Barisciano
Barisciano (Varissànë in abruzzese[4]) è un comune italiano di 1659 abitanti[1] della provincia dell'Aquila in Abruzzo, posto a circa 18 km a est-sud-est del capoluogo abruzzese L'Aquila, in posizione moderatamente rialzata rispetto alla bassa Valle dell'Aterno, alle falde sud-occidentali del Gran Sasso d'Italia. Geografia fisicaTerritorioIl territorio comunale fa parte della Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli e parte di esso rientra nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga costituendone di fatto una delle porte di accesso nella sua parte meridionale. Il paese e le frazioni sono state duramente colpite dal terremoto dell'aprile 2009 con epicentro a L'Aquila. È raggiungibile da L'Aquila e da Sulmona attraverso la Strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese ed Appulo-Sannitico. Da Barisciano sono inoltre raggiungibili i borghi turistici di Santo Stefano di Sessanio, Calascio e Castel del Monte fino a Campo Imperatore. ClimaIl clima di Barisciano è tipicamente continentale anche se la posizione rialzata rispetto alla bassa Valle dell'Aterno evita le forti escursioni termiche giornaliere tipiche delle conche in altura. L'inverno è rigido, ma non molto piovoso, l'autunno e la primavera sono le stagioni più piovose mentre l'estate è calda e secca. StoriaNotizie del borgo risalgono a un insediamento dei Vestini nel I secolo a.C. sulla via romana Claudia Nova. Aveva rapporti con la città di Peltuinum in Prata d'Ansidonia. Una lapide del 58 a.C. è conservata a L'Aquila. Una chiesetta dell'XI secolo dedicata a Santa Maria di Forfona farebbe pensare alla sua costruzione sopra un tempio di Giove. Il borgo medievale fu costruito nell'XI secolo attorno al castello recinto fortificato. Il borgo sottostante era denominato "Bariscianello", poiché suddiviso in varie contrade. Il centro nel Duecento (1254) partecipò alla fondazione dell'Aquila. Nel Trecento si ebbero numerose contese territoriali con la limitrofa Baronia di Carapelle per il possesso dei pascoli, liti che si protrassero fino al XIX secolo. Nel XV secolo, durante la guerra dell'Aquila del 1424, fu devastato da Braccio da Montone. I cittadini tentarono la resistenza nel castello, ma esso fu distrutto completamente, meno le mura, e gli abitanti fatti schiavi, mentre le donne venivano portate nell'accampamento, violentate, e mandate in processione, completamente nude, sino all'Aquila, insieme ai loro bambini. Nel XVI secolo il territorio visse di pastorizia grazie alla presenza del tratturo, e ciò fu la principale fonte economica del paese fino al XX secolo. I segni dello sviluppo del borgo sono visibili nella notevole ricchezza delle architetture religiose come San Flaviano e Santa Maria di Valleverde, e dei palazzi dei signori feudatari: in particolare quello dei Caracciolo di Marano, principi di Barisciano Subì danni nel 1703 con il terremoto e anche nel 2009. SimboliLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 maggio 1997.[5] «D'argento, alla quercia con i quattro rami passati in doppia croce di Sant'Andrea, ogni ramo fogliato di tre, di verde, i rami superiori ghiandiferi di tre ciascuno, d'oro, quelli inferiori ghiandiferi di uno ciascuno, dello stesso, essa quercia con i rami e il tronco al naturale, nodrita nel colle all'italiana di azzurro, fondato in punta, centrale, unito a due colli all'italiana, più bassi e più stretti, dello stesso, ugualmente fondati. Ornamenti esteriori da Comune» Il gonfalone è un drappo di rosso. Monumenti e luoghi d'interesseCastello recintoIl castello a recinto fu fondato nell'XI secolo sopra un colle montuoso che sovrasta il borgo medievale. Fu eretto come tipico castello recinto a impianto rettangolare, con torrioni angolari e case dentro le mura. Partecipò alla fondazione della città dell'Aquila nel 1254, i castellani occuparono la zona orientale del Quarto Santa Maria, ed il 23 aprile 1424 venne attaccato e distrutto da Braccio da Montone durante l'assedio alla città, ne rimase comunque a far parte fino al 1529, per poi diventare feudo di famiglie aristocratiche. Attorno al XVI secolo perse il suo ruolo difensivo e venne abbandonato, danneggiato ulteriormente dal terremoto del 1703 e da spoliazioni per costruire nuovi edifici a Barisciano. Con il terremoto del 2009 crolla il torrione occidentale, il meglio conservato della cinta muraria. Presso un altro torrione nel XVI secolo fu costruita la cappella di San Rocco. Chiesa di San Flaviano VescovoSi tratta della chiesa parrocchiale, ricostruita nel 1733 dopo il grave terremoto del 1703, ma nota nelle fonti fin dal XII secolo: del 1109, ad esempio, è un documento contenuto nel regesto della diocesi di Valva in cui si annota il passaggio giurisdizionale della chiesa alla stessa Diocesi[6]; ciò ne colloca la fondazione nei secoli precedenti. La chiesa ha pianta medievale rettangolare, con esterno in robusta pietra. La facciata in stile neoclassico è del 1733. Il campanile, una torre con un piccolo tetto, è testimone della preesistente struttura medioevale. In seguito al sisma del 2009, la chiesa è stata dichiarata inagibile e chiusa al pubblico. Santuario della Madonna di ValleverdeSi trova accanto al paese, presso il cimitero. La chiesa è stata completata nel 1580, nel luogo in cui un'icona della Vergine con Bambino, oggi incastonata nell'altare maggiore della chiesa, iniziò a piangere davanti a folle sempre crescenti. L'altare in marmi policromi è in stile greco classico, con nicchia a conchiglia. Il santuario ha aspetto rinascimentale. La facciata è divisa in due livelli da una cornice: il semplice portale tardo romanico con elementi manieristi ha una lunetta curva con bassorilievi, e la parte superiore della facciata ha una vetrata centrale incastonata in due colonne che formano quattro bucature eguali. È affiancata da due piccole finestre con architrave rinascimentale. Il campanile è a vela. In seguito al sisma del 2009, la chiesa è stata dichiarata inagibile e chiusa al pubblico. Accanto al santuario vi è un conventino poggiante su archi a tutto sesto, che in tempi di peste fungeva da lazzaretto. Convento di San ColomboAppena fuori dal paese si trova il convento francescano di San Colombo del XIV secolo, oggi sede del Centro ricerche floristiche dell'Appennino San Colombo, in cui vengono conservate e studiate numerose varietà di semi, di cui circa 235 soprattutto della flora appenninica e altre 46 di specie agronome autoctone; nel centro è presente anche un Herbarium Apenninicum con i suoi 40000 campioni. Sono in corso di progettazione un orto botanico e un Museo sulla fitodiversità del Parco.[7] L'Immacolata Concezione o SS. TrinitàLa chiesa dell'Immacolata Concezione o SS. Trinità risale alla metà del XVII secolo. Oggi ospita il Centro di documentazione della Transumanza. La chiesa, avendo riportato gravi danni in seguito al sisma del 6 aprile 2009, è stata dichiarata Inagibile e chiusa al pubblico. Altri monumenti
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[8] Tradizioni e folcloreOgni anno il 25 novembre si tiene la tradizionale fiera di Santa Caterina d'Alessandria di importanza storica in quanto in passato, durante il suo svolgimento, veniva stabilito il prezzo dello zafferano. La Sagra della Patata di Barisciano è un evento tradizionale che segna la fine dell'estate. Da oltre 40 anni, infatti, nell'ultimo fine settimana di agosto, si tiene una delle manifestazioni più rilevanti della zona.[9] Amministrazione
Note
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