La forma biologica prevalente del genere è emicriptofita bienne (H bienn): si tratta quindi di pianta a ciclo di sviluppo biennale (nel primo anno si formano solamente le foglie; i fiori si sviluppano nel secondo), mentre la riproduzione avviene tramite gemme poste a livello del terreno. Queste pianta in genere sono densamente pelose e sono alte da alcuni decimetri fino a quasi tre metri (normalmente 100 – 150 cm). Alcune specie sono perenni, in questo caso sono monocarpiche (ossia fioriscono e fruttificano una sola volta). Le piante non sono spinose.[5][6][7]
La parte aerea del fusto è eretta, pubescente, ramificata e spesso arrossata. La superficie spesso è solcata.
Foglie
Le foglie hanno una lamina intera (o eventualmente lobata) e con picciolo solido o cavo a seconda delle specie. Il bordo delle foglie è grossolanamente dentato (o seghettato) e ondulato. Sono inoltre glabre nella parte superiore e biancastre e ragnatelose inferiormente (sparsamente tomentose). In genere sono ruvide al tatto. Quelle basali sono picciolate a lamina ovata (molto allargata e ampiamente ovata in quelle basali) o cuoriforme; mentre quelle cauline (disposte in modo alterno) sono sessili e a forma lanceolata e progressivamente di dimensioni minori.
Infiorescenza
L'infiorescenza è costituita da diversi capolino eterogami e sferici riuniti in corimbi o variamente raggruppati. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo (in qualche caso assente) sorregge un involucro sferico a forma ovoidale composto da diverse brattee (o squame) lesiniformi con portamento da eretto-patente a riflesso, verdi e ragnatelose disposte su più serie (da 9 a 17) e formanti un riccio di aculei uncinati persistenti, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano con squame aristate (ma senza pagliette) sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi (da 20 a 40 o più). Lunghezza dei peduncoli: 1 – 9 cm.
Corolla: la corolla ha una forma cilindrica terminante con 5 denti triangolari; a volte i fiori esterni sono molto più lunghi; il colore è rosa, violetto, purpureo o bianco.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e glabri; le antere sono saldate fra di loro e formano un manicotto circondante lo stilo.
I frutti sono degli acheni di pochi millimetri e di colore scuro; sono inoltre dimorfici: quelli esterni sono quasi lineari, fortemente ricurvi e non sono alati; la forma di quelli interni è obovoide-oblunga più o meno compressa, sono alati (o solcati) e glabri. Il pappo presenta una coroncina di brevi setole disposte su 2 - 4 serie.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
Distribuzione: in Italia queste piante sono abbastanza comuni. Fuori dai confini italiani sono presenti principalmente in Europa e in Asia temperata (ma anche subtropicale e qualche specie in quella tropicale) e in Africa mediterranea/occidentale; nell'America del Nord (e del Sud) quasi sempre sono considerate specie naturalizzate.[9]
Habitat: l'habitat tipico per le specie di questo genere sono gli incolti, le siepi, i bordi delle strade e le sponde dei ruscelli; ma anche gli ambienti ruderali, le schiarite e le strade forestali.
Tutte e quattro le specie spontanee della flora italiana vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[10].
Substrato con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province). Comunità vegetali: 5 = comunità perenni nitrofile; 11 = comunità delle macro- e megaforbie terrestri Ambienti: B2 = ambienti ruderali; scarpate; B5 = rive, vicinanze corsi d'acqua; B6 = tagli rasi forestali, schiarite, strade forestali; G4 = arbusteti e margini dei boschi; I2 = boschi di latifoglie
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[11], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[12] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[13]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][14]
Un genere molto vicino a quello di questa voce è Cousinia Cass.. I limiti tra Arctium e Cousinia non sono chiari e sono controversi e insieme formano nell'ambito della sottotribù Carduinae il "Cousinia group" o "Arctium group" secondo gli Autori.[21][22]
Nonostante le difficoltà si possono utilizzare alcuni caratteri per delimitare tassonomicamente i generi del gruppo: nella morfologia delle foglie, delle brattee e dei fiori, nelle diverse caratteristiche del polline e nei numeri cromosomici (Arctium ha sempre 2n = 36, mentre il genere Cousinia ha 2n = 22, 24 e 26).
In ricerche più recenti[23] questo gruppo (chiamato "Arctium-Cousinia complex") è risultato composto oltre che dai generi citati anche dai generi Hypacanthium Juz. e Schmalhausenia C. Winkl. (vedi sottotribù Carduinae). Da analisi di tipo cladistico sul DNA è stata confermata la non monofilia del grosso genere Cousinia, ma è stato anche individuato un clade monofiletico (clade ‘'Arctioid'’) comprendente i generi Arctium, Hypacanthium , Schmalhausenia e una trentina di specie del genere Cousinia che risultano così più vicine al genere Arctium che al genere di appartenenza. Da questo clade si evidenzia un ulteriore sottoclade formato da due generi indicati sopra insieme, da due specie del genere Cousinia (C. grandifolia e C. arctioides) e dalle attuali specie di Arctium (vedi cladogramma tratto dallo studio citato e semplificato - sono indicate solo alcune specie di Arctium).
Uno studio ancora più recente[24] propone una radicale ristrutturazione del genere Arctium dove i generi Anura, Hypacanthium e Schmalhausenia sono ridotti a livello sezionale del genere Arctium e inoltre vengono trasferite nello stesso genere alcune specie di Cousinia. Vedi tabella seguente:
Sezione
Specie
Posizione precedente
Amberbopsis (Tscherneva) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Arctium grandifolium (Kult.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Cousinia grandifolia Kult.
Anura S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Anura pallidivirens (Kult.) Tscherneva
Anura pallidivirens (Kult.) Tscherneva
Arctium
Arctium arctioides (Schrenk.) Kuntze Arctium atlanticum (Pomel) H. Lindb. Arctium lappa L. Arctium leiospermum Juz. & Ye. V. Serg. Arctium minus (Hill) Bernh. Arctium nemorosum Lej. Arctium palladini (Marcow.) R.E. Fr. & E.S. Söderb. Arctium tomentosum Mill
comprende le principali specie di Arctium comprese quelle della flora spontanea italiana
Chrysis (Juz.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Arctium anomalum (Franch.) Kuntze Arctium aureum (C. Winkl.) Kuntze Arctium chloranthum (Kult.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium haesitabundum (Juz.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium karatavicum (Regel & Schmalh.) Kuntze Arctium korolkowii (Regel & Schmalh.) Kuntze Arctium medians (Juz.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium refractum (Bornm.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium schmalhausenii (C. Winkl.) Kuntze
specie della sezione Chrysis Juz del genere Cousinia
Hypacanthium S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Arctium echinopifolium (Juz.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium evidens (Tscherneva) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Hypacanthium echinopifolium (Bornm.) Juz
Hypacanthodes S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Arctium abolinii (Kult. ex Tscherneva) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium dolichophyllum (Kult.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium egregium (Juz.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium fedtschenkoanum (Bornm.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium korshinskyi (C. Winkl.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium macilentum (C. Winkl.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium pterolepidum (Kult.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium ugamense (Karmysch.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
specie del subgenere Hypacanthodes Tscherneva del genere Cousinia
Lappaceum (Bunge) Duist
Arctium lappaceum (Schrenk) Kuntz
Cousinia lappacea Schrenk
Pectinatae (C. Winkl.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia
Arctium albertii (Regel & Schmalh.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium horrescens (Juz.) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium pentacanthoides (Juz. ex Tscherneva) S. López, Romaschenko, Susanna & N. Garcia Arctium pentacanthum (Regel & Schmalh.) Kuntze Arctium triflorum (Schrenk.) Kuntze
specie della sezione Pectinatae C. Winkl. del genere Cousinia
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l'elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra)[25].
1A: tutte le squame dei capolini terminano con un uncino;
2A: il diametro del capolino è di 3 - 4 cm; il colore delle squame è verde (o giallo nella parte apicale);
3A: i rami superiori formano un corimbo; il colore delle squame è verde;
Arctium lappa L. - Bardana maggiore: l'altezza della pianta è di 8 - 20 dm; il ciclo biologico è bienne; la forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn); il tipo corologico è Eurasiatico temperato; l'habitat tipico sono gli incolti, le zone ruderali e i bordi delle strade; la distribuzione sul territorio italiano è totale (isole a parte) fino ad un'altitudine di 1100 ms.l.m..
3B: i rami superiori formano una struttura simile ad una piramide; il colore delle squame è arrossato nella parte alta;
Arctium nemorosum Lej. - Bardana selvatica: l'altezza della pianta è di 8 - 25 dm; il ciclo biologico è bienne; la forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn); il tipo corologico è Europeo / Sub-Atlantico; l'habitat tipico sono i boschi umidi, e le schiarite forestali; la distribuzione sul territorio italiano è totale (Sardegna a parte) fino ad un'altitudine compresa tra 100 e 1500 ms.l.m..
2B: il diametro del capolino è di 1 - 2 cm; il colore delle squame è rosso sugli uncini;
Arctium minus (Hill) Bernh. - Bardana minore: l'altezza della pianta è di 5 - 15 dm; il ciclo biologico è bienne; la forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn); il tipo corologico è Europeo / Euri-Mediterraneo; l'habitat tipico sono gli incolti, le siepi e i bordi delle strade; la distribuzione sul territorio italiano è totale fino ad un'altitudine di 1500 ms.l.m..
1B: le squame esterne terminano con un uncino, quelle interne sono diritte;
Arctium tomentosum Miller - Bardana lanuta: l'altezza della pianta è di 5 - 15 dm; il ciclo biologico è bienne; la forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn); il tipo corologico è Europeo / Euri-Mediterraneo; l'habitat tipico sono gli incolti, le siepi e i bordi delle strade; la distribuzione sul territorio italiano è totale fino ad un'altitudine di 1500 ms.l.m..
Specie europee
In Europa e nel Mediterraneo, oltre alle specie già indicate della flora spontanea italiana, sono presenti le seguenti altre entità:[26]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Arcium Rupr.
Arcion Bubani
Bardana Hill
Anura (Juz.) Tschern.
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Consigliata nel trattamento della pelle grazie all'utilizzo di decotti, estratti e impacchi che danno un certo giovamento per combattere l'acne, la foruncolosi e le pelli grasse. Fondamentalmente, la bardana ha una funzione depurativa, diuretica e stimola le funzioni epatobiliari.[27]
Vengono utilizzate le radici di Arctium lappa raccolte nell'autunno del primo anno o nella primavera del secondo ed essiccate come anche quelle di Arctium minus e di Arctium tomentosum. Le radici di bardana vengono, più raramente, offerte sul commercio come Bardanae radix.
Sostanze contenute sono lignina, arctiina, inulina (A. lappa 45-70 %, A. minus 20-27 %, A. tomentosum fino a 19 %), mucose, quantità minori di olio eterico polina, derivati di acidi di caffeina e di acido tarassinico (sesquiterpenlactone).
Un suffumigio di radici di bardana, occasionalmente anche di parti di pianta della parte superiore del terreno tagliati di recente o essiccati, serve per l'applicazione interna. Nelle applicazioni esterne, l'olio di radici di bardana viene applicato contro l'alopecia.
Se ne sconsiglia l'applicazione in gravidanza.
I fusti, una volta puliti dalla terra e affettati, si mangiano fritti in olio d'oliva.
Altre notizie
La Bardana in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:[28]
(DE) Klette
(FR) Bardane
(EN) Burdock
(JA) Gobō (牛蒡 o ゴボウ), dove la radice è anche utilizzata in cucina.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, pp. 55, ISBN 88-7621-458-5.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.