A loro volta i vicariati sono raggruppati in due zone pastorali: la zona pastorale "Costa" si estende sui vicariati di Massa e di Carrara; la zona pastorale "Lunigiana" comprende gli altri quattro vicariati.
Storia
L'odierna diocesi nasce dall'unione di due precedenti sedi vescovili di recente istituzione: la diocesi di Pontremoli, sorta nel 1797, e quella di Massa, eretta nel 1822.
Diocesi di Pontremoli
Il territorio che in seguito andò a costituire la diocesi di Pontremoli faceva parte fin dall'antichità della diocesi di Luni, denominata Luni-Sarzana dal 1465, anche se dal 1133, con l'erezione della diocesi di Brugnato, alcuni enti ecclesiastici dipesero da quest'ultima; a partire alla metà del XVII secolo questo territorio fu annesso da Ferdinando II de' Medici al Granducato di Toscana.
La diocesi di Pontremoli, chiamata dioecesis Apuana nella bolla di istituzione, fu eretta il 4 luglio 1797[1] con la bolla In suprema di papa Pio VI, e resa suffraganea dell'arcidiocesi di Pisa. Il territorio della nuova diocesi fu costituito da 123 parrocchie, quasi tutte sottratte alla diocesi di Luni-Sarzana, eccetto tre che appartenevano alla diocesi di Brugnato, i cui vescovi avevano avuto sede proprio a Pontremoli per due secoli, tra il 1302 e il 1502.[4]
Nello stesso anno il papa definì anche il numero e le dignità concesse al capitolo della cattedrale di Santa Maria Assunta, chiamata Santa Maria del Popolo.[5] L'anno successivo le parrocchie di Seravezza furono scorporate da Pontremoli ed assegnate all'arcidiocesi di Pisa.[6]
Il 17 dicembre 1853 con la lettera apostolica Dum universi gregispapa Pio IX dispose che la diocesi di Pontremoli cedesse 59 parrocchie alla diocesi di Massa e ricevesse come compensazione 17 parrocchie dalla stessa diocesi di Massa: Casola, Argigliano, Codiponte, Casciana, Ugliancaldo, Monte dei Bianchi, Equi Aiola, Monzone, Vinca, Tenerano, Cecina, Madrignano, Calice ossia Castello di Calice, Santa Maria ossia Pieve di Calice, Borseda e Veppo. Tuttavia, questo scambio di parrocchie doveva avere effetto alla prima sede vacante e nel 1855 le 17 parrocchie che erano appartenute alla diocesi di Massa passarono sotto la giurisdizione della diocesi di Pontremoli. Nel 1872 il vescovo di Pontremoli Michelangelo Orlandi ottenne dalla Santa Sede un decreto, datato 20 maggio, con cui si sospendeva l'attuazione della lettera apostolica del 1853, evitando di cedere le 59 parrocchie alla diocesi di Massa. Nel 1899 il vescovo di Massa Emilio Maria Miniati scrisse alla Santa Sede, illustrando che le 17 parrocchie erano state cedute per compensazione, ma la sua diocesi non aveva mai ricevuto le 59 parrocchie per cui la compensazione era stata prevista, chiedendo che l'effetto della sospensione richiesto dal vescovo di Pontremoli riguardasse anche la cessione delle 17 parrocchie, già avvenuta nel 1855. Papa Leone XIII accolse la richiesta del vescovo di Massa e il 9 febbraio 1901 con il decreto Apostolicis litteris la Sacra Congregazione Concistoriale stabilì che 17 parrocchie fossero restituite alla diocesi di Massa.[7]
Nel 1855 la diocesi di Pontremoli si ampliò incorporando tre parrocchie che erano appartenute alla diocesi di Luni-Sarzana e due che erano appartenute alla diocesi di Brugnato.[senza fonte]
La novità rispondeva ad una chiara richiesta politica del Ducato di Massa di avere una propria diocesi. L'anno successivo il nuovo papa Leone XII aggiunse altre parrocchie, comprese nel vicariato di Garfagnana e nel priorato di Castiglione, che erano appartenute all'arcidiocesi di Lucca.[14]
Nel dicembre 1853, in forza della bolla Dum universi di papa Pio IX, la diocesi di Massa si ampliò incorporando altre 9 parrocchie che erano appartenute all'arcidiocesi di Lucca e costituenti il vicariato di Gallicano.[5] Per effetto dello stesso decreto dal 1855 al 1901 cedette 17 parrocchie alla diocesi di Pontremoli.[15][7]
Il 20 luglio 1939 mutò nome in "diocesi di Apuania" (in latino: Dioecesis Apuaniensis), in seguito alla nascita l'anno precedente del comune di Apuania, che univa quelli di Massa, Carrara e Montignoso. Questa nuova denominazione fu mantenuta fino al 30 settembre 1986 quando tornò al nome di dioecesis Massensis.[16]
Nel 1959 furono cedute le 12 parrocchie in provincia della Spezia alla diocesi di Brugnato; contestualmente furono annesse alla diocesi di Massa le parrocchie di San Nicola di Caprigliola e di San Martino di Albiano Magra, appartenute dal 1955 alla diocesi della Spezia e in precedenza a quella di Pontremoli.[17]
Nel 1970 il vescovo Aldo Forzoni spostò la residenza vescovile dall'antico palazzo nel centro di Massa al seminario vescovile; l'antica sede ospita oggi il museo diocesano e l'archivio storico della diocesi.
Sedi unite
Il 23 febbraio 1988 è stata stabilita la plena unione delle due diocesi; la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale e ha avuto come primo vescovo Bruno Tommasi, già vescovo di Pontremoli.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 207.050 persone contava 203.500 battezzati, corrispondenti al 98,3% del totale.
anno
popolazione
presbiteri
diaconi
religiosi
parrocchie
battezzati
totale
%
numero
secolari
regolari
battezzati per presbitero
uomini
donne
diocesi di Apuania (Massa Carrara)
1949
198.000
200.000
99,0
269
234
35
736
?
?
216
1959
196.070
196.500
99,8
251
215
36
781
49
387
212
1970
203.290
203.454
99,9
229
192
37
887
46
354
218
1980
204.495
205.505
99,5
214
178
36
955
46
303
222
diocesi di Pontremoli
1950
70.000
70.000
100,0
178
156
22
393
28
113
132
1970
39.970
40.000
99,9
138
123
15
289
17
109
132
1980
37.540
37.560
99,9
123
109
14
305
16
66
132
diocesi di Massa Carrara-Pontremoli
1990
237.073
238.560
99,4
272
232
40
871
62
339
352
1999
199.691
200.971
99,4
206
157
49
969
14
52
270
246
2000
198.000
199.354
99,3
180
147
33
1.100
14
38
268
246
2001
197.775
199.375
99,2
182
154
28
1.086
18
38
252
246
2002
200.710
201.800
99,5
187
160
27
1.073
18
36
286
246
2003
198.000
200.000
99,0
174
143
31
1.137
18
35
234
246
2004
197.000
199.000
99,0
172
138
34
1.145
18
40
231
244
2013
200.390
205.770
97,4
144
120
24
1.391
26
30
190
244
2016
201.000
206.750
97,2
125
103
22
1.608
28
26
182
244
2019
201.820
206.050
97,9
119
99
20
1.695
30
23
166
244
2021
203.500
207.050
98,3
125
107
18
1.628
28
20
160
244
Note
^abQuesta è la data riportata dall'Annuario Pontificio. Il Bullarii romani continuatio (vol. X, pp. 87-94) riporta la data del 1787 (millesimo septingentesimo octuagesimo septimo), confermata da Eubel (Hierarchia catholica, I, p. 92). Dello stesso parere la Camaiani e l'autore della voce su Beweb. Secondo Cappelletti questa data è sbagliata, e quella corretta sarebbe 1797 (millesimo septingentesimo nonagesimo septimo); dello stesso parere Gams.
^Appartengono alla diocesi di Massa Carrara-Pontremoli le parrocchie di Santa Maria Assunta a Albareto, di Santa Maria Assunta a Buzzò e di San Michele Arcangelo a Gotra. Le altre parrocchie del territorio comunale appartengono alla diocesi di Piacenza-Bobbio.
^L'elenco delle 123 parrocchie si trovano nella bolla In suprema pubblicata da Cappelletti. Le tre parrocchie appartenute alla diocesi di Brugnato erano quelle di San Pietro di Pontremoli, di Santa Maria di Teglia e di San Lorenzo di Zeri. (Cappelletti, XVI, p. 240). La stessa bolla assegnò alla diocesi di Brugnato l'isola di Capraia, sottratta alla diocesi di Massa-Populonia (Cappelletti, XVI, pp. 241-242).
^Bolla Cum nostrarum del 18 settembre 1798. Mariano Lallai, Vicende ecclesiastiche della Versilia Settentrionale, in «Studi Versiliesi», XVII (2010-2011), p. 33.
^(LA) Sacra Congregazione Concistoriale, Decreto Cum postulatum, AAS 47 (1955), pp. 518-519. Quattro anni dopo queste due parrocchie furono annesse alla diocesi di Massa.
^La diocesi è sempre documentata con il nome latino di dioecesis Massensis. Gli Annuari Pontifici dell'Ottocento riportano il nome italiano di diocesi di Massa di Carrara; negli Acta Apostolicae Sedis appare anche il nome di diocesi di Massa Carrara, fino alla modifica del 1939.
^La bolla elenca le parrocchie in base alla suddivisione civile di appartenenza, e cioè 15 parrocchie nel ducato di Massa, 12 nel principato di Carrara, 28 nella provincia della Garfagnana Estense, 56 nella provincia della Lunigiana Estense e 1 nella repubblica di Lucca.
^Dal sito ufficiale della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli.
^L'Enciclopedia Treccani (voce Italia, sezione culti, volume XIX, p. 920) dice espressamente che papa Pio VII "istituiva ancora Massa Ducale, già istituita da Pio VI nel 1797 e organizzata definitivamente da Leone XII", poi però, parlando della diocesi di Ogliastra, la definisce "altra promessa del predecessore" non chiarendo bene se fossero state erette canonicamente.
^Decreto della Congregazione per i Vescovi del 14 gennaio 2003 menzionato nel decreto del Presidente della Repubblica, che riconosce gli effetti civili di questo cambiamento, del 28 maggio 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 162 del 13 luglio 2004, pp. 4-5.
^Nominato arcivescovo titolare di Edessa di Osroene; il 2 febbraio successivo fu nominato internunzio apostolico di Costarica, Nicaragua e Honduras. AAS 9 (1917), p. 158.
Mariano Lallai, Da Luni a Massa Carrara – Pontremoli – il divenire di una Diocesi fra Toscana e Liguria dal IV al XXI secolo. Parte I (La Diocesi di Luni), Voll. I-II-III, Modena-Massa, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, 2000 (in collaborazione con Giacomo Franchi); parte II (M. Lallai, La Diocesi di Brugnato), Voll. IV-V, Modena-Massa, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, 2008; Parte III (M. Lallai, La Diocesi di Lucca), Voll. VI-VII-VIII, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, Modena-Massa, 2015
(LA) Bolla In suprema, in Bullarii romani continuatio, Tomo X, Romae, 1845, pp. 87–94