'ordine delle minime di S. Francesco di Paola..." [1], Volume unico, Palermo, Giovanni Battista Aiccardo, 1726.
^Pagina 248. Giuseppe Maria di Ferro, "Guida per gli stranieri in Trapani: con un saggio storico di Giuseppe Maria di Ferro". [2]Archiviato il 28 settembre 2015 in Internet Archive.
^Pagina 29, Gioacchino Di Marzo, "Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI" [3], Volume III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862.
Bibliografia
Gioacchino di Marzo, "Delle belle arti in Sicilia dai Normanni alla fine del sec. XVI", Palermo, 1858 - 1862.
Gioacchino di Marzo, "Memorie storiche di Antonello Gagini e dei suoi figli e nipoti, scultori siciliani del secolo XVI", Palermo, 1858.
Gioacchino di Marzo, "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI. Memorie storiche e documenti", 2 voll., Palermo, 1880-1883.
Claudio Gino Li Chiavi, “Da Giuseppe a Vincenzo Gagini: una nuova paternità per l’Annunziata di Frazzanò”, in Agorà - Periodico di Cultura Siciliana, n. 67-68, Catania 2019, pp. 29-33.