Antica città le cui origini risalgono a oltre 3 200 anni fa, Brescia possiede un cospicuo patrimonio artistico e architettonico: i suoi monumenti d'epoca romana e longobarda sono stati dichiarati dall'UNESCOPatrimonio dell'umanità. Attiva nei settori della manifattura, dell'industria metalmeccanica, tessile, chimica e alimentare, è tra i principali centri economico-produttivi d'Italia ed è conosciuta per la celebre corsa d'auto d'epoca Mille Miglia e per la produzione del Franciacorta.
La città di Brescia è soprannominata "La Leonessa", originariamente per il valore e l'attaccamento dimostrato verso la Repubblica di Venezia: nel 1438, a tal proposito, lo stesso Senato veneziano proclamò la città di Brescia "Leonessa e degna sposa del Leone" conferendole il titolo di "Brixia fidelis Fidei et Iustitiae", titolo riportato sul fronte del palazzo della Loggia, sede del comune.[8]
Geografia fisica
Panorama di Brescia dalle colline dei Ronchi, in primo piano il castello
Il territorio – delimitato a nord dalle Prealpi Bresciane, ad est dalle Prealpi Gardesane e a ovest dai territori della Franciacorta – è in maggior parte pianeggiante; tuttavia tutto il versante sud del Monte Maddalena (compresa la cima) ricade nel territorio comunale, così che il comune di Brescia si trova ad avere un'escursione altimetrica di 770 metri.[9]
Il centro storico è racchiuso nel perimetro della cinta muraria di epoca veneta, abbattuta tra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni venti del Novecento,[10] ed è sovrastato dal Cidneo sul quale è ben visibile il castello di Brescia. Il resto della città si espande geograficamente e visivamente su tutto il territorio circostante, racchiuso dalla cinta di monti prealpini, come il Monte Maddalena (ad est), ed il Monte Spina (a nord), anche se quest'ultimo non fa geograficamente parte del territorio cittadino, bensì dei comuni dell'hinterlandBovezzo, Lumezzane, Concesio e Nave.
Il rischio sismico di Brescia secondo l'ordinanza PCM 3.274 del 20/03/2003 è riconducibile alla zona 3, ovvero di bassa sismicità;[11][12] tuttavia nei secoli passati non mancarono episodi di rilievo che coinvolsero la città, fra questi si ricorda il terremoto di Brescia del 25 dicembre 1222.
Brescia gode di un clima sub-continentale umido, caratterizzato da una piovosità uniformemente distribuita in tutte le stagioni con estati molto calde ed un numero inferiore di giorni di freddo e nebbia rispetto alla vicina pianura padana.[13] La presenza di piante tipicamente mediterranee (come l'olivo, il leccio, l'alloro, l'alaterno e il cappero), che crescono sulle colline che circondano la città, sono indicatori del fatto che il clima di Brescia è sub-mediterraneo, di transizione cioè tra il clima mediterraneo e quello sub-continentale della Val Padana.[13]
Le precipitazioni si concentrano nei periodi compresi tra maggio ed agosto, con un leggero calo nei mesi di luglio e settembre, e un riacutizzarsi nel periodo compreso tra ottobre e novembre inoltrato.
L'inverno, compreso generalmente tra fine novembre e fine marzo, è caratterizzato da una percentuale di piovosità molto bassa.
La zona ovest del territorio comunale è attraversata longitudinalmente dal fiumeMella, che nasce nella zona del Maniva: dopo aver attraversato la Val Trompia, giunge in città da nord. È un fiume non navigabile e presenta anche problemi di inquinamento.
Ci sono anche corsi d'acqua a carattere torrentizio, tra di essi il Garza nasce a metà strada tra i centri di Lumezzane e di Agnosine; dopo aver attraversato la valle omonima, raggiunge la città da nord-est e l'attraversa in tutta la sua lunghezza con un percorso misto scoperto e sotterraneo.
Il monte Maddalena (già monte Denno) è un monte appartenente alle Prealpi Bresciane che si innalza a ridosso della città e più precisamente nella sua parte nord-orientale. Proprio per la vicinanza con la città è detta la montagna dei bresciani.
Alta 874 metri s.l.m., la Maddalena costituisce un vero polmone verde per la città. Altra altura rilevante è il colle Cidneo, sopra il quale si erge il castello di Brescia.
Origini del nome
Il toponimo "Brescia" appare inizialmente su trattati veneti e nasce dalla probabile venetizzazione del lombardo "Brèsa" o "Brèssa",[14] che a sua volta trae origine dal nome cenomane e poi romano della città, denominata da Augusto come "Colonia Civica Augusta Brixia".[15] In età alto-medievale è attestata, accanto alla forma "Brixia", la variante "Brexia".[16]
Il nome latino "Brixia" (e anche la variante greca "Βρηξία") è ben documentato in epoca classica (Catullo, Livio, Plinio il Vecchio ed altri). Viene fatto solitamente risalire al termine celticobrik/bric/brig (sommità, colle, altura, rocca, fortezza) o alla dea celtica Brig/Brigid moglie di Bres (da A.M. Ardovino) con vari riscontri in altre aree di influenza celtica (Bressa in Gallia, Brexa in Spagna, Bressanone, Bresso e Brianza in Italia).[17] Anche nel dialetto locale il termine bréc significa sentiero ripido e sconnesso.[18]
La "Leonessa d'Italia"
«Lieta del fato Brescia raccolsemi,
Brescia la forte, Brescia la ferrea,
Brescia leonessa d'Italia
beverata nel sangue nemico.»
(Giosuè Carducci, Alla Vittoria, vv.37-40, 14 - 16 maggio 1877, Odi Barbare)
«D'un de' tuoi monti fertili di spade,
Niobe guerriera de le mie contrade,
Leonessa d'Italia,
Brescia grande e infelice.»
Alla città fu dato l'appellativo "Leonessa d'Italia" da Aleardo Aleardi, nei suoi Canti Patrii.[19] La fortuna dell'espressione si deve però a Giosuè Carducci, che volle rendere omaggio a Brescia per la valorosa resistenza contro gli occupanti austriaci durante l'insurrezione delle Dieci Giornate, nell'odeAlla Vittoria. Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia, contenuta nelle Odi barbare.
Nel febbraio 1512, durante le guerra della Lega di Cambrai, le truppe francesi comandate da Pierre Terrail de Bayard e Gaston de Foix-Nemours conquistarono e saccheggiarono la città:
tale drammatico evento portò alla draconiana decisione, da parte delle autorità veneziane, di demolire qualunque edificio nel raggio di un chilometro e mezzo dalla cinta muraria cittadina, in modo da poter proteggere con maggior efficacia la città da eventuali altri assedianti.
Francesco Duodo, capitano di Brescia, nella relazione datata 23 gennaio 1579, stima che la città di Brescia nel contagio passato (epidemia di peste) abbia perso ventimila anime.[23]
Il 13 luglio 1944 il centro della città fu bombardato dagli anglo-americani che sganciarono 124 tonnellate di esplosivo, provocando la morte di più di trecento persone.[29]
Il 28 maggio 1974 si verificò l'attentato in Piazza Loggia, mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati, causando la morte di otto persone e il ferimento di più di altre cento.
Simboli
Stemma
Lo stemma di Brescia è contraddistinto dal leone azzurro su argento, a richiamo del leone cittadino, simbolo attribuitogli prima dell'epoca veneziana. La blasonatura dello stemma è stata emanata con un decreto ministeriale del 25 giugno 1925:[33]
«d'argento al leone d'azzurro, armato, linguato e codato di rosso. Motto: Brixia Fidelis. Lo scudo sarà cimato da una corona a cinque fioroni e quattro punte gemmate.[34]»
A differenza di quanto comunemente si crede, a causa dell'appellativo Leonessa d'Italia (attribuito alla città di Brescia da Giosuè Carducci), quello che figura sullo stemma di Brescia è un leone maschio.
Il gonfalone, invece, è formato da un drappo diviso verticalmente in due teli di colore bianco e azzurro, con al centro lo stemma comunale. Sul verso sono raffigurati i santi Faustino e Giovita, patroni della città.[35]
Stemma del Regno d'Italia napoleonico
Lo stemma di Brescia introdotto da Napoleone Bonaparte prevedeva la sostituzione del leone azzurro con un leopardo rosso sebbene definito "illeonito" ovvero nella tipica posizione rampante del leone.
Lo stemma napoleonico durò ben poco poiché meno d'un anno dopo, con il ritorno degli austriaci, il Comune di Brescia chiese la reintroduzione del precedente stemma. Tale richiesta venne ascoltata e il 28 giugno 1816 il generale Saurau ripristinò, con un decreto in nome di Francesco I, lo stemma precedente con l'aggiunta della corona patriziale e dell'austriaca aquila bicipite. Soltanto nel 1859, con la cacciata degli austriaci, vennero abolite la corona patriziale e l'aquila bicipite, le quali lasciarono posto alla cinta merlata come in uso in diverse città italiane.
Blasonatura dello stemma
«La buona città di Brescia porta d'argento il leopardo illeonito di rosso colla coda rivoltata terminata dal capo di verde colla lettera N d'oro posta nel cuore ed accostata da tre rose a sei foglie del medesimo. Cimato dalla Corona murale a sette merli d'oro, sormontato dall'aquila nascente al naturale, tenente fra gli artigli un caduceo d'oro in fascia, il tutto accompagnato da due festoni intrecciati d'oro e di quercia dell'ultimo, diviso tra i due fianchi ricongiunti e pendenti della punta[36]»
(Da una lettera di Napoleone Bonaparte - Datata 9 luglio 1813.)
a seguito del coraggio mostrato dai bresciani durante le famose dieci giornate di Brescia, la città si meritò l'appellativo di Leonessa d'Italia (attribuitole da Aleardo Aleardi e Giosuè Carducci).
«A ricordare le azioni eroiche compiute dalla cittadinanza bresciana nelle dieci giornate del 1849. Preparata alla vigilia della ripresa della guerra contro l'Austria, la rivolta scoppiò il giorno della battaglia di Novara (23 marzo 1849). Guidati da Tito Speri – che sarebbe stato impiccato a Belfiore nel 1853 – gli insorti si impadronirono della città, ma, al termine di un'accanita resistenza che valse a Brescia l'appellativo di “Leonessa d'Italia”, dovettero cedere alle truppe austriache il 2 aprile» — 20 marzo 1898[37]
«Nella lotta di liberazione la città di Brescia prodigava con generosa larghezza il sangue dei suoi figli migliori e con il fiero e tenace contegno degli abitanti della città e della provincia sosteneva validamente la resistenza contro l'invasore. Memorabili e duri scontri combattuti nelle valli e mirabili fra tutti quelli delle valli Trompia e Sabbia nei giorni della Liberazione generale. Liberatasi con fulminea azione dalla occupazione nemica, la popolazione Bresciana osava chiudere le sue strade alle colonne tedesche in ritirata e con sanguinosi combattimenti, causava gravi danni al nemico e provocava la cattura di migliaia di prigionieri. Brescia e sua provincia, settembre 1943 - aprile 1945» — 3 ottobre 1952[38]
Brescia è un esempio di città sviluppatasi continuativamente e ininterrottamente per circa tremila anni, caratterizzata dall'interazione tra i diversi stili architettonici susseguitisi nel corso dei secoli, tant'è che il noto critico d'arte Philippe Daverio ha affermato che a Brescia si può osservare “la più potente stratificazione storica del Nord Italia”.[39] Il cospicuo patrimonio artistico e l'importante eredità archeologica che costituiscono il suo centro storico sono composti da diversi monumenti, che spaziano dall'età antica a quella contemporanea, alcuni dei quali sono d'importanza mondiale.
L'area monumentale del Foro romano: costituisce il complesso archeologico in cui sono compresi alcuni tra i maggiori e meglio conservati edifici pubblici di epoca romana esistenti nell'Italia settentrionale.[40][41] È composto dai seguenti monumenti:
Il santuario repubblicano: situato sotto il tempio capitolino e costruito nel I secolo a.C., è l'edificio più antico del foro. È costituito da quattro aule rettangolari affiancate tra loro, all'interno delle quali si trovano i resti originali del pavimento a mosaico e degli affreschi parietali paragonabili, sia da un punto di vista stilistico che conservativo, a quelli riscontrabili a Pompei.[42] Dalla primavera del 2015 l'aula più occidentale è stata aperta alle visite del pubblico, mentre il resto dell'edificio è ancora sottoposto a lavori di restauro e scavo archeologico.
Il capitolium: costruito nel 73 d.C., era il tempio più importante dell'antica Brixia, in cui veniva venerata la Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva). È costituito da tre celle, una centrale, più grande, e le altre di minori dimensioni, che conservano gran parte dell'originario pavimento in marmi policromi.[42] Di fronte ad esse si trovano i resti dell'imponente porticato, con colonne aventi capitelli in ordine corinzio, culminante nel timpano, in cui compare una dedica all'imperatoreVespasiano. Sotterrato quasi interamente da uno smottamento del colle Cidneo, fu riportato alla luce attraverso diverse campagne archeologiche, cominciate nell'Ottocento. Dalla primavera del 2013, dopo nuovi lavori di scavo archeologico e di consolidamento strutturale, è stato riaperto al pubblico.
Il teatro romano: si trova immediatamente a est del capitolium. Fu costruito in epoca flavia e rimaneggiato nel III secolo. Con i suoi 86 metri di larghezza, è uno dei teatri d'epoca romana più grandi d'Italia, e poteva contenere 15 000 spettatori. Fu pesantemente danneggiato da un terremoto avvenuto nel V secolo, che fece crollare il secondo e terzo ordine di gradinate. Inoltre, nei secoli successivi, i suoi resti furono inglobati in nuovi edifici ivi costruiti, demoliti a partire dall'Ottocento. Della struttura originaria si sono conservati i muri perimetrali a forma di semicerchio, il primo ordine di gradinate (che in gran parte si trovano ancora sotto terra), le due uscite laterali e i resti della cavea e della scena, oltre a numerosi frammenti di colonne e fregi. I lavori di scavo archeologico dovrebbero riprendere nei prossimi anni.
La chiesa di Santa Maria in Solario: costruita verso la metà del XII secolo come sacello interno al monastero, è a base quadrata e si articola su due livelli interni. Il piano inferiore è coperto da quattro volte a crociera sorrette al centro da un'antica ara romana, mentre l'aula superiore è coperta da una cupola emisferica e presenta, scavate nella muratura est, tre piccole absidi. Conserva all'interno pregevoli affreschi di Floriano Ferramola, eseguiti all'inizio del Cinquecento, e due fra i più importanti pezzi del tesoro dell'antico monastero: la Lipsanoteca di Brescia (composta da un piccolo scrigno d'avorio, risalente al IV secolo) e la Croce di Desiderio (realizzata in argento e lamina d'oro, tempestata da 212 gemme preziose).[44]
Il coro delle monache: compreso tra la basilica di San Salvatore e la chiesa di Santa Giulia, è stato costruito tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento come coro per San Salvatore. L'edificio si sviluppa su due livelli: il piano inferiore costituisce l'antico sagrato coperto previsto per accedere a San Salvatore. Il piano superiore è invece il coro vero e proprio, formato da un ambiente coperto da una volta a botte, collegato a est con San Salvatore tramite tre piccole finestre dotate di grata, a ovest con Santa Giulia tramite un arcone. L'interno del coro è interamente ricoperto da affreschi eseguiti dal Ferramola e dal Caylina, e vi sono esposti diversi monumenti funerari di età veneta, tra cui il Mausoleo Martinengo, uno dei massimi capolavori della scultura rinascimentale bresciana.
la chiesa di Santa Giulia: è stata costruita tra il 1593 e il 1599. La facciata è in marmo di Botticino, decorata da un doppio ordine di lesene di ordine corinzio, divisi da un ricco fregio marmoreo e connessi ai fianchi da volute. All'interno, la chiesa presenta una spaziosa navata unica coperta con volta a botte costolonata. Nella chiesa non rimane alcun arredo sacro o decorazione. Gli affreschi che originariamente ricoprivano ogni superficie sono quasi tutti scomparsi e ne rimangono poche tracce sulle pareti delle cappelle laterali e sulla volta. Scomparsi anche tutti gli altari laterali. Benché annessa al monastero, non rientra nel percorso di visita del Museo di Santa Giulia ed è adibita a sala conferenze.
Fanno parte del sito UNESCO anche le Domus dell'Ortaglia (sono un gruppo di antiche domus romane, utilizzate tra il I e il IV secolo, chiamate in questo modo perché sono state rinvenute negli orti (ortaglia) del monastero di Santa Giulia), il cinquecentesco Palazzo Maggi Gambara, la seicentesca Casa Pallaveri e una porzione dell'antico decumano massimo (l'odierna Via dei Musei).
Il cimitero di Brescia, denominato Vantiniano (dal nome del suo progettista, l'architetto Rodolfo Vantini), è il primo cimitero monumentale costruito in Italia,[47] al centro del quale si erge il Faro di Brescia (alto 60 metri, rivestito di marmo di Botticino) alla cui forma si è ispirato l'architetto tedesco Heinrich Strack per progettare la Colonna della Vittoria, uno dei simboli della città di Berlino.[48] Nel 1866 le spoglie del noto pittore bresciano Francesco Filippini sono state trasferite, per volontà della cittadinanza di Brescia, dal Cimitero Monumentale di Milano al Cimitero Vantiniano.
Fra le opere di architettura civile di Brescia spicca piazza della Loggia, il complesso architettonico più omogeneo della città e importante esempio di piazza rinascimentale chiusa. L'edificio principale che fa da sfondo monumentale al piazzale è palazzo della Loggia, noto più semplicemente come "la Loggia", sede della giunta comunale, costruito a partire dal 1492 sotto la direzione di Filippo Grassi e infine completato nel Cinquecento sotto la supervisione del Sansovino e di Palladio. Nel Settecentesco, inoltre, venne realizzato dall'architetto Luigi Vanvitelli quello che viene appunto chiamato "Salone Vanvitelliano".[49] Sul fianco sud della piazza sono invece allineati i due Monti di Pietà, il primo - detto anche "vecchio" - quattrocentesco e il secondo - il "nuovo" - costruito alla fine del Cinquecento, le cui facciate rappresentano il primo museo lapidario italiano (infatti, un decreto del Consiglio speciale della città di Brescia del 1480, sanciva che le lapidi di epoca romana rinvenute nell'area in cui sarebbero sorti questi due palazzi dovessero essere conservate per uso pubblico: furono quindi murate lungo le pareti di questi edifici e utilizzate come ornamento),[50] mentre al centro del lato est si eleva il grande orologio astronomico del 1540. In questa piazza, il 28 maggio 1974 si è consumata la strage di piazza della Loggia.
Centro di potere più antico è invece il Broletto, l'antico palazzo comunale situato in piazza del Duomo. Il nucleo originario dell'edificio risale al Duecento, in seguito ampliato a più riprese nel Trecento (ala ovest sulla piazza), nel Quattrocento (ali est e nord con rifacimento dell'ala ovest) e nel Seicento (porticato trasversale interno). Completa l'edificio la torre del popolo o del "Pégol", torre civica del XII secolo.
Il castello di Brescia si colloca al primo posto fra le antiche architetture militari di Brescia giunte fino a noi: costruito nel trecento dai Visconti su un sito precedente, sulla cima del colle Cidneo, viene ampliato una prima volta nel Quattrocento e completato poi nel Cinquecento. Cessata ogni funzione strategica alla metà dell'Ottocento, il castello è un grandissimo parco pubblico che offre interessanti passeggiate fra le antiche strutture di difesa e un ampio panorama sull'intera città. Gli interni della fortezza ospitano invece due musei.
In città, invece, importante superstite è la torre della Pallata all'estremità est di corso Garibaldi, costruita nel Duecento e rimaneggiata nel Quattrocento. Ai suoi piedi è posta una grande fontana barocca, opera di Pietro Maria Bagnadore.[52]
Come già detto, piazza del Foro di Brescia è il più rilevante complesso di resti di edifici pubblici d'epoca romana di tutta l'Italia settentrionale, con le imponenti rovine del Capitolium e l'adiacente teatro romano. Ci sono pervenuti anche numerosi resti del colonnato perimetrale dell'antica piazza romana, visibili all'aperto nella stessa piazza e nei sotterranei del vicino palazzo Martinengo Cesaresco Novarino (dove si trovano anche le rimanenze delle antiche terme romane e del primitivo insediamento abitativo, risalente alla prima età del ferro, da cui si è sviluppata l'odierna città), mentre in piazzetta Labus, ancora più a sud, emergono i resti della basilica civile, i cui elementi architettonici di età flavia sono ancora ben visibili nelle facciate delle antiche case costruite sulle rovine stesse.
Aree naturali
Secondo dati del 2008, la città di Brescia può vantare 26 334 910 m² di verde pubblico e aree protette (di cui 4 224 610 m² di verde attrezzato, parchi pubblici e storici), che corrispondono a 139,68 m² di verde per abitante. Se a ciò si sommano anche le aree agricole e boscose e il verde di arredo urbano, la superficie totale sale a 72 548 560 m², pari a circa l'80% della superficie comunale.[57]
Nel 2008 Brescia ha vinto il primo premio La città per il verde, assegnato in occasione della manifestazione Flormart-Miflor, svoltasi a Padova.[58]
Parco delle colline: con 4 000 ha di superficie (di cui oltre 2 100 ha sono compresi entro i confini comunali), è l'area verde più estesa di Brescia. È un parco naturale istituito per preservare il Monte Maddalena e i Ronchi, le colline che si trovano immediatamente a nord-est del centro storico;[60]
Parco Tarello: è il secondo parco più grande della città (100 000 m2) ed uno dei più recenti. Si trova a Brescia 2, la zona moderna della città, ed è circondato dai grattacieli del centro direzionale. Progetto dello studio Global di Lisbona;[61][62]
Parco del castello: può essere considerato il parco più antico di Brescia ed è il terzo per superficie (96 235 m²). Si estende lungo i versanti del Colle Cidneo, regalando suggestivi scorci sul centro storico;[63]
Parco Ducos: è uno dei parchi storici di Brescia e con i suoi 55 540 m² di estensione costituisce un importante polmone verde per la zona est della città. Al suo interno si trova un laghetto dove vivono tartarughe e uccelli acquatici.[64]
Parco delle cave: inaugurato nell'aprile del 2018 e situato a sud-est della città, tra i quartieri di San Polo e di Buffalora, caratterizzato da bacini artificiali, recupera quelle che un tempo furono aree di escavazione e che ora sono state riconvertite in aree verdi aperte al pubblico.[65][66]
Brescia è una delle città con il più alto tasso di immigrazione in Lombardia.[68]
Dalle prime ondate migratorie degli anni ottanta provenienti principalmente dai paesi africani, si è passati ad un'immigrazione più diversificata; infatti sono oltre 150 i paesi di provenienza dei cittadini stranieri residenti sul territorio cittadino.[69]
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 37 973 persone, pari al 19,03% della popolazione.[70]
Religione
La religione cattolica legata al Vescovo della Diocesi di Brescia è largamente maggioritaria in città. Sono attivi, inoltre, i cristiani ortodossi con due chiese cittadine, i cristiani protestanti con una chiesa evangelica valdese, i musulmani con un centro culturale nella periferia sud e i Testimoni di Geova con nove Sale del Regno di lingua italiana.
Nel Bresciano la lingua lombarda, nella sua omonima varietà locale, è largamente utilizzata accanto all'italiano, in un contesto di dilalia; è più diffusa nelle aree rurali, dove per molti è ancora lingua d'uso.
Con gli altri dialetti lombardi, appartiene alla famiglia gallo-italica, caratterizzata da fenomeni di transizione tra il sistema delle lingue gallo-romanze (come il francese) e quello delle lingue italo-romanze (tra cui lo stesso italiano);[71] è derivante dal latino volgare parlato dalla popolazione gallo-romana, su cui si sono innestati prestiti longobardi e, nella storia moderna, fenomeni linguistici propri dell'italiano (per via della sempre più diffusa diglossia) e neologismi da altre lingue europee moderne, frutto delle alterne dominazioni[72] (cui più recentemente si sono aggiunti prestiti dall'inglese, per esempio: fóbal da football).
Il primo manoscritto riconducibile al dialetto bresciano è stato trovato a Bovegno in Val Trompia, ed è risalente circa al 1300.
Tradizioni e folclore
A Brescia vivono diverse tradizioni popolari legate a figure di santi e a sculture e luoghi particolari della città.
I Santi Faustino e Giovita difensori di Brescia
I Santi Faustino e Giovita sono diventati patroni di Brescia a seguito di un evento straordinario. Secondo la tradizione, il 13 dicembre 1438, durante un feroce assedio dei milanesi capitanati da Nicolò Piccinino, i due santi (martiri bresciani al tempo dell'imperatore Adriano: II secolo) apparvero sulle mura della città, nei pressi degli spalti del Roverotto (nella zona a sud-est del castello, dove ora sorge un cippo marmoreo) e respinsero le palle delle cannonate a mani nude, aiutando così i bresciani a sconfiggere gli assalitori che, impauriti dalla vista dei santi, abbandonarono la città.[76]
Santa Lucia portatrice di doni
A Brescia, come in altre città dell'Italia settentrionale, i doni natalizi sono portati da Santa Lucia la notte tra il 12 e il 13 dicembre.[77] Tradizionalmente, i bambini scrivono una lettera alla santa, elencando i regali che vorrebbero ricevere e dichiarando di meritarseli, essendo stati bravi e obbedienti durante l'anno. Per ringraziarla è uso lasciare del cibo per lei e per il suo asinello che trasporta i doni. Il mattino seguente, al loro risveglio, i bambini troveranno i doni richiesti accompagnati o da caramelle e dolciumi di vario tipo, se si saranno comportati bene, oppure da carbone, se si saranno comportati male.
Leggenda di Forca di Cane
Via Cremona viene anche ricordata con l'antico nome di "Forca di Cane", per ricordare un episodio risalente al Medioevo e riguardante un indegno prete con tre suoi complici. Durante le lotte tra i valvassori e i seguaci del vescovo Arimanno, approfittando della confusione di quei tempi un prete indegno, con l'aiuto di tre accoliti desiderosi di facili guadagni, aveva fondato un movimento pseudo-religioso. Sotto questa parvenza di cristianità, si nascondeva in realtà una setta avente l'unico scopo d'irretire facili prede, a cui venivano offerte riunioni notturne, orge e baldorie. Questa organizzazione ebbe fortuna per ben cinque anni, ma un giorno duecento adepti furono arrestati e impiccati, mentre il prete e i tre accoliti vennero attanagliati e arsi vivi.[78]
La Madonna delle Brine
Nella chiesa di Santa Maria del Carmine è conservata un'antica icona, portata a Brescia dalla Terra Santa nel 1437 dal Vicario generale dell'ordine dei CarmelitaniFra Cristoforo Martinoni o Martignoni, detta della Madonna delle Brine. È chiamata in questo modo perché in passato si riteneva che, esponendola per tre giorni l'anno compresi tra fine aprile e inizio maggio, i raccolti sarebbero stati protetti dalle gelate (brine) tardive e da altre intemperie.[79]
Le statue parlanti
Le statue parlanti
Le statue parlanti di Brescia sono una serie di statue su cui i bresciani, fino alla fine del XIX secolo, affiggevano messaggi anonimi, contenenti per lo più critiche contro i governanti.
Queste statue sono:
la Lodoiga: è una statua scolpita da Giovanni Battista Bonometti o Cesare Federico da Bagno o altri nella seconda metà del Cinquecento. Di origine molto controversa e storia altrettanto dibattuta, era posta originariamente davanti all'ultimo pilone sinistro della facciata del Palazzo della Loggia fino al 1877, quando fu rimossa e portata in nuova sede. Dopo varie vicissitudini e trasferimenti, nel novembre del 2011 è stata definitivamente ricollocata sotto il porticato della Loggia. Questo portico, per sua natura cardine fra l'interno e l'esterno, fra le cariche pubbliche e il popolo, rappresentò il luogo dove maggiormente si esplicavano i rapporti fra i due, e trovò la sua voce nella Lodoiga, che fu assunta come statua parlante della città, cui i bresciani erano abituati ad affiggere poesie e prose satiriche o scherzose. Accanto alla statua, poi, era posta la "pietra del bando", dove salivano i banditori o gli oratori per parlare alla folla. Non sempre era possibile commentare ad alta voce i bandi o il comportamento degli amministratori: interveniva quindi la Lodoiga attraverso biglietti e fogli incollati anonimamente sul pilone adiacente o sul muro interno.
i "Macc dèle ure" ("matti delle ore" in dialetto bresciano): popolarmente chiamati Tone e Batista, sono due figure meccaniche poste in cima alla Torre dell'Orologio di piazza della Loggia, che battono la campana allo scoccar delle ore. Tradizionalmente sono sempre stati considerati come patteggianti il governo cittadino, tant'è che, verso la fine del Settecento, divennero protagonisti di una serie di pubblicazioni riguardanti "dibattiti" fra queste due statue e la Lodoiga, sempre invece dalla parte del popolo.[80]
il Mostasù dèle Cosére (letteralmente "faccione delle Cossere" in dialetto bresciano): è un antico rilievo situato nel centro storico di Brescia, murato all'angolo tra corso Goffredo Mameli e contrada delle Cossere, dalla quale trae il nome. Nel corso dei secoli, similmente alla Lodoiga, il mostasù diventa una statua parlante, raccogliendo malumori, proteste e lagnanze dei cittadini verso i governatori. La sua localizzazione, al centro del quartiere popolare e affacciato su una delle sue principali vie, contribuisce a fissare il mostasù nell'immaginario popolare.[81]
Il bue d'oro
In corrispondenza dell'angolo tra Via Trieste e Via Agostino Gallo esiste una statua lignea, ricoperta da una pittura dorata, raffigurante un bue d'oro. Secondo la tradizione popolare, questa statua starebbe a indicare il luogo in cui sarebbe sepolto un bue d'oro zecchino venerato dagli antichi abitanti di Brescia, che lo avrebbero nascosto in quel punto per evitare che fosse distrutto dai barbari.[82]
La tomba del cane
La tomba Bonomini, nota dai bresciani come tomba del cane, è un tempietto neogotico a pianta quadrata situato sui colli Ronchi, immediatamente a nord-est del centro storico cittadino, lungo via Panoramica, al primo tornante dopo l'imbocco da via Filippo Turati. Costruita nel 1860 su progetto di Rodolfo Vantini per ospitare le spoglie di Angelo Bonomini e del socio Giuseppe Simoni, benefattori degli Spedali Civili di Brescia, alla fine non accolse mai le due salme a causa di nuove ordinanze comunali riguardanti le norme sul seppellimento, che lo vincolavano ai cimiteri pubblici. La tradizione popolare vuole quindi che vi sia stato deposto solo un cane, da cui la denominazione abituale.[83]
Istituzioni, enti e associazioni
Brescia è sede di Corte d'appello dall'epoca napoleonica ed è la sede competente per i processi spostati da Milano. Tutto il comparto giudiziario (tribunali, procura, corte d'appello) dal maggio 2009 ha traslocato nel nuovo Palazzo di Giustizia,[84] realizzato in prossimità della stazione ferroviaria su progetto dell'architetto Gino Valle.
Tra le infrastrutture più importanti in città annoveriamo gli Spedali Civili, con più di 2 254 posti letto ordinari,[85] e con quasi 6 000 dipendenti, fra i quali si contano alte specializzazioni. Gli Spedali Civili si collocano al primo posto in Italia per personale impiegato[86][87] e si candidano ad essere tra i più grandi ospedali italiani.
Altre strutture
A Brescia ci sono altre strutture ospedaliere,[88][89] quali:
La mortalità per tumore a Brescia mostra tassi superiori al dato nazionale. Nel 2011, la mortalità per tumore si registrava in 9,6 morti ogni 10 000 contro 9,1 in Italia.[100]
Le patologie del sistema circolatorio e cancro provocano i due terzi dei decessi totali. L'incidenza delle neoplasie a Brescia è tra le più elevate in Lombardia. Negli ultimi cinque anni, si registra una mortalità più elevata in parte della Franciacorta e della bassa pianura, così come nella fascia alta corrispondente alle valli. I tumori sono la seconda causa di morte, e le neoplasie più rilevanti sono il tumore al seno, al colon retto, al fegato, del tessuto linfatico ed ematopoietico, alle vie respiratorie: i tassi sono, in questo caso, più elevati di quelli italiani, e sono in diminuzione tra i maschi e in aumento tra le femmine.
Nel 2019 si registrano circa 7000-7500 nuovi casi di tumori maligni all'anno.[101]
Brescia è stata ribattezzata la Terra dei Fuochi del Nord,[105][106][107][108]immondezzaio- e discarica d'Italia.[109][110] La zona provinciale da Montichiari a Calcinato è stata soprannominata pattumiera d'Europa.[111] Solo in questa zona converge infatti il 76% dei rifiuti lombardi.
Inquinamento dell'aria
Il rapporto Mal'Aria di Legambiente del 2021 registra Brescia come una tra le 60 città italiane più critiche su 96 che risultano non in linea con i limiti per la tutela della salute umana dell'OMS.[112]
Brescia, insieme a Bergamo, ha il tasso di mortalità da PM2.5 più alto in Europa, secondo uno studio pubblicato da The Lancet nel 19 gennaio 2021.[102][113]
Uno studio dell'Università degli Studi di Brescia, pubblicato nel gennaio 2021 sulla rivista Environmental Research, associa significativamente l'inquinamento per polveri sottili all'eccesso di mortalità per Covid-19 che ha duramente colpito, tra le altre città lombarde, Brescia.[114]
Inquinamento del suolo
Il SIN Brescia - Caffaro
Brescia è tristemente nota per essere, dopo Anniston negli USA, la seconda città al mondo per gravità della contaminazione da Policlorobifenili (PCB), inquinamento che interessa le acque e il suolo della periferia ovest della città, in prossimità dello stabilimento Caffaro. L'area della bonifica è stata dichiarata un sito di interesse nazionale.[115][116][117][118]
Il sito include 262 ettari contaminati da PCB, PCDD-PCDF, arsenico, mercurio, derivanti principalmente dalle attività dell'ormai chiuso stabilimento chimico, collocato nel comune di Brescia. Il perimetro del sito include inoltre tre discariche, due nel comune di Castegnato e una nel comune di Passirano, utilizzate precedentemente per lo smaltimento di rifiuti della Caffaro. La contaminazione di PCB, diossine e furani ha raggiunto valori nel terreno migliaia di volte superiori ai limiti di legge. La contaminazione ha interessato le matrici alimentari prodotte nelle aree contaminate, e i soggetti che si sono alimentati con tali prodotti hanno livelli di PCB notevolmente più alti dei valori di riferimento.[119]
Si stima che per la bonifica completa dell'area occorrano circa 1,5 miliardi di euro.[120]
Le condizioni del sito sono estremamente critiche: se la falda acquifera sottostante venisse contaminata, le conseguenze sarebbero disastrose.[121]
L'11 gennaio 2021 sono emersi valori di concentrazione di cromo esavalente dieci/quindici volte maggiori di quelli rilevati nella serie storica di dati ad oggi disponibili.[122]
I risultati delle indagini di ARPA Lombardia individuano, come possibili attività potenzialmente inquinanti da cromo esavalente, la Concerie Italiane dell'Arsenale, Conceria Gobbi Amleto, Zincatura Botter, Balti Imed Cromatura, Ideal Standard/Ideal Clima.[124]
Inquinamento da materiali radioattivi
A Brescia si contano numerose discariche di materiali e rifiuti radioattivi, tra cui scorie d'acciaieria contaminate da Cesio-137,[125] che rischiano di contaminare a loro volta le falde acquifere sottostanti.
Cultura
Cucina
Brescia e la sua provincia rappresentano una terra ricca di sapori dalla gastronomia particolarissima, giocata fra due poli: la cucina contadina dell'entroterra e delle valli e quella di pesce dei laghi d'Iseo e Garda. I celebratissimi casoncelli bresciani, il risotto alla pitocca, le belle schidionate di quaglie e piccioni per polenta, i volatili domestici (pollo, gallina, cappone) con saporiti ripieni e la specialità del piccione farcito alla bresciana, la persicata,[126][127][128] sono specialità della gastronomia del Medioevo e del Rinascimento tramandatisi quasi senza aggiornamenti e fatti propri, negli ultimi decenni dalla ristorazione anche agrituristica, a rappresentare gli aspetti più raffinati del gusto tradizionale, in abbinamento con i grandi vini D.O.C.G. della Franciacorta e D.O.C. di Lugana, del Garda Classico, di San Martino della Battaglia, di Cellatica, di Botticino e di Capriano del Colle. Il piatto principale è lo spiedo bresciano. L'anima popolare della cucina bresciana offre però le sue prove migliori nei piatti di polenta, tipicamente quella taragna (in Valsabbia detta Tiragna) e di riso e nei semplici cibi in cui si avverte ancora il profumo dell'aia e del camino. Dalla ormai dimenticata polenta e saracca a quella con le cotiche, da quella con il baccalà a quella con il sugo di maiale; e, ancora, polenta con gli uccellini, con i funghi, con le verdure, con il coniglio in sguazzetto. E poi il riso alla campagnola con le verdure, il risotto con gli spinaci selvatici, gli strangolapreti, i bigoli con le sardelle e la pastissada de caval di chiara origine veneta, le frittate rustiche di verdure o salumi. Per non dimenticare gli altri grandi protagonisti della gastronomia bresciana i salumi e i formaggi. Il più noto fra tutti è il Bagòss, dal gusto robusto e dall'aroma tipico con cui si designa il più diffuso prodotto della zona.[129] Una menzione speciale va all'aperitivo bresciano per antonomasia: il pirlo.
Negli ultimi anni Brescia ha conosciuto una spinta culturale:[131] il centro di tale opera è certamente il rinnovato museo di Santa Giulia, conosciuto come il “museo della città”.[132] All'interno del complesso, oltre ai reperti dell'età del Bronzo, alle domus dell'Ortaglia, e ad altri reperti di inestimabile valore storico ed artistico, in questi ultimi anni sono state tenute mostre e rappresentazioni quali: Il futuro dei longobardi nel 2000,[133] che ha fatto parte di un progetto internazionale, dedicato a Carlo Magno ed alla costruzione dell'Europa, cui hanno partecipato anche le città di Paderborn, Barcellona, Spalato e York, "Vincenzo Foppa – Un protagonista del Rinascimento" nel 2002,[134] una sorta di indagine scientifica sull'attività pittorica di Foppa uno dei protagonisti indiscussi del Rinascimento.
A partire dal 2004 a Brescia si è aperto il ciclo "Brescia, lo splendore dell'arte", curato da Linea d'ombra, una società di organizzazione di eventi espositivi guidata da Marco Goldin, che è durato fino al 2008.
Il ciclo si è aperto con la mostra "Monet, la Senna, le ninfee" che si svolse a cavallo tra l'anno 2004 e il 2005, contenente circa 130 dipinti di Claude Monet, divisi tra dipinti di gioventù, e quelli riguardanti la Senna, l'acqua, la natura e le ninfee, provenienti da vari musei mondiali,[135] che ha fatto contare oltre 400 000 visitatori.[136]
La mostra successiva fu dedicata a "Gauguin – Van Gogh. L'avventura del colore nuovo" tenutasi tra il 2005 e il 2006, che portarono a Brescia circa 540 000 spettatori,[137] contenente circa 150 dipinti di Paul Gauguin e Vincent van Gogh, che venne poi seguita a cavallo tra il 2005 e il 2006 da un'esposizione su "Millet", contenente sessanta capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston del celebre pittorefranceseJean-François Millet.
La mostra "America! Pittura dal nuovo mondo" tenutasi dal 2007 al 2008, raccoglie le opere principali della pitturastatunitense del XIX secolo, comprendendo opere di artisti americani quali Thomas Cole, Albert Bierstadt e Frederic Edwin Church,[139] mentre nel 2008-2009 l'esposizione "Van Gogh – I disegni", composta da ottantacinque opere disegnate dall'artista olandese, concluse l'avventura di Marco Goldin a Brescia. Infatti la giunta comunale di Adriano Paroli, insediatasi nell'aprile 2008, affidò le nuove politiche culturali a Giorgio Cortenova, per ventisette anni responsabile della Galleria d'arte Moderna di Verona.[140]
Altre mostre, quali "Impressionisti francesi, italiani, europei", e nel 2003 "Andy Warhol: un mito americano", sono state organizzate nel Palazzo Martinengo.
Eventi di dimensioni inferiori sono la storica Mille Miglia, corsa rievocativa a tappe, che ogni anno tra aprile e maggio richiama nel territorio cittadino un grandissimo numero di appassionati da tutto il mondo, tra piloti e semplici curiosi e la fiera internazionale delle armi sportive e da caccia che si svolge presso la nuova struttura espositiva di Brescia nei primi giorni di aprile.
Il comune organizza tra i vari eventi due feste molto sentite ed apprezzate dalla cittadinanza. La prima verso inizio settembre è la Festa del gemellaggio, istituito con le città di Darmstadt (Germania) Logroño (Spagna), curato dall'Assessorato al Turismo Comune di Brescia, e la Fiera di Santa Lucia, in dicembre, formata da bancarelle di artigianato locale e italiano organizzate ad ogni ricorrenza del giorno festivo della santa che, secondo tradizione, porta doni ai bambini bresciani nella giornata del 13 dicembre.
L'iniziativa, dopo quattro anni di esistenza, è stata soppressa.
Dal 4 dicembre 2009 al 27 giugno 2010 il museo di Santa Giulia ha ospitato una mostra riguardante la civiltà precolombiana degli Inca che ha totalizzato oltre 273 000 visitatori, piazzandosi al secondo posto tra le mostre più visitate in Italia nel corso della stagione, dopo quella dedicata al Caravaggio a Roma.
Dall'11 febbraio al 12 giugno 2011, sempre presso il museo di Santa Giulia, hanno avuto luogo in contemporanea due mostre: Matisse. La seduzione di Michelangelo ed Ercole il fondatore.
In occasione dell'Expo 2015, la città di Brescia ha organizzato diversi eventi culturali.
Dal 24 gennaio al 14 giugno 2015 il Palazzo Martinengo ha ospitato la mostra Il cibo nell'arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol in cui sono state esposte un centinaio di opere di diversi autori, tra i quali Vincenzo Campi, Ambrogio Figino, Magritte, de Chirico e Andy Warhol.[141]
Dal 9 maggio 2015 al 17 gennaio 2016 il museo di Santa Giulia ospita una grande mostra organizzata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dal titolo Brixia. Roma e le genti del Po, in cui sono esposti reperti archeologici provenienti da alcuni dei più importanti musei italiani.[142]
Dal 20 novembre 2015 al 15 febbraio 2016, sempre il museo di Santa Giulia organizza la mostra March Chagall. Opere russe 1907-1924, in cui sono esposte 33 opere inedite del celebre pittore russo, in "dialogo" con dipinti realizzati dal Premio Nobel Dario Fo.[143]
Al Sistema bibliotecario urbano appartengono la storica Queriniana, fondata dal Cardinal Querini negli anni quaranta del XVIII secolo, le biblioteche decentrate e le biblioteche specialistiche del Museo delle Scienze Naturali e dell'Istituto Pasquali Agazzi.
Si contano sul territorio cittadino cinquantotto scuole dell'infanzia, quarantanove scuole primarie, diciotto secondarie di primo grado e circa una trentina di scuole secondarie di secondo grado, tra strutture pubbliche, private e paritarie.
Tra queste ultime è di notevole importanza cittadina il liceo classico Arnaldo, situato in pieno centro storico, all'interno dello storico palazzo Poncarali Oldofredi. Tra gli studenti più illustri dell'Arnaldo figurano Tito Speri, Camillo Golgi, Giuseppe Zanardelli, Mino Martinazzoli, Vittorio Sereni, Paolo Corsini, Emilio Del Bono, Omar Pedrini e Enrico Ghedi. Oltre a docenti quali Francesco Bonatelli, Cesare Arici, Rodolfo Vantini, Augusto Monti e Giuseppe Tonna. Un altro liceo di grande importanza è il liceo linguistico, musicale e delle scienze umane Veronica Gambara, istituto storico, situato nel centro della città. Brescia ospita anche tre licei scientifici, tra i quali si annovera il liceo scientifico Annibale Calini, istituto storico organizzatore di importanti manifestazioni culturali, come i Dies Fasti (nati nel 2001), caleidoscopico festival della cultura della durata di due giorni e il Booktrailer Film Festival (nato nel 2006), il primo concorso nazionale di booktrailer riservato agli studenti di scuole secondarie superiori, finalizzato a promuovere l'amore per la lettura. Gli altri licei scientifici sono il Nicolò Copernico e il Leonardo, questi ultimi nati entrambi da una costola del primo e situati nella periferia meridionale della città.
Ulteriori istituti importanti sono l'istituto tecnico delle costruzioni, ambiente e territorio Nicolò Tartaglia, di recente accorpato con il liceo artistico statale Maffeo Olivieri, polo di studio per tutti gli studenti di Brescia e provincia per l'architettura e la decorazione pittorica, che con la nuova intestazione raccoglie e aggiorna la missione educativa del precedente istituto per geometri; l'istituto tecnico agrario Pastori, che, con i suoi ottantacinque ettari di terreni, serre e stalle, contribuisce all'attività agricola di Brescia e l'istituto tecnico industriale Benedetto Castelli, che, con i suoi 2000 studenti, è considerato l'istituto più grande sul territorio urbano, polo scolastico per tutti gli studenti cittadini e della provincia, e "vivaio" per l'industria bresciana.[147]
Università
Brescia gode di una buona copertura didattica sia come numero di facoltà, che per il numero di corsi di laurea proposti e un bacino di circa 25.000 studenti universitari.
Inoltre vi è l'istituto tecnico superiore Machina Lonati,[153] che propone un'offerta formativa post-secondaria parallela ai percorsi universitari.
Media
Cinema: la città come scenario
Brescia ha una storia di cinema amatoriale e indipendente molto ricca, grazie anche alla presenza di molte aziende in grado di finanziare queste produzioni locali. La città è stata utilizzata come set per cortometraggi, mediometraggi e pubblicità. In alcuni casi il paesaggio cittadino è divenuto coprotagonista delle storie narrate, in particolare nei primi anni settanta, quando, per volontà del regista e produttore Roberto Infascelli, divenne il set di due notissimi poliziotteschi, filone che si interruppe a causa dei fatti conseguenti la strage di Piazza della Loggia nel 1974.[154] Più frequente è il ricorso alle location offerte dalla vasta provincia Brescia, in particolare l'arco alpino e il Lago di Garda. La prima volta di Brescia al cinema è nel filmato Brescia alle due del pom. sul Corso del Teatro, proiettato in città il 31 agosto 1899 al Teatro Guillaume (rinominato in seguito Teatro Sociale) in cui si vedono persone a passeggio sul corso di fronte al Teatro Grande.[155][156]
Usando come ambientazione prevalente la città di Brescia sono stati girati:[157][158]
La città del futuro: cortometraggio del 2013; diretto da Silvia Cascio, musiche di Carlo Poddighe.
Un qualunque posto fuori o dentro di te, Radio Edit: videoclip del 2018, frutto di una riedizione del brano di Gatto Panceri; diretto da Fabio Arrighini e Mauro Cartapani.[159][160]
Dieci: videoclip del singolo di Annalisa del 2021; diretto da Giacomo Triglia.
Alcuni scorci della città di Brescia compaiono anche in:
Un certo giorno (1967) di Ermanno Olmi in cui il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Brescia è luogo di incontro di amanti.
Sentirsidire (2011) del bresciano Giuseppe Lazzari, con un incipit panoramico che ci porta a guardare dall'alto Brescia Due, altre scene sono nel Parco Ducos e in piazzetta Vescovado.[161]
Nel 1927 venne fondata la rivista mensile "Brescia", che nel 1935 mutò intestazione in "Arengo";[169] tra i fondatori Bruno Torquati.[170]
Il quotidiano cittadino più letto nel territorio della provincia di Brescia è il Giornale di Brescia, grazie ad una diffusione di 33 652 copie.[171] Nato il 27 aprile 1945, dopo la seconda guerra mondiale, è edito dall'Editoriale Bresciana S.p.A., costituita due anni dopo la fondazione del giornale, nel 1947.
È stato primo organo di stampa del Comitato di Liberazione Nazionale, e secondo la descrizione fornita dalla direzione, l'obiettivo del quotidiano è quello di perseguire intenti di difesa dei valori della libertà e democrazia, favorire il progresso civile, culturale ed economico, ispirandosi a valori di tipo cristiano-cattolico.[172]
Il Giornale si è sempre mosso nell'area del liberalismo cattolico, con un orientamento politico moderato.
Bresciaoggi, è il secondo quotidiano edito in città, e fa parte del Gruppo Athesis (che tra gli altri controlla i quotidiani L'Arena e Il Giornale di Vicenza), tramite la sub-holding Edizioni Brescia S.p.A.[173] Il quotidiano si propone come organo di informazione e di opinione indipendente e libero, con l'obiettivo primario di riportare i principali avvenimenti di Brescia e Provincia. Il giornale si è distinto sin dalla sua nascita per le ampie e originali inchieste sui temi di maggiore attualità, consolidando lo stretto legame tre la realtà economica, culturale, sociale e storica di Brescia e della sua provincia.[174]
Il Brescia è stato (dal 2006 al 2010) il terzo quotidiano, per ordine di importanza, della provincia di Brescia. È stato fondato dal Gruppo E-Polis di Cagliari. Particolarità de Il Brescia, come del resto dei quotidiani targati E Polis era la formula free pay: gran parte dei giornali stampati venivano diffusi gratis attraverso le reti distributive commerciali (esercizi commerciali e ipermercati) mentre una minima parte era in vendita in edicola. In seguito a una crisi economica le pubblicazioni di tutte le testate locali del gruppo sono state sospese nel luglio 2010. La società ha dichiarato fallimento nel gennaio 2011.
Altri quotidiani da segnalare – dopo la chiusura delle edizioni bresciane dei giornali a diffusione free pay, ovvero City, InCittà,[176][177]Leggo, Metro – sono quelli disponibili in versione on-line, tra cui: BresciaToday (edito da Citynews), Bsnews (fondato nel 2007), Qui Brescia (da non confondere con il cartaceo), Brescia2.it, PrimaBrescia.it, Vallesabbianews.
Recentemente è stato completato il quartiere di Sanpolino, costituito da edifici costruiti in edilizia residenziale convenzionata ed il Borgo Wührer – particolare idea di quartiere interamente vietato alle auto, dato che dispone di un parcheggio sotterraneo di due piani – destinato ad abitazioni, ad uffici e ad attività commerciali e che è stato ricavato sul terreno dell'antica fabbrica di birra Wührer.
Sono in atto in città altre grandi trasformazioni urbanistiche da nord a sud. Tra esse, c'è il Comparto Milano, riqualificazione della zona industriale costruita un tempo a ridosso del centro storico, che presenterà l'apertura di nuovi musei ed alberghi. All'interno del comparto è stato realizzato il centro commerciale Freccia Rossa, inaugurato il 22 aprile 2008 e ora in ampliamento, considerato il primo vero centro commerciale sul suolo cittadino, affiancato a partire dal 2013 dal grattacielo Skyline 18.[182] Tuttavia, il Centro commerciale Frecciarossa ha chiuso nel 2023 ed è ora in grave stato di degrado.[183]
La nascita di Borgo San Nazzaro, progetto di riqualificazione dell'antico comparto cittadino dei Magazzini Generali posto nei pressi del quartiere Don Bosco, firmato da Daniel Libeskind, che, teoricamente, avrebbe previsto la nascita di un polo abitativo all'avanguardia, avrebbe dovuto comprendere anche un grattacielo.[184] Libeskind oltretutto era tra i progettisti della "Eb tower", la sede del gruppo Editoriale Bresciana che sarebbe dovuta sorgere in via Solferino, al posto della sede del Giornale di Brescia. Il progetto, tuttavia, è stato sospeso.[185]
Nei progetti di riqualificazione delle zone industriali è compresa anche la Torre Fuksas, una torre di quattordici piani a tre blocchi che prende il nome dal suo progettista, Massimiliano Fuksas, e che fa parte del complesso denominato 28 Duca d'Aosta.
A questi progetti in via di sviluppo, o di ultimazione, si aggiungono anche le migliorie al Comparto Fiera, denominato Brixia Expo, e la realizzazione delle Tre Torri, visibili dalla tangenziale, e situate in via Labirinto.
Sono in atto inoltre progetti per la riqualificazione di alcune delle cinque caserme della città,[186][187][188] il "Progetto Carmine", che prevede l'ammodernamento dello storico quartiere[189] popolare del centro storico, e il "Progetto Da Marte a Martina", tavoli di progettazione partecipata per la riqualificazione delle aree militari dismesse come Campo Marte e la Polveriera di Mompiano.[190]
Come gran parte dell'economia del nord Italia, il complesso bresciano è costituito soprattutto da piccole-medie imprese, con la presenza di grandi industrie, che vanno dal settore alimentare a quello metalmeccanico.
Agricoltura
La viticoltura è considerata il comparto agricolo più importante del sistema agroalimentare bresciano.
Il territorio comunale di Brescia rientra nella zona di produzione di diversi vini: una tipologia a denominazione di origine controllata e garantita, ovvero il Franciacorta,[191] tre vini DOC (Botticino,[192]Cellatica[193] e Curtefranca[194]) e un vino IGT (Ronchi di Brescia).[195]
Inoltre, nel centro storico della città, lungo il versante settentrionale del Colle Cidneo, si estende il vigneto urbano più grande d'Europa, chiamato Vigneto Pusterla,[196] caratterizzato dalla coltivazione dell'Invernenga, vitigno autoctono a bacca bianca presente a Brescia fin dall'epoca romana.[197][198]
La Confindustria locale, l'Associazione Industriale Bresciana (AIB), è stata la prima associazione industriale fondata in Italia il 14 aprile 1897.[199]
Secondo lo studio sulle province UE a maggiore vocazione produttiva commissionato da Fondazione Edison e Confindustria nell'anno 2016, Brescia risulta essere la prima provincia Europea per valore aggiunto dall'industria, un valore corrispondente a più di 10 miliardi di euro. A Brescia, sempre secondo questo studio, più del 30% degli occupati risulta essere concentrato nel settore industriale.[200]
Importante è la produzione di mezzi di trasporto, una su tutte l'OM, che ha sede sul territorio cittadino e produce i camion Iveco.
Degna di nota è la fabbrica di birra più antica d'Italia, la Wührer.
Servizi
Negli ultimi quaranta anni è aumentata l'importanza dei settori bancario, commerciale e della comunicazione. Tra le aziende cittadine più quotate vi è il gruppo A2A (frutto della fusione tra ASM Brescia, AEM Milano ed AMSA) e la Centrale del latte di Brescia, controllata dall'amministrazione cittadina.
Vi sono anche le filiali di banche ed attività finanziarie. Negli ultimi anni, a seguito del processo di aggregazione bancaria, la città ha perso la sede delle sue due principali banche: Bipop-Carire, parte del gruppo Unicredit, e Banca Lombarda, quest'ultima fusasi con la bergamasca Banche Popolari Unite per formare il gruppo UBI Banca, quarto gruppo bancario d'Italia, con numerose sedi di divisione nella città (fonte dati Il Sole 24 ore, Banca d'Italia), gruppo bancario che è poi stato fuso in Intesa SanPaolo. Il gruppo bancario più grande è attualmente Banca Valsabbina. Tra i finanzieri più importanti vanno ricordati Giovanni Bazoli (presidente di Intesa SanPaolo), ed Emilio Gnutti, Romain Zaleski e Giuseppe Camadini.
Settore sempre in via di sviluppo è quello della ristorazione, che a Brescia presenta 917 bar e 719 ristoranti,[201] che garantiscono un servizio turistico di tipo eno-gastronomico di tutto rispetto.
A sud della città è in funzione il più grande inceneritore d'Europa, realizzato e gestito dalla società A2A, che ha coniato per questa macchina il nome termovalorizzatore.[202][203] Esso è composto da tre unità di combustione, due alimentate con rifiuti e una con le cosiddette «biomasse», un termine il cui uso è però contestato dagli ambientalisti.[204] Grazie alla rete del teleriscaldamento è possibile produrre non solo energia elettrica ma anche recuperare energia termica in quantità rilevanti, convogliando il calore prodotto nella rete del teleriscaldamento, fino alle abitazioni dei singoli utenti.
La città, infatti, è stata la prima in Italia a dotarsi, nel 1972,[205] della rete di teleriscaldamento.
Turismo
Il settore turistico sta diventando sempre più importante per l'economia cittadina. Brescia negli ultimi anni ha infatti accresciuto la propria attrattività turistica, grazie alla sua recente iscrizione nella lista dei Patrimoni dell'umanità e alla vicinanza con i laghi di Garda e d'Iseo, che distano non più di 30 km. In 10 anni il numero di visitatori è aumentato del 72%, passando da 146 171 nel 2005[206] a 251 232 nel 2015.[207][208][209]
Tra le principali attrazioni di Brescia possiamo ricordare: il museo di Santa Giulia e le mostre ed iniziative da esso proposte, la zona archeologica del foro romano con il Capitolium e il castello di Brescia, oltre che la rinnovata pinacoteca Tosio Martinengo. Altri punti di interesse artistico-culturale della città sono le quattro piazze principali di Brescia – piazza Paolo VI di epoca medievale, con il duomo vecchio e il duomo nuovo, la rinascimentale piazza della Loggia, la piazza del Mercato e la razionalista piazza della Vittoria, inaugurata da Benito Mussolini e sormontata dal Torrione INA, considerato il primo grattacielo d'Europa costruito in cemento armato – collegate tra loro da portici, gallerie coperte e passaggi pedonali. Durante l'anno si svolgono diverse manifestazioni organizzate dalle varie associazioni del territorio (come, ad esempio, la Mille Miglia), che richiamano visitatori da fuori città.
Autostrada A4 Torino – Trieste – Strada europea: E55 – E64 – E70. (Caselli di Brescia Ovest, Brescia Centro e Brescia Est)
Autostrada A21 Torino – Brescia – Strada europea: E70. (Caselli di Brescia Centro e Brescia Sud nonché il relativo raccordo corda molle)
Autostrada A35 BreBeMi, aperta nel luglio 2014, che collega direttamente Brescia a Milano attraverso la A58 - TEEM. Da luglio 2014 a novembre 2017 la A35 (che prima prendeva avvio sulla SP19 nei pressi di Travagliato) era collegata alla tangenziale sud di Brescia tramite un raccordo gestito da Brebemi spa. Ora la A35 comincia nei pressi del "seppiolone", alla barriera di Castegnato (in uscita dalla A4), a ovest di Antezzate.
Tangenziali
La città di Brescia è dotata di un sistema di tangenziali:
la Tangenziale Sud, o tangenziale Alcide De Gasperi è la variante della ex Strada statale 11 Padana superiore, ora gestita dalla provincia, che aggira il centro abitato a meridione;
la Tangenziale Ovest è una strada comunale, classificata come urbana, che aggira l'abitato a occidente.
Quest'ultima, unita ad un tratto di via Oberdan e alla Tangenziale Montelungo, permette al traffico proveniente dalla Val Trompia (ex Strada statale 345 delle Tre Valli e via Triumplina) e diretto alle autostrade A4 e A21 di evitare il passaggio all'interno dei quartieri settentrionali e occidentali della città. Il precedente raccordo verso l'autostrada A35, aperto nel luglio 2014 all'estremo ovest della tangenziale sud (ovvero quando cambia da SPBS 11 a SPBS 510), da novembre 2017 non esiste più in quanto ora la A35 comincia proprio nei pressi: dal "seppiolone"[210][211] si stacca un brevissimo raccordo che porta alla vicina barriera A35.[212]
La doppia denominazione Brescia-Montichiari è dovuta proprio alla vicinanza che questa aerostazione ha con il centro della città, pur mantenendosi in territorio della provincia.
La città è dotata anche di una rete di trasporti pubbliciautomobilistici composta da sedici autolinee a servizio anche dei quattordici comuni dell'hinterland cittadino per un bacino d'utenza di 360 000 abitanti. Nel 2019, il numero di viaggiatori annuo è stato pari a 39,5 milioni.[215] Dal 2004, il servizio è svolto da un'ATI composta da Brescia Trasporti e da Arriva Italia che si è aggiudicata la gara indetta dall'amministrazione comunale.
Recependo la legge 278/1976, nell'aprile del 1977 il Comune fu riorganizzato in nove circoscrizioni, mentre i quartieri vennero mantenuti come sottodivisioni con finalità puramente statistiche. I primi consigli di circoscrizione furono nominati dal Consiglio comunale e rimasero in carica fino alle amministrative del 1980, quando i nuovi furono eletti direttamente dai cittadini.
Nel 2007, la Giunta Corsini decise di ridurre il numero delle circoscrizioni portandole a cinque, con le seguenti denominazioni: Nord, Centro, Est, Ovest e Sud.
Con le modifiche apportate dalla legge 42/2010, il Comune di Brescia fu costretto a sopprimere le circoscrizioni. I cinque consigli circoscrizionali, eletti nel 2008, rimasero in funzione fino alla naturale scadenza del Consiglio comunale, avvenuta nel giugno 2013.
Per non privare la città di una forma di governo di prossimità, nell'ottobre 2013 la Giunta Del Bono manifestò l'intenzione di voler restituire alcune funzionalità ai quartieri dotandoli di consigli, eletti dai cittadini, e di assemblee a partecipazione diretta. Nel luglio 2014 il Consiglio comunale votò a favore della proposta ed attuò alcune rettifiche di confine. In quell'occasione fu soppresso il quartiere di San Polo che venne sostituito da quattro nuovi quartieri: San Polo Case, San Polo Cimabue, San Polo Parco e Sanpolino. A fini statistici, i 33 quartieri sono stati radunati in cinque Zone che riprendono la precedente suddivisione delle cinque circoscrizioni.
A partire dal dicembre 2014[221][222][223] ognuno dei 33 quartieri della città è rappresentato da un consiglio di quartiere eletto direttamente dai cittadini che resta in carica cinque anni con funzioni consultive nell'interlocuzione con la Giunta comunale.
Di seguito il prospetto dei quartieri e delle circoscrizioni di Brescia (2007-2013):
Ha sede nel comune la società di atletica femminile Atletica Brescia 1950. Nel 1988 la società fu premiata con la Stella d’argento al merito sportivo del C.O.N.I., ha vinto più volte i campionati italiani in numerose categorie.[237]
In città si contano altre società di atletica leggera come il CSSR San Rocchino, la Brixia atletica 2014 e il CUS Brescia. in Città ha sede il comitato provinciale della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera).
A Brescia Sara Simeoni nel 1978 stabilì il record mondiale di salto in alto con 2 metri e un centimetro.
Calcio
Ha sede legale in città la società Brescia Calcio,[238] militante nel campionato di Serie B per la stagione agonistica 2023-24.
Brescia è stata sede della cosiddetta "Grande Partenza" del Giro d'Italia nell'edizione del 1983, con il via ufficiale della corsa dato il 13 maggio da via Vittorio Emanuele II alla volta di Mantova, dove si concluse la prima tappa con la vittoria dello svedese Tommy Prim.[240]
In totale, la città è stata sede di tappa della "Corsa Rosa" in trentasei occasioni (diciotto partenze e diciotto arrivi).[240] Pertanto, Brescia si colloca al tredicesimo posto nella classifica delle sedi di tappa più ricorrenti nella storia della corsa.[241]
Brescia è stata negli anni città di arrivo delle seguenti tappe del Giro d'Italia:
Oltre al Giro d'Italia, a Brescia e provincia dal 2001 è organizzato il Brixia Tour, una gara a tappe che si svolge ogni anno.
Cricket
La passione per il cricket, sport prediletto dagli inglesi, è cosa recente nel bresciano ed è dovuta all'immigrazione soprattutto di origine asiatica, pakistana e indiana. Dal 2014 è attiva la Janjua Cricket Club Brescia asd, un'associazione sportiva che conta oltre 50 iscritti ed affiliata alla FCrI Federazione Cricket Italiana e partecipa ai campionati nazionali. La prima squadra milita in serie A e nel 2018 ha vinto la Coppa Italia.
Ginnastica artistica
La società di Brixia Gym milita in Serie A1 da anni e detiene numerosi scudetti, di cui 8 vinti consecutivamente tra il 2003 e il 2010; è una tra le società più di spicco nel panorama della ginnastica artistica femminile, sia a livello italiano che europeo: ha annoverato tra le sue file le azzurre olimpioniche Francesca Morotti, Monica Bergamelli, Erika Fasana, Vanessa Ferrari. Ad oggi la squadra può vantare ben 20 scudetti. Tra le ginnaste parte del team vi sono Martina Maggio, Asia D'Amato, Alice D'Amato (membri della squadra che ha rappresentato l'Italia ai giochi olimpici si Tokyo 2021), Giorgia villa (campionessa olimpica giovanile), Angela andreoli (medaglia di bronzo al corpo libero agli europei del 2022) ma anche altre tra le ginnaste più rilevanti della nazione come Veronica Mandriota e Giorgia Leone.
La società Schermabrescia opera sul territorio bresciano dal 1987. Il bresciano Andrea Cassarà ha vinto l'oro nel fioretto individuale ai Mondiali 2011.
Mille Miglia
Punto di partenza e di arrivo della storica competizione d'auto d'epoca Mille Miglia, gara storica che si tiene normalmente nel mese di maggio su un tracciato variabile tra Brescia e Roma. Sono ammesse alla competizione le vetture prodotte prima del 1957, anno in cui, per motivi di sicurezza, fu sospeso lo svolgimento della versione originale delle Mille Miglia gara di velocità.
Altri sport
La città è sede della Cavallerizza Bettoni, una fra le più antiche società sportive equestri italiane.
Il CUS Brescia Baseball, unica squadra di baseball su tutto il territorio bresciano. Fondata nel 1987 e affiliata in seguito al Centro Universitario Sportivo. Dal 2015 militante nel campionato di Serie A federale.
Due campi da golf, uno vicino al centro cittadino il Brescia golfclub ed un secondo, nato negli anni ottanta, nel complesso sportivo Mario Rigamonti.
Oltre alla Mille Miglia, Brescia è coinvolta nell'automobilismo sportivo grazie alla Scuderia Italia, team che ha partecipato in Formula 1 dal 1988 al 1993, anno in cui è stata fusa alla Minardi.
Impianti sportivi
Lo stadio Mario Rigamonti è il principale stadio di Brescia, terreno di gioco interno del Brescia. La sua capienza, nel 2010, fu portata a 23 072 posti, grazie all'effettuazione delle opere di adeguamento dello stadio ai requisiti previsti dalla normativa vigente per gli incontri del campionato di Serie A 2010-2011. Fu così chiamato in memoria del giocatore bresciano Mario Rigamonti, militante nel Grande Torino e morto nella tragedia di Superga del 1949.
Il centro sportivo San Filippo è una struttura polifunzionale a Brescia, che comprende un Palazzetto dello sport, 3 campi da calcio a 11, 2 Campi da calcio a 7, 1 Campo da calcio a 6, 1 Campo da calcio a 5, 3 Campi da tennis in sintetico, 1 Campo da tennis in terra battuta, piscina coperta, piscina estiva all'aperto e altre strutture minori.
Il centro inoltre ospita la sede del Brescia Calcio, del Pallacanestro Brescia, del CONI, e di 17 Federazioni Sportive.
In passato ha ospitato le gare casalinghe del Basket Brescia e della Pallavolo Brescia, mentre nel ventunesimo secolo ospita quelle del Basket Brescia Leonessa, Pallamano Leonessa Brescia, e della Icaro Basket Brescia, società che partecipa alla Serie B di Pallacanestro in carrozzina.
Da tempo è in progetto la realizzazione di un nuovo polo sportivo cittadino. Durante la giunta comunale guidata da Adriano Paroli viene illustrato un progetto per la creazione di una "cittadella dello sport"[248] situato presso il Parco delle Cave a San Polo,[249] che comprende la costruzione di un nuovo stadio di calcio e di un palazzetto polifunzionale per pallacanestro e pallavolo. Quest'idea è stata successivamente abbandonata con l'insediamento della giunta Del Bono che ha optato per la sistemazione definitiva dell'ex impianto sportivo situato presso l'Ente Industriale Bresciano,[250] meglio conosciuto come "Eib", nel quartiere di Chiesanuova, in passato utilizzato per le partite casalinghe del Basket Brescia e della Pallacanestro Cantù tra gli anni settanta ed ottanta. La ristrutturazione del "ciambellone", così soprannominato per la sua forma rotonda, terminò nel Maggio 2018 dal nome di PalaLeonessa da 5.200 posti, capace di ospitare sia competizioni nazionali di pallacanestro e pallavolo, sia concerti musicali.[251]
Gli impianti natatori dove si pratica la pallanuoto sono il Centro Natatorio Lamarmora, per gli allenamenti e il Centro Natatorio Mompiano è il campo gara con 800 posti.
Gli impianti dedicati all'atletica Leggera sono il celebre 8 corsie Sandro Calvesi di via Morosini dove Sara Simeoni il 4 agosto 1978, conquistò il record del mondo (2,01 m) durante il meeting di atletica tra le nazionali di Italia e Polonia, L'altro impianto è il recentissimo campo di atletica 'Sanpolino' dedicato a Gabre Gabric 8 corsie in tartan situato in via Don Luigi Barberis nel quartiere di Sanpolino e gestito dalla FIDAL, Federazione Italiana di Atletica Leggera. Vi è inoltre in previsione la realizzazione di impianto indoor, il terzo in Italia dopo Ancona e Padova. Sarà realizzato nel quartiere di Sanpolino in adiacenza alla pista outdoor in modo da ottimizzare l'area a servizi del polo sportivo. Il palazzetto ospiterà un anello a 6 corsie da 200 metri e pista di velocità da 60 metri a 8 corsie e sarà in grado di accogliere fino a 480 persone, capienza che potrà essere ampliata portandola a circa 1000 spettatori. Il nuovo centro sarà destinato a più discipline sportive: atletica leggera, arrampicata e arti marziali.
^Giacomo Carlo Bascapè, Marcello Dal Piazzo, Insegne e simboli. Araldica pubblica e privata, medievale e moderna, p. 853, Ministero per i beni culturali e ambientali, Roma, 1999, ISBN 88-7125-159-8.
^Sul colle del Castello, su turismobrescia.it. URL consultato il 4 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2020).
^ab Franco Robecchi e Gian Paolo Treccani (a cura di), Piazza della Vittoria, Brescia, Grafo Edizioni, 1993.
^Brescia, una città sempre più verde (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 2 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
^ Società Editrice Athesis S.p.A, Ducos, l’area verde più antica e rigogliosa, su Bresciaoggi.it. URL consultato il 3 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2019).
^ Società Editrice Athesis S.p.A, «Brescia è un’isola felice per la cultura», su Bresciaoggi.it. URL consultato il 23 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2020).
^Divorzio da Goldin, arriva Cortenova, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 2 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2012).
^ Rossana Prestini, Vicende faustiniane, in AA.VV., La chiesa e il monastero benedettino di San Faustino Maggiore in Brescia, 1999, Brescia, Gruppo Banca Lombarda, La Scuola, p. 243, SBNCFI0459671.
^ Fedele Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. La Lombardia, 1929, Bergamo, p. 188.
^Le «biomasse», strettamente intese, avrebbero un potere calorifico molto inferiore a quello di cui necessita l'impianto bresciano per non andare in perdita. Per questo l'inceneritore fa uso di rifiuti speciali quali pulper di cartiera, continuando a chiamarli comunque «biomasse». Cfr. Marino Ruzzenenti, L'Italia sotto i rifiuti, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 120-124.
^Il teleriscaldamento è entrato in funzione nell'ottobre 1972 e serviva l'area sud di Brescia (quartiere Lamarmora), nel 2008 tutta l'area cittadina e alcuni comuni limitrofi sono allacciati al servizio di teleriscaldamento. Fonte: Sito A2AArchiviato il 22 ottobre 2008 in Internet Archive.
^Snodo di svincoli e raccordi (che dall'alto sembra una grossa seppia) sulla tangenziale nei pressi di Antezzate (poco a Sud della Mandolossa).
^ Società Editrice Athesis S.p.A, Società Editrice Athesis S.p.A, Brebemi e A4, la connessione brucia i tempi, su Bresciaoggi.it, 2017.11.12T02:48:40+0100. URL consultato il 21 agosto 2021.
^Mentre in precedenza il raccordo A35-tang. BS portava sino a Travagliato, ove cominciava la A35.
^ Giovanni Boccingher, Brescia andata e ritorno: le molte vite di una stazione, Brescia, 2016, p. 81.
^Treni e Tav, binari 10 e 11 attivati, traffico più fluido, in Giornale di Brescia, 12 dicembre 2018, p. 12.
^ Davide Bacca, Metro e bus, «boom» di passeggeri, in Giornale di Brescia, 21 febbraio 2020, p. 14.
^ Massimo Tedeschi, Il palazzo e la città. Storia del Consiglio comunale di Brescia (1946-2006), Brescia, Grafo Edizioni, 2008.
^(FR) sito ufficiale della città di Bouaké, su mairiebke.e-monsite.com. URL consultato il 20 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2014).
Danilo Allegri e Gaetano Panazza, Il Duomo Vecchio di Brescia, a cura della Banca San Paolo di Brescia, Brescia, 1974.
Francesca Morandini, Clara Stella, Alfredo Valvo, Santa Giulia. Museo della città di Brescia. L'età romana. La città. Le iscrizioni, Milano, Electa, 1998. ISBN 978-88-435-6711-9.
Franco Robecchi, Munita e turrita, La Compagnia della Stampa, Roccafranca, 2004.
Marina Braga e Roberta Simonetto, Entro le mura di Brescia romana, Brescia, IX Circoscrizione, 2005. ISBN non esistente
Matteo G. Caroli, Giovanni B. Sgritta, M. Cristina Treu, Brescia 2015: analisi e riflessioni sull'evoluzione della città e della provincia, Milano, Franco Angeli, 2005, ISBN 978-88-464-7202-1.
In neretto i capoluoghi di regione, in corsivo le città metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica la città metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.