Accumoli
Accumoli è un comune italiano di 503 abitanti[2] della provincia di Rieti nel Lazio. Geografia fisicaTerritorioSituato all'altitudine di 855 m s.l.m. nell'Appennino umbro-marchigiano in una conca all'estremo Nord-est del Lazio, Accumoli è inserito nella Comunità montana del Velino. Fino al 1927 era parte della provincia dell'Aquila in Abruzzo. Il comune di Accumoli (insieme a quello confinante di Arquata del Tronto) è uno dei due comuni italiani che confinano con tre regioni (Abruzzo, Marche e Umbria) diverse da quella di appartenenza (Lazio). OrografiaA nord sono posti i Monti Sibillini con il Monte Vettore, a sud-est è posto invece il versante laziale dei Monti della Laga, a sud-ovest si staglia la sagoma del Monte Pozzoni. Nel territorio comunale sono presenti diverse cime che superano i 1 500 m, tra le quali, Monte Utero di 1 806,9 m, Monte l'Inversaturo di 1 723,4 m, La Civita di 1 719 m, il Monte Morale di 1 664 m, Scoglio Pecorino di 1 661 m, la cima di Costa Cavallo di 1 654 m, Costa Castelluccia di 1 602 m, il Monte Cerasola di 1 549 m, il Monte Civitella di 1 522 m e il Monte Ciambella di 1 480 m. IdrografiaIl territorio comunale è tagliato in due dal corso del fiume Tronto, che ha le sue fonti nel confinante comune di Amatrice. ClimaIl clima è quello tipico dell'Appennino interno con inverni freddi e nevosi e con estati quasi mai troppo calde.[5] Origini del nomeCi sono tre ipotesi sull'origine del nome Accumoli, il toponimo potrebbe derivare dal latino cumulus, "cumulo", a causa della grande costruzione di case (cumulo) da parte degli abitanti. La seconda è che potrebbe derivare dal latino ad-culum, ovvero "in cima". L'ultima ipotesi vuole che il nome derivi dall'aggregazione di tanti piccoli villaggi da parte dei Normanni.[5][6] StoriaIl nome di Acumulo appare forse per la prima volta nel 1037 quando Corrado II confermava la donazione della Terra Summatina fatta da Maginardo di Siolfo nel X secolo al vescovo di Ascoli.[7] Il comune ha origine nel XII secolo, quando il territorio nella Valle del Tronto era sotto il dominio dei Normanni e in seguito del Regno di Napoli. Cascia minacciava l'estremo confine del Regno, così per rafforzarlo, i governatori locali decisero di riunire sotto un'unica città i tanti villaggi sparsi per la Valle del Tronto sostituendo probabilmente il decaduto centro di Summata.[6] Nel XIII secolo fu conteso lungamente da Norcia sotto il cui dominio cadde per qualche tempo per essere restituito poi nel 1255 circa al vescovo di Ascoli.[8] Annesso al Regno di Sicilia, con gli Angioini entrò a far parte del vasto comprensorio territoriale noto come Capitania della Montagna d'Abruzzo,[9] istituito a custodia del tratto più settentrionale del confine tra Regno di Sicilia e Stato della Chiesa. Nel XV secolo fu oggetto di permute tra i re di Napoli e il Papa, tornando poi nel Regno come Universitas demaniale fino all'acquisto effettuato dai Medici nel 1643, entrando successivamente a far parte degli Stati mediceo farnesiani.[10] Subì numerosi danni da ripetuti terremoti quali quelli del 1639 e del 1703. Terremoto del 2016Il 24 agosto 2016 è stato colpito da un terremoto di magnitudo 6,0, con epicentro nella stessa Accumoli, che ha causato undici vittime (quattro nel capoluogo e sette nelle frazioni) e gravi danni al centro storico. Monumenti e luoghi d'interesseIl centro che aveva ottenuto il titolo di città durante il regno degli Aragonesi, era cinto da mura civiche munite di torri e quattro porte note con il nome di: Porta San Pietro, Porta Vecchia, Porta del Campo e Porta Pescara. Architetture civiliTorre civicaSalendo per via S. Tommasi si trova la Torre civica del XII secolo. Larga in pianta, quadrata e slanciata, resta come simbolo delle antiche libertà comunali. È unica nel suo genere in tutta la Valle del Tronto.[11] Innestato alla sinistra della Torre Civica si erge il Palazzo del Podestà. È un organismo orizzontale, a conci di arenaria squadrati e lisci, scandito al piano terra da due arcate, tipiche dei palazzi pubblici medioevali. Oggi è sede di uffici comunali. Palazzo del GuastoUn altro monumento è il Palazzo del Guasto del XV secolo. Qui tra il 1427 e il 1433 predicò S. Bernardino come si evince dal monogramma su una delle sue finestre. Palazzo MariniGrande struttura tardomanierista adattata al pendio della strada. Si caratterizza per un portale incorniciato da bugnato a punta di diamante e da colonne tortili con capitello ionico a zampe di elefante. D'ispirazione tardomanierista partenopea sono anche gli affreschi presenti nelle sale interne. Notevoli i soffitti a cassettoni e il monumentale camino. Palazzo CappelloPalazzo Cappello, un edificio a cinque piani del XVII secolo si erge al culmine dell'abitato nei pressi dell'antica rocca. La struttura cinquecentesca ingloba una parte costruita o ricostruita in un periodo successivo riconoscibile dalla tecnica costruttiva. Infatti la parte originale è tutta in pietra a vista squadrata e con finestre monumentali. L'edificio è stato usato come caserma dei Carabinieri a partire dal 1864 a tre anni dalla costituzione dello Stato italiano e quindi probabilmente una delle prime caserme della nuova Italia.[12] Ci sono tre accessi all'edificio di cui due monumentali uno dal lato est a livello delle cantine e che raggiunge il primo piano con uno scalone in arenaria da cui si può entrare nel palazzo a mezzo di un'ampia scala elicoidale, che permette di scendere alle cantine di secondo livello o salire al piano nobile. Questa scala interamente costruita in loco con gradini in arenaria incastrati nel muro e appoggiati al centro seguendo un'elicoidale, è una rarità architettonica, probabilmente unica. Dall'entrata monumentale a nord-ovest, riservata alle carrozze, si accede attraverso un ampio passaggio con volta piena a tutto sesto al cortile interno, caratterizzato da un loggiato su tre ordini con colonne in arenaria e capitelli corinzi nei primi due ordini, mentre il terzo, costruito in seguito, con più semplici capitelli dorici.[12] Dal cortile si accede al loggiato a mezzo di una scala monumentale costruita anch'essa in un secondo periodo. Si racconta che l'ultimo piano, i cui interni sono rimasti grezzi fino al 1996, sia stato costruito con l'intento di togliere un'ora di sole al tramonto al sottostante Palazzo Marini.[12] Palazzo OrgantiniEdificio a tre piani che si caratterizza per le sue sale affrescate. Notevoli i soffitti a cassettoni e l'ampio "Salone dei ricevimenti", anch'esso affrescato con dipinti di quell'epoca. Altro
Opera dell'architetto pitiglianese Enrico Lattes che realizzò l'opera nel 1927. Si trova all'ingresso del borgo. Aree naturali
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[13] Etnie e minoranze straniereAl 31 dicembre 2018 gli stranieri residenti erano 65, di cui 46 provenienti dalla Romania.[14] Lingue e dialettiIl comune rappresenta il confine orientale dei dialetti italiani mediani. Tradizioni e folcloreLa patrona di Accumoli, la Beata Vergine Maria Addolorata viene festeggiata la prima o la seconda domenica di settembre. CulturaIstruzioneMusei
Geografia antropicaFrazioni
Allineato su un crinale. Il suo nome compare la prima volta nel XIII secolo in una lista di chiese tributarie di Farfa.[5]
Nel seno (ventre) della valle che scende da Colleposta, tra fittissimi boschi cedui, con magnifica vista sui monti della Laga e fino al Gran Sasso.[16]
Il suo nome significa villa in colle posita. È allungata sul crinale che scende verso Casaventre. CollespadaCollespada, reso noto dai racconti del poeta romanesco Federico Tosti, dov'era la casa dei nonni e dove visse gran parte della sua gioventù, è oggi in provincia di Rieti; all'epoca era in territorio aquilano e venne trasferito al Lazio nel ventennio fascista.[17][18]
È situata su un piccolo pianoro marnoso alla destra del Tronto, nei pressi del Vicus Badies, poche le case del XVI secolo, segno di uno sviluppo tardivo. GriscianoLa frazione di Grisciano è l'ultimo comune dell'alta Sabina, sul confine con le Marche. IllicaLa frazione di Illica, a 800 m s.l.m., sorge nell'area dei Monti della Laga a pochi chilometri da Amatrice.
Villaggio addossato al rilievo d'arenaria su cui sorge Accumoli. Le case quasi tutte di origine ottocentesca, tranne il gruppo più antico verso le Mole, formatosi dal XVII secolo. Nei documenti è detto Libertino, Ipertino e Vipertino, forse da ubertinus (uber), con riferimento alla fertilità dei campi tra il Tronto e il torrente Pescara.
Adagiata su un pianoro contornato da boschi (macla = bosco, macchia). Il caseggiato attuale risale al XVII-XVIII secolo.
Sotto la strada che da Libertino sale ad Accumoli, nei pressi del Pescara, dove vi erano dei mulini (mole). Le case sono seicentesche (1654, 1681, ecc.). Secondo la tradizione, durante l'assedio francese del 1527 a questi mulini scendevano, per camminamenti sotterranei, gli accumolesi per rifornirsi di grano.
Da casulae = casupole. Era detto anche Poggio Filettone e Poggio Bruciato per essere stato incendiato e gli abitanti trucidati una prima volta dagli ascolani nelle lotte con gli accumolesi nel XV secolo e di nuovo nel 1527 dai francesi. Per la cura delle anime dipendeva da S. Lucia in Accumoli. Poggio d'ApiLa frazione di Poggio d'Api (1080 m s.l.m.) presenta sorgenti di acqua ed è sede dell'oasi WWF del lago Secco (1548 m s.l.m.). Tale oasi è la più a sud d'Europa a contenere un particolare tipo di tritone alpino. Il nome significa semplicemente colle delle api. Il nome Api compare la prima volta nel 1052 tra le "corti" confermate da Leone IX al vescovo di Ascoli ed è ripetuto nelle carte successive dello stesso tenore.
Aggruppato sul ripiano di un crinale a ridosso dei rilievi appenninici, in uno scenario di grande suggestione e vastità.
Situato sopra un rilievo ricco di falde idriche, da cui nel corso dei secoli, sono discese frane rovinose. Secondo la tradizione, una di queste, in epoca imprecisata, provocata dal demonio in persona distrusse S. Giovanni vecchio, arrestandosi miracolosamente davanti alla chiesa per intervento del santo patrono; un'altra nel 1860 seppellì un ponte, trasportando sassi per circa un chilometro. TerracinoLa frazione di Terracino, a 1165 m s.l.m., è la più alta del comune, appollaiata su un ripiano calcareo, tra pascoli e boschi. L'edificio principale del centro abitato è la chiesa di San Giorgio, il cui portale riporta la data 1522, sebbene alcuni affreschi all'interno rechino date precedenti e la sagrestia risulti essere il nucleo originario dell'edificio, probabilmente una cappella basso-medievale. Il campanile della chiesa fu ricostruito negli anni trenta del Novecento riprendendo la forma di un precedente campanile, probabilmente crollato a causa dei numerosi terremoti passati, ritratto su una tela del XVII secolo rappresentante San Giorgio e il drago, con una vista del paese sullo sfondo. Buona parte degli edifici è di epoca settecentesca e ottocentesca.
Sorge su un solido strato di arenaria. Diversi edifici sono del periodo rinascimentale.
Edificata in mezzo a un terreno breccioso. EconomiaTurismoNell'anno 2008 è entrato a far parte del consorzio "Riviera delle Palme", comprendente altri sei comuni costieri e interni della provincia di Ascoli Piceno.[19] Infrastrutture e trasportiStradeAccumoli ha uno svincolo sulla Strada statale 4, l'antica Via Salaria, che oggi è una strada a una sola carreggiata ma a scorrimento veloce (con l'eccezione del tratto Posta-Rieti ancora da ammodernare). La Salaria collega Accumoli da un lato a Roma e al capoluogo di provincia Rieti, dall'altro ad Ascoli Piceno e al mare Adriatico. AmministrazioneAppartenuto storicamente all'Abruzzo sotto i regni di Sicilia, di Napoli, delle Due Sicilie e d'Italia, restando inclusa di volta in volta nel Giustizierato d'Abruzzo (1265-1273), nell'Abruzzo Ulteriore (1273-1806), nell'Abruzzo Ulteriore II (1806-1860) e nella provincia dell'Aquila (1860-1927), dal 1806 al 1926 fu parte del distretto e poi del circondario di Cittaducale.[20][21] Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto nº 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Accumoli passò dalla provincia dell'Aquila a quella di Rieti.
Fonte: Ministero dell'Interno[22] GemellaggiAltre informazioni amministrative
Note
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