È morto a Brescia, la città dove risiedeva dal 1963, il 30 gennaio 2018 all'età di 84 anni; i funerali si sono svolti nel Duomo nuovo, con la presenza delle alte cariche federali italiane e di molti ex giocatori.[1][2]
Alla guida della nazionale, Vicini espresse un gioco «all'italiana» che assunse, tuttavia, connotazioni piuttosto innovative, senza risultare eccessivamente difensivista.[3]
Carriera
Giocatore
Nei primi anni di carriera si mette in luce contribuendo alla promozione in massima serie del L.R. Vicenza, club con cui fa il suo esordio in Serie A il 25 settembre 1955 nella gara interna con l'Internazionale (0-2). Passa alla Sampdoria e con i blucerchiati disputa sette campionati consecutivi nella massima serie, prima di scendere in Serie B con la maglia del Brescia.
Con le "rondinelle" esordisce il 15 settembre 1963 a Varese in Varese-Brescia (4-0), sfiorando la promozione, che ottiene l'anno successivo contribuendo a riportare il Brescia in Serie A dopo 17 anni di cadetteria. A Brescia chiude la carriera di calciatore e nel 1967-68 incomincia quella di allenatore, che gli darà grandi soddisfazioni.
Allenatore
La sua prima esperienza è sulla panchina del Brescia, nel campionato 1967-68, e si concluderà con la retrocessione delle rondinelle in Serie B. Già nel 1968, a soli trentacinque anni, entra a far parte del Settore Tecnico della FIGC.[4] Il primo incarico di una certa rilevanza è però la guida della nazionale Under-23, affidatagli nella stagione 1975-76, con la quale disputa il campionato europeo di categoria.
Nel 1976 gli viene affidata l'Under-21 (dopo che la UEFA ha riservato il campionato europeo giovanile a tali nazionali), incarico che porterà avanti per ben dieci anni. Ai campionati europei Under-21 ottiene tre volte la qualificazione ai quarti di finale (1978, 1980 e 1982), arrivando alla semifinale nel 1984; nell'edizione del 1986 si piazzò al secondo posto, perdendo ai rigori la finale contro la Spagna.
Dopo l'Europeo fece esordire - tra gli altri - Roberto Baggio, che con Salvatore Schillaci compose il duo d'attacco azzurro al Mondiale 1990 giocato in casa.[12] L'Italia superò a punteggio pieno il suo raggruppamento, per poi accedere alle semifinali senza alcun gol al passivo[13]; venne quindi sconfitta ai rigori dall'Argentina, dovendosi accontentare di competere con l'Inghilterra per la medaglia di bronzo.[14] Il terzo posto, conquistato battendo per 2-1 gli inglesi, fu vissuto più come un fallimento che come un successo.[15]
Complessivamente, Vicini partecipò a sei Mondiali a partire dal 1970, quando assieme a Bearzot fu collaboratore di Valcareggi. Nel vittorioso Mondiale del 1982 fece parte dello staff tecnico, seguì come osservatore la semifinale tra Germania e Francia e venne intervistato dal telecronista RAI Giorgio Martino alla fine del primo tempo.[senza fonte]
La sua carriera da allenatore ebbe le ultime tappe sulle panchine di Cesena e Udinese, prima di svolgere l'incarico di consigliere tecnico del Brescia.[20] È poi stato presidente del Settore Tecnico della FIGC, venendo sostituito da Roberto Baggio nell'estate 2010.[21][22]