Incerta l'etimologia del nome Oricola. Alcune fonti riportano la supposizione che il toponimo possa derivare dal termine latinoauricola ovvero "orecchio"; stando ad altre ipotesi invece deriverebbe dal termine Coriculum[5][6].
Storia
Il sito dell'antica città equa di Carsioli (chiamata anche Carseoli) fu localizzato nel 1645 nella località di Civita dal famoso cartografo Lukas Holstenius. Da allora nelle antiche mappe topografiche la colonia romana venne indicata nei pressi della contemporanea frazione di Civita di Oricola.
Le prime notizie certe risalgono all'XI secolo: Berardino, discendente dei conti dei Marsi, verso il 1016 con l'aiuto di Riccardo il Normanno riuscì a strappare il feudo di Carsoli ai propri fratelli Siginulfo, Rinaldo e Pometta. Uno di questi, Rinaldo, rifugiatosi ad Oricola, ne divenne il barone. Qualche decennio dopo, nel 1096, la vedova Aldegrina o Aldegrima fece dono del castello di Oricola, insieme con quelli di Fossaceca, Camerata e Pereto, ai monaci dell'abbazia di Montecassino[7]; nel 1097, infatti, il castello di Auricola (toponimo medievale del borgo) compare tra i beni confermati dalla bolla di papa Urbano II all'abate cassinese Oderisio[7].
Nel XII secolo, sotto i Normanni, una metà della terra di Oricola passò sotto il dominio di Todino De Ponte, figlio di Oderisio, e l'altra metà fu concessa al fratello Rainaldo. Divenne poi feudo degli Orsini e, successivamente dei Colonna, seguendo le vicende storiche della contea e del ducato di Tagliacozzo.
Nel 1806 venne tolta ad Oricola l'autonomia amministrativa e fu aggregata, insieme al centro limitrofo di Rocca di Botte, al comune di Pereto.
Solo nel 1907 i due centri della piana del Cavaliere riuscirono a riconquistare la propria indipendenza amministrativa[8].
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 aprile 2001 che sostituisce quello precedente del 9 febbraio 1990[10].
Stemma
«D'azzurro, alle due orecchie umane destra e sinistra, ordinate in fascia all'altezza del punto d'onore, di oro, accompagnate in punta da tre montagne d'argento, le due laterali fondate in punta, la centrale, più alta, fondata sulle montagne laterali e con i declivi parzialmente celati dalle montagne stesse. Sotto lo scudo su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, OLIM AURICOLA REGNI. Ornamenti esteriori da Comune.»
Gonfalone
«Drappo di giallo con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami di argento e caricato dallo stemma civico con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune.»
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Salvatore che conserva un organo di grande pregio artistico, costruito nel 1855 dall'artista romano Tommaso Vayola (Thomas Vajola), artefice di altri antichi organi per le chiese marsicane e abruzzesi.
Chiesa di Santa Restituta con all'interno un affresco del XIII secolo.
Palazzo signorile, noto anche come palazzo Rostagno[11]. Di stile settecentesco fu costruito dopo il matrimonio di Francesco Saverio De Vecchi con la principessa Maria Eleonora Boncompagni[12]. Il palazzo di quattro piani, appartenuto anche a Giacinto De Vecchi Pieralice, custodiva alcuni reperti rinvenuti antecedentemente alla prima ricognizione archeologica promossa nel 1901 presso il sito di Carsioli[13].
Il borgo antico di Oricola è dominato dalla rocca costruita con ogni probabilità nel IX secolo. I conti dei Marsi vollero una fortezza quadrata, con mura possenti, bastioni e punti di osservazione nei quattro torrioni. Il castello fu costruito, infatti, per difendere gli abitanti del luogo dalle invasioni saracene ed ungare che caratterizzarono per lungo tempo il medioevo. L'aspetto di una rocca rinascimentale è riconducibile alla seconda metà del quattrocento. Il castello, in alcuni locali, ospita la sede municipale[14].
Monumenti
Monumento ai caduti delle guerre, opera dello scultore Francesco Marcangeli[15].
Sito di interesse comunitario situato tra i 570 e i 640 m s.l.m. La superficie del bosco è pari a circa 598 ettari e ricade per oltre il 90% nel territorio comunale di Oricola e per il resto in quello di Carsoli, segnando il confine con i comuni di Riofreddo, Vallinfreda e Vivaro Romano. Secondo una leggenda il luogo fu dimora del generale Sisara che avrebbe dato il nome al bosco[16]. La vegetazione del bosco consiste in sempreverdi come castagni, cerri, faggi, pioppi e querce.
Tra i comuni di Oricola e Carsoli, contiguo all'autostrada A24, si trova il distretto industriale della piana del Cavaliere che si è sviluppato a cominciare dagli anni settanta-ottanta[19]. Il nucleo è una delle aree più industrializzate dell'Abruzzo montano e vi operano molte aziende che spaziano dal settore manifatturiero a quello dell'editoria e dall'elettronica agli alimentari. Molte le aziende grandi e importanti che hanno operato e che operano nel distretto: Il Sole 24 Ore, Rotosud Gruppo Espresso, Italpneumatica, Coca-Cola HBC, Mael, Lilli petroli ed Olivetti[20].
Nel 1927 venne costruita nei pressi di Civita la fornace Nitoglia, una fabbrica di laterizi di grandi dimensioni la cui attività industriale cessò negli anni ottanta[21].
Turismo
Oricola fa parte dell'associazione nazionale Borghi autentici d'Italia[22].
La scuola calcio A.S.D. Piana del Cavaliere è attiva nei settori giovanili del calcio. La società raccoglie l'eredità della Polisportiva Oricola che ha militato nei massimi tornei dilettantistici abruzzesi[28].
Impianti sportivi
Sulla strada provinciale della piana del Cavaliere è situato il centro sportivo Le Salere dotato di un campo da calcio in erba, uno in pozzolana e una tribuna coperta[28].
^ Angelo Melchiorre, Sintesi storica, su oricola.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 2 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2017).
^abScioglimento anticipato del consiglio comunale. Commissario prefettizio a Oricola (AQ), su www1.interno.gov.it, Ministero dell'interno, 20 settembre 2012. URL consultato il 20 marzo 2020.