Arrigo Tessari
Arrigo Tessari (Belluno, 4 gennaio 1897 – Belluno, 5 settembre 1971) è stato un aviatore e generale italiano, pilota di grande esperienza della Regia Aeronautica partecipò alla prima guerra mondiale, alla guerra civile spagnola e alla seconda guerra mondiale, venendo decorato più volte per il valore dimostrato in combattimento. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana, venendo successivamente nominato Sottocapo di stato maggiore dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana. Mantenne tale funzione fino al 26 luglio quando fu sostituito dal colonnello Manlio Molfese, e ricoprì le funzioni di Capo di stato maggiore dell'A.N.R. fino al 20 agosto 1944. BiografiaNacque il 4 gennaio 1897 a Belluno, e durante la prima guerra mondiale prestò servizio come tenente pilota in Albania inquadrato nell'85ª Squadriglia Caccia. Il 14 marzo 1919 entrò a far parte del personale in servizio permanente effettivo (s.p.e.), e nell'ottobre 1923 passò in forza alla neocostituita Regia Aeronautica, operando come comandante dell'89ª Squadriglia SVA.[N 1] in Tripolitania. Dopo un lungo periodo presso l'aviazione coloniale, rientrò in Patria al termine delle operazioni di riconquista della Libia, decorato con una Medaglia d'argento e una bronzo al valor militare. A partire dalla fine del 1937 prese parte, come volontario, alla guerra civile spagnola e in qualità di tenente colonnello divenne comandante del XVI Gruppo Caccia "La Cucaracha",[N 2] del 3º Stormo Caccia dell'Aviazione Legionaria[N 3] basato a Caspe. Come suo primo gregario aveva il sergente maggiore Giuseppe Biron.[N 4] nel dicembre del 1938 il suo Gruppo[N 5] viene destinato ad appoggiare l'avanzata nazionalista su Barcellona. Con la fine della guerra civile rientrò in Italia, ed il 15 aprile 1939[1] viene nominato comandante del 53º Stormo[2] Caccia Terrestre[N 6] basato sull'aeroporto di Torino-Caselle.[2] L'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, lo vide in prima linea, con il suo reparto dotato dei caccia biplani Fiat C.R.42 Falco.[2] Il 15 giugno[3] il Quartier Generale italiano ordinò di attaccare i campi d'aviazione francesi di Le Cannet des Maures[N 7] e di Cuers Pierrefeu[N 8], in Provenza. L'attacco,[3] da eseguirsi con i 150°,[3] 18° e 23° Gruppi C.T. aveva lo scopo di distruggere la forza da caccia francese sul terreno. Durante i combattimenti di quel giorno egli reclamò l'abbattimento di quattro[3] velivoli francesi Morane-Saulnier MS.406, che gli furono attribuiti in compartecipazione.[4] Il 15 agosto dello stesso anno assunse il comando dell'Aviazione italiana in Albania. Alla data del 10 ottobre diresse le operazioni aeree contro la Grecia. Dopo la resa delle forze armate greche assunse il comando anche delle forze aeronautiche italiane basate in quel paese. Fu promosso generale di brigata aerea il 26 febbraio 1942, e il giorno dopo lasciò il comando di settore per rientrare in Italia. Nell'Aeronautica Nazionale RepubblicanaL'8 settembre 1943, data della firma dell'armistizio con gli angloamericani, lo vide presente presso lo Stato maggiore della Regia Aeronautica a Roma. Il 16 settembre il generale Aldo Urbani assunse la carica di Commissario per l'Aeronautica, mentre alcuni alti ufficiali, rimasti a Roma, riorganizzavano le forze armate. Nel contempo egli, aderendo alla Repubblica Sociale Italiana, prese contatti con Alessandro Pavolini e il Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani mettendosi a disposizione per l'assunzione di eventuali incarichi. Il 24 settembre il tenente colonnello Ernesto Botto[5] fu nominato Sottosegretario di Stato per l'Aeronautica,[5] recandosi a Roma alla fine del mese, dove incontrò Graziani e Tessari, mentre il 2 ottobre si recò a Rocca delle Caminate per incontrare il comandante della II Luftflotte, generale Wolfram von Richthofen. Già allora i rapporti tra la neocostituita Repubblica Sociale Italiana e il Terzo Reich risultavano molto tesi.[N 9] Dopo le dimissioni di Botto, avvenute il 7 marzo 1944, il giorno dopo[6] lo sostituì come Sottocapo di Stato Maggiore dell'A.N.R.,[N 10] ricoprendo tale incarico fino al 26 luglio quando fu sostituito dal colonnello Manlio Molfese.[5] Mantenne le funzioni di Capo di stato maggiore fino al 20 agosto 1944, quando venne sostituito da colonnello Ruggero Bonomi.[5] Dopo la fine della seconda guerra mondiale fu sottoposto a processo di epurazione e messo in congedo definitivo. Durante la sua vita militare fu decorato con tre Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare, la Croce al merito di guerra, la Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918, la Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia, la Medaglia commemorativa della campagna di Spagna, la Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna e con l'Ordine della Corona d'Italia. Nel dopoguerra fu presidente dell'Aeroclub "Arturo Dell'Oro" di Belluno per molti anni,[N 11] e presidente della sezione bellunese della Croce Rossa Italiana.[N 12] Nel 1970 gli fu conferita la nomina di cavaliere di Vittorio Veneto. Sposato con la signora Corinna Canova, appartenente a una facoltosa famiglia bellunese operante nell’ambito della ristorazione, la coppia ebbe un unico figlio, Massimo, architetto. Morì a Belluno il 5 settembre 1971. Onorificenze«Ufficiale pilota esperto e valoroso, partecipava alle operazioni per la conquista dell'oasi di Cufra, dando prova di valore e tenacia. Il 19 gennaio, durante una ricognizione, notata la presenza di numerosi armati in movimento che minacciavano di aggirare una colonna operante, con nobile slancio, malgrado l'apparecchio fosse colpito dalla fucileria ribelle che aveva prodotto una seria avaria a un cilindro del motore, incurante del pericolo cui andava incontro, persisteva a mantenersi sulla zona per oltre due ore, finché riuscendo a segnalare al Comando delle Truppe la situazione, contribuiva a far sventare l'azione nemica ed al successo dell'azione. Cirenaica, gennaio 1931-IX.»
«Colonnello più volte decorato al valore, comandante di uno stormo da caccia, con intelligenza e gran cuore di soldato portava la preparazione degli uomini e del reparti ad un grado elevatissimo, così da forgiare un mirabile strumento di guerra. Pilota valoroso in testa alle proprie formazioni sfidava il nemico su lontane basi, distruggendolo a terra e combattendolo valorosamente in volo. Cielo di Fayence e di Cannet des Maures, 13-15 giugno 1940.»
«Pilota comandante di squadriglia S.V.A., dopo aver partecipato arditamente e valorosomente a tutte le precedenti fasi della campagna contro i ribelli, rinunciava volontariamente alla licenza già ottenuta per prendere parte alle operazioni di Beni Ulid, durante le quali, incaricato di collegare le varie colonne operanti, faceva nuovamente rifulgere le sue magnifiche doti di pilota e soldato sprezzante del pericolo sotto il fuoco avversario. Beni Ulid, 27 dicembre 1923.»
— 3 marzo 1930-VIII[7]
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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