Fontecchio
Fontecchio è un comune italiano di 283 abitanti[2] della provincia dell'Aquila in Abruzzo, nella valle dell'Aterno. Appartiene alla Comunità montana Sirentina ed al Parco naturale regionale Sirente-Velino. StoriaCiviltà ItalicaGli albori di questo borgo, seppur di modeste dimensioni e collocato in un luogo ancor oggi ben lontano dalle frenesie della modernità, vanno ricercati in epoca remota, al tempo dei popoli italici, cui sono da attribuire i siti archeologici rinvenuti in località "Il Castellone" (948 metri s.l.m.) e "Monte San Pio" (1005 metri s.l.m.). Nonostante non si sappia con esattezza quale tra i Vestini,Marsi, oppure Peligni, fossero le popolazioni che abitarono anticamente il tratto della valle dell'Aterno oggi parte del Comune di Fontecchio; le tracce in muratura, la necropoli ed altri reperti rappresentano inequivocabilmente esempi ancora pressoché intatti di centri fortificati italici. Inoltre, non lontano dal sito del Monte San Pio, venne individuato un tracciato carrozzabile, probabilmente di derivazione dell'Iter Superequum, che passava per il Castellone per poi dirigersi verso Opi e poi Peltuinum. Epoca romanaNumerose e ben visibili sono le emergenze architettoniche di tipo romano, rinvenibili in gran parte del territorio comunale. Tra queste possiamo facilmente notare il basamento del tempio dedicato a Giove ove poi venne edificata la Chiesa di Santa Maria della Vittoria (la quale oltretutto conserva anche un'iscrizione che riporta il nome degli "Aufigenates", antica popolazione vestina); la cisterna nel cortile e la torre d'angolo del Palazzo Corvi, in pieno centro abitato; la pavimentazione in laterizio disposta a spina di pesce dietro l'abside della chiesa relativa al Convento di San Francesco (probabilmente a testimonianza di un antico manufatto di tipo sacrale). Tali ritrovamenti evidenziano nettamente l'importanza di tale territorio nell'antichità, costituendo un vero e proprio Castrum, ricco di testimonianze e leggende, tra cui quella che vede in San Pio il luogo di ultima dimora (Montagna di Pilato) niente meno che di Ponzio Pilato. Il ritrovamento in tempi recenti di resti di edifici romani ha stimolato ulteriormente questa leggenda. Dalle invasioni barbariche al XIV secoloLe continue scorrerie da parte delle popolazioni settentrionali all'interno dell'Impero Romano, susseguitesi dal II fino a tutto il V secolo d.C., intaccarono anche i territori circostanti l'attuale borgo di Fontecchio, inducendo così gli abitanti della valle ad aggregarsi e a dar vita a veri e propri centri abitati. Intorno all'XI secolo i piccoli vicus di San Giovanni, San Pietro, Sant'Arcangelo, San Felice e "Fons Tichiae", si unirono dando vita al "Castrum Fonticulanum"; ma, sebbene uniti per ragioni di sicurezza, inizialmente tali piccole realtà mantennero ognuna una propria chiesa, fondando solo intorno al 1080-1095 la comune parrocchia di Santa Maria della Pace, tutt'oggi sede parrocchiale del paese. Grazie allo storiografo aquilano Anton Ludovico Antinori, si apprendono ulteriori frammentarie notizie collocabili in epoca basso medioevale. Due sono i riferimenti principali, di cui l'Arcivescovo Antinori, nel XVIII secolo, ci dà menzione: nel 1145 Fontecchio è feudo di Gualtiero di Gentile, contribuendo alle milizie dello stesso con due soldati a cavallo; nel 1360, invece, il paese risulta appartenere alla diocesi "Valvense", con ben quattro chiese (San Pietro, San Biagio, Santa Maria a Graiano e San Nicola). Gli assedi del 1425 e del 1648: la leggenda dei cinquanta rintocchiLa storia di Fontecchio sembra entrare bruscamente nel vivo nel XV secolo, quando, a partire dal maggio del 1425, la quasi totalità dei castelli del circondario dell'Aquila vengono cinti d'assedio dallo spregiudicato condottiero mercenario Braccio da Montone, detto "Fortebraccio". Se per i restanti borghi del circondario la resa fu il naturale epilogo dell'invasione subìta, tutto ciò non avvenne per Fontecchio. Anzi, grazie alle gesta ed al coraggio dei suoi abitanti, il tutto arditamente narrato nel De bello Bracciano Aquilae gesto dell'illustre Girolamo Pico Fonticulano, il paese riuscì a respingere l'attacco delle truppe mercenarie, anche attraverso l'aiuto di un altro nobile condottiero fontecchiano del tempo, accorso a dar manforte ai propri concittadini: Rosso Guelfaglione (membro della famiglia Benedetti, originaria del posto, di cui fa parte anche l'astrologo del XVI secolo Giulio Cesare, che predisse il papato al futuro Sisto V). L'episodio che però sembra assurgere a simbolo e tradizione di Fontecchio è senza dubbio rappresentato dall'assedio del 1648 ad opera delle truppe spagnole, logica conseguenza dei moti popolari che incendiarono il Regno di Napoli nell'anno 1647. Durante la sommossa contro gli spagnoli, capeggiata dal genovese Giovanni Grillo, generale di Enrico II duca di Guisa (1614 † 1664) che aspirava al trono di Napoli, gli abitanti del castello di Fontecchio resistettero all’assedio Non le fonti più attendibili, parlano di un assedio durato una decina di giorni, bensì fonti frammentarie e popolari ci tramandano una versione dei fatti che ad oggi impernia in maniera così evidente il simbolismo e la ritualità della civiltà fontecchiana da non poterne tralasciare il racconto. Infatti, si narra, l'assedio durò ben cinquanta giorni ed il paese, ormai allo stremo delle forze, fu liberato dal coraggio della Marchesa Corvi, la nobildonna Giulia Muzj (o Muzi oppure Muti), vedova di Pompeo Corvi, barone di Fontecchio, la quale, dal suo palazzo, tirò un colpo di spingarda colpendo a morte il capo degli assalitori e liberando così il borgo[5]. Ancora oggi ogni sera, a ricordo di tale episodio, l'orologio della Torre batte cinquanta rintocchi, mescolando così storia, leggenda, tradizione, fierezza ma soprattutto respiro di tempi lontani ancora impregnati nei vicoli e nelle mura di Fontecchio. TerremotiFontecchio fu gravemente danneggiata dal terremoto dell'Aquila del 1703, ed in seguito anche da quello del 2009. SimboliLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 16 luglio 1996.[6] Nello stemma è rappresentata in campo d'azzurro una fontana che richiama quella trecentesca di piazza del Popolo, fiancheggiata da due leoni. Sotto lo scudo su lista bifida svolazzante di azzurro il motto "Fedeltà". Il gonfalone è un drappo di giallo. Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Architetture civiliPorte
Castelli e torri
Fontane
Aree naturaliIl Parco regionale del Sirente-Velino e la media valle dell'AternoIl territorio del comune di Fontecchio è situato all'interno del Parco naturale regionale Sirente-Velino, area naturale protetta, caratterizzata a nord-nordest dalla valle dell'Aterno, ad ovest dalla piana di Campo Felice, a sud dalla conca del Fucino. La grande varietà geografica del territorio in questione permette di evidenziare l'alternanza di emergenze geomorfologiche che spaziano dai severi massicci del monte Sirente, del monte Velino, dei monti della Magnola, dalle impetuose Gole di Celano, passando per gli affascinanti tavolati dell'altopiano delle Rocche e dei Piani di Pezza; il tutto contrapposto ai dolci paesaggi della valle dell'Aterno, ove si colloca il comune di Fontecchio. Scontato appare quindi sottolineare lo stretto collegamento tra varietà morfologica e ricchezza del patrimonio fauno-floristico, caratterizzato dalla presenza di rare specie vegetali ed animali. In particolare la Valle, dominata dal fiume Aterno, che nel territorio fontecchiano abbassa sensibilmente il proprio alveo e si presenta limpido riuscendo a smaltire gli scarichi fognari del capoluogo, si presenta come una dolce conca verde chiusa ad ovest da rilievi medio alti morbidi e dalle linee mai severe. Ad una prima occhiata, infatti, il borgo di Fontecchio si svela come adagiato in un letto verde, protetto dalla natura e sorvegliato a distanza dalla maestosità del monte Sirente con il suo carattere prettamente dolomitico. La vegetazione boschiva è costituita principalmente da cerro, carpinus e vari tipi di acero. Nei pressi del centro storico si trova l'Oasi di Fontecchio, con un centro visita ospitata all'interno di una conceria medievale, un'area per la fauna selvatica ed una zona picnic. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[7] CulturaCucinaIl comune di Fontecchio rientra fra quelli in cui è consentito l'uso della Denominazione di origine protetta dello Zafferano dell'Aquila. CinemaA Fontecchio è stata girata parte del film Una ballata bianca di Stefano Odoardi (2007). Geografia antropicaFrazioniL'unica frazione è quella di San Pio. Fino alla prima metà del XX secolo il comune comprendeva anche la frazione di Santa Maria del Ponte, in seguito passata al comune di Tione degli Abruzzi. Infrastrutture e trasportiStradeIl comune di Fontecchio è attraversato dalla Strada statale 261 Subequana (oggi strada regionale). FerrovieLa parte di fondovalle del territorio comunale è attraversata dalla ferrovia Sulmona-L'Aquila, linea secondaria a binario unico e trazione diesel, che lo serve con la fermata di Fontecchio, posta a circa 2,3 km dal paese. Amministrazione
Note
Bibliografia
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