^Le graduatorie mondiali mostrano tre tedeschi ai primi tre posti, con tempi migliori degli atleti USA (21"0 e 21"1). Purtroppo è noto come i cronometristi tedeschi dell'epoca fossero abbastanza generosi.
Per la prima volta dal 1896 è presente il campione in carica (Jackson Scholz, oro a Parigi)[1].
Nei turni eliminatori il tedesco Helmut Körnig eguaglia il record olimpico con 21"6.
Nella prima semifinale giunge inattesa l'eliminazione di Charles Paddock. Era stato finalista sia ad Anversa 1920 che a Parigi 1924. Sfuma quindi la sua terza finale consecutiva[2].
Il connazionale Scholz invece ce la fa: è il primo campione in carica dei 200 metri che può ripetersi a quattro anni di distanza.
La finale è dominata dal canadese Percy Williams, che scatta nettamente in prima posizione e mantiene il vantaggio fino alla fine.
I giudici assegnano il terzo posto a pari merito al tedesco Körnig e all'americano Scholz. Ma la Germania presenta reclamo allegando una foto dell'arrivo presa dall'alto in cui si vede chiaramente che il tedesco è davanti all'americano. La giuria accoglie il reclamo e modifica l'ordine d'arrivo.
Ad Amsterdam si verifica un fatto senza precedenti nella storia dell'atletica ai Giochi: gli Stati Uniti non salgono sul podio né sui 100 né sui 200. Nel XX secolo è stata l'unica volta in cui è successo.
Il canadese Williams è invece il terzo dal 1896 a realizzare la doppietta su 100 e 200. In tutto il XX secolo, gli atleti non statunitensi ad aver realizzato questo exploit alle Olimpiadi sono solo due: l'altro è Valerij Borzov.
Note
^Nessuno dei campioni olimpici dei 200 metri dal 1900 (l'anno di esordio) al 1920, infatti, si era ripresentato una seconda volta.
^Il primo che riuscì a disputare tre finali olimpiche sui 200 metri fu Pietro Mennea, che raggiunse un record tuttora imbattuto di 4 finali consecutive (1972-76-80-84).
Bibliografia
(EN) The Netherlands Olympic Committe, Athletics (PDF), in Official Report of the Olympic Games, Amsterdam, 1928, pp. 368-480. URL consultato il 9 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2012).
Collegamenti esterni
(EN) Scheda su Sports-reference.com, su sports-reference.com. URL consultato il 10 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2009).