La 24 Ore di Le Mans 1949 è stato la 17ª edizione della gara francese e si è disputata il 25 e 26 giugno 1949.
Essa fu la prima edizione della gara dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale che costrinse allo stop dopo l'edizione del 1939.
La gara fu vinta da Luigi Chinetti che diede alla Ferrari il primo successo a Le Mans. Chinetti guidò per 23 ore e mezza lasciando solo per mezzora la vettura al suo compagno di squadra e proprietario della vettura Peter Mitchell-Thomson, Lord Seldsdon.
La gara vide la morte del pilota francese Pierre Marechal che ebbe un incidente nella parte finale dalla gara al volante della sua Aston Martin DB2 alla curva di Arnage.
Contesto
Dopo i bombardamenti e il degrado dovuto alla seconda guerra mondiale, il circuito venne ristrutturato con lavori completati solo nel febbraio 1949. Grazie all'aiuto del governo nazionale, vennero riasfaltati tutti i tratti di strada pubblica, ricostruiti nuovi box e nuove strutture di accoglienza. Alcuni terreni all'interno e all'esterno del circuito erano però ancora interdetti, dovendo essere bonificati da mine ed ordigni bellici.
Venne emanato un regolamento che seguiva le direttive della Commissione Sportiva Internazionale e che prevedeva elaborazioni di vetture prodotte in serie. Vennero ammessi però anche dei prototipi a condizione che venissero approvate dagli enti automobilistici dei vari paesi e vi fosse l'impegno del costruttore a costruirne almeno 3 esemplari. Da segnalare che molte vetture erano in realtà delle monoposto trasformate in biposto e dotate di proiettori, fanali e parafanghi posticci. Erano ammessi sia i motori due tempi che quattro tempi, a benzina o diesel, ad alimentazione atmosferica o sovralimentati (con valore della cilindrata raddoppiato agli effetti della classe di appartenenza).
Anche se negli annali rimarrà la vittoria della vettura che compirà il maggior percorso (con obbligo completare l'ultimo giro dopo lo scadere delle 24 ore), in realtà due erano i trofei in palio.
Il primo il cosiddetto “Indice di Performance” : esso era calcolato come differenza tra la distanza percorsa e un target stabilito dagli organizzatori . Tutti i partecipanti capaci di raggiungere il target saranno invitati alla edizione successiva per conquistare la “Rugde Whitworth Biennal Cup” . Anche qui il successo arrideva all'equipaggio che nei due anni avesse migliorato più possibile il target degli organizzatori.
Per essere classificati era necessario transitare sotto la bandiera a Scacchi dopo aver completato l'ultimo giro nel tempo massimo di trenta minuti. Era inoltre previsto di eliminare dopo 12 ore le vetture troppo lente, considerando come tali quelle che non avessero compiuto almeno il 40% del target previsto per le 24 ore totali.
Venne ammesso, stante la povertà del combustibile disponibile commercialmente e fornito dagli organizzatori (solo 68 ottani), la possibilità di aggiungere una percentuali del 25% di etanolo e del 15% di Benzolo.
Alla partenza era previsto che le vetture con cilindrata maggiore si schierassero in posizione avanzata.
Partecipanti
La Ferrari, casa appena nata, era rappresentata da alcuni equipaggi “privati”, ma appoggiati dalla casa madre. La più accreditata era la vettura di proprietà di Peter-Michell Thomson, noto come “Lord Seldson”. Essa era la stessa vettura ex-ufficiale, modello ”166” che aveva vinto con Clemente Biondetti la mille miglia. Essa era dotato di un motore V12 di 1985cc e 140 bhp a 5600 giri/minuto e di un cambio a cinque marce.
La seconda Ferrari 166 era anch'essa una vettura ex ufficiale: dopo essere stata usata da Piero Taruffi nella Mille miglia, era stata venduta a Pierre-Louis Dreyfus che si schierò in coppia con Jean Lucas che però danneggiò la vettura nelle prove di venerdì. La vettura dopo essere stata in testa nel pomeriggio del sabato fu danneggiata da Dreyfuss in una uscita di strada. Riparata sarà la vettura con cui Chinetti e Lucas vinceranno la 24 ore di Spa solo una settimana dopo.
La Delahaye schiera varie vetture tra le “135” d'anteguerra e la più recente 175S, introdotta nel 1947. Le due vetture più competitive sono schierate da Charles Pozzi. Dotate di un nuovo motore aspirato da 4500cc, erano delle monoposto convertite con secondo sedile e parafanghi. Velocissime comanderanno la gara per le prime cinque ore, prima con l'equipaggio Chaboud-Pozzi, poi con Simon-Flauat, ma entrambe non completeranno la gara.
Erano presenti anche 5 vetture d'anteguerra le 135CS e 135MS, versioni a ruote coperte della monoposto (dotata di motore 3600cc) vincitrici di alcuni gran premi d'anteguerra. Una di queste conquisterà il quinto posto assoluto e la vittoria di classe, “salvando” così la spedizione della casa francese.
Al via si schierarono quattro Delage D6S. Il marchio francese era stato assorbito dalla Delahaye, e le vetture erano basate sul progetto dell'ultima vettura monoposto ufficiale della casa , la D6-75 e dotate di un motore 3 litri da 145 cv. La migliore di questi sarà la vettura di Henry Loveau e Juan Jover.
Varie furono al via le Talbot-Lago. Tra queste la monoposto modificata “T26S” dell' “Ecurie France” , quindi la derivata dalla stradale “SS” dell'”Ecurie Verte” e la vecchia T1150 dell'"Ecurie Rosier".
Apparve anche l'Aston Martin, da poco rilevata insieme alla Lagonda da David Brown. Schierò tre prototipi della Aston Martin DB2, uno con motore 2,6 litri e due 2000. Ad esse si aggiunsero tre vetture d'anteguerra schierate da Privati.
Una Frazer Nash venne schierata con alla guida Norman Culpan e Harold Aldington, quest'ultimo titolare della piccola casa inglese. Il motore sei cilindri in linea da due litri era prodotto dalla Bristol. In realtà si trattava di un motore di progetto BMW, che la famiglia Aldington (importatore britannico della casa tedesca dal 1934) aveva rilevato nel quadro delle riparazioni di guerra. La vettura molto performante terminerà al terzo posto.
Nella classe sino a 1500cc la lotta fu tra l'esordiente la DB e la britannica HRG.
La DB era una casa casa fondata come EPAF nell'anteguerra da Charles Deutsch e Renè Bonnet. Le vetture erano dotate di motori Citroën di 1490cc. I titolari della casa scesero personalmente in pista e si ritirarono quando erano al nono posto, prima di classe dopo aver addirittura raggiunto la sesta , lasciando la vittoria di classe alla britannica HRG.
La piccola casa francese Monopole si schierò nella categoria sino a 1100cc con vetture dotate di motore elaborato sulla base della "Simca Huit", versione francese della "Fiat 508C".
Altre vetture dotate di motore SIMCA, furono presentate sia dalla casa madre, sia dalla Gordini.
Interessante fu l'esperimento della Delettrez: per la prima volta una vettura Diesel veniva schierata a Le Mans. I due fratelli Delettrez, figli di un distributore Unic (marchio che dopo aver prodotto anche autovetture, nel dopoguerra si concentro sulla produzione di veicoli industriali), realizzarono una vettura con un telaio di derivazione appunto Unic con la carrozzeria di una Delage d'anteguerra e un motore 4,4 litri diesel di produzione GMC, di rogine militare. Si trattava infatti di un residuato bellico.
Esordì anche la Healey, appena fondata e non ancora nell'orbita della Austin Motor Company . L'elegante vettura sportiva , dotata di motore Riley 2.4 litri e carrozzeria realizzata dalla Sam Scott & Sons. Una vettura che già si era distinta con varie vittorie di classe in gare come la Targa Florio 1948.
Alla gara parteciparono con ottimi risultati anche le "Aero Minor" di produzione cecoslovacca. Il marchio "Aero" era utilizzato sulle vetture prodotte dalla casa Jawa con motore 745cc di derivazione DKW.