La struttura del partito è di tipo federale, con sede centrale a Strasburgo, e si articola in sedi nazionali presenti in venti Stati membri dell'Unione Europea[1].
Lo scopo di questo partito è di promuovere la lingua internazionaleesperanto a livello europeo come seconda lingua di tutti gli Stati membri (per facilitare la comunicazione diretta tra gli europei) ed allo stesso tempo di renderla lingua ausiliaria ufficiale dell'intera Unione europea per facilitare i contatti tra i membri di paesi differenti.
(EO)
«La lingva politiko, kiun proponas nia listo «Eŭropo, Demokratio, Esperanto», signifas pli da justo, da egaleco; signifas respekton de la diverseco kaj konservado de la eŭropa kultura specifeco; ĝi signifas dekoblan ekonomian efikecon, sen granda kosto. Ĝi estas, pere de esperanto-lernado, tre bona enkonduko al efika lernado de aliaj lingvoj; fine ĝi estas alveno de civitana Eŭropo, solidara kaj efika.»
(IT)
«La politica linguistica che propone la nostra lista, «Europa Democrazia Esperanto», significa una maggiore giustizia ed uguaglianza; significa rispetto della diversità e della conservazione delle specificità culturali europee; significa decuplicare l'efficienza economica, senza grandi costi. Costituisce un ottimo avviamento, tramite l'apprendimento dell'esperanto, all'apprendimento efficace di altre lingue; infine, costituisce l'avvento di un'Europa civile, solidale ed efficiente.»
(Programma ufficiale)
Oggi EDE si struttura a livello europeo e lotta per l'uguaglianza dei cittadini nell'Unione Europea.
L'EDE e il movimento esperantista
In seno al movimento esperantista, l'attivismo politico dell'EDE ha suscitato un documentato dibattito, che vede contrapposti i fautori dell'assoluta neutralità politica del movimento e i sostenitori di un maggiore attivismo degli esperantisti anche sul piano partitico ed elettorale[2].
Alcuni esperantisti vorrebbero che l'EDE rinunciasse alla sua neutralità politica (vedi SAT). Altri, al contrario, vorrebbero una neutralità politica più forte e reclamano per questa ragione la dissoluzione dell'EDE. Quest'ultima afferma però di posizionarsi al di sopra dei dibattiti, dichiarando che l'esperanto non è un'idea politica ma uno strumento indispensabile alla democrazia per permettere il dibattito politico. Ci sono inoltre degli esperantisti che criticano EDE affermando che l'esperanto è una lingua internazionale e che adottarla attraverso le elezioni europee rischierebbe di bloccare le riforme d'internazionalizzazione di questa lingua ad un vocabolario essenzialmente europeo.
Risultati elettorali
Elezioni europee
Il partito non mira a raccogliere un numero elevato di voti ma vuole approfittare delle elezioni per far conoscere l'esperanto al grande pubblico e proporlo come lingua comune ausiliaria dell'Unione Europea, in affiancamento alle lingue nazionali[3]. Sul piano strategico, l'obiettivo di EDE è sollecitare i partiti di massa a interessarsi della questione linguistica, secondo il modello operativo inaugurato dalle liste ecologiste[4].
EDE, che ha presentato delle liste in sette delle otto grandi circoscrizioni elettorali francesi, ha ottenuto in tutto, in occasione dello scrutinio del 13 giugno 2004, 25.259 voti, cioè circa lo 0,15% dei voti totali.
Alle successive elezioni europee (2009) il partito si è presentato in Germania (circoscrizione unica nazionale) e in Francia (in otto circoscrizioni). Nel primo Paese ha ottenuto 11.772 voti, pari allo 0,045%, nel secondo invece 28.944, pari allo 0,17%.
Alle elezioni europee del 2014 si è presentato in tutte le circoscrizioni francesi sotto il nome di «Espéranto, langue commune équitable pour l’Europe», ottenendo 33.115 voti (0,17%).
Alle elezioni legislative in Francia del 2012 i suoi candidati Jérémy Bizet e Robert Baud hanno ottenuto rispettivamente lo 0,90% e lo 0,32% dei voti: il primo nell'undicesima circoscrizione degli Yvelines e l'altro nella prima circoscrizione dell'Alta Garonna.
^Cfr.: C. MINNAJA, L'esperanto in Italia. Alla ricerca della democrazia linguistica, Il Poligrafo, 2007, pag. 105 (nota 389). <<In Francia alle ultime elezioni si è presentato un "partito esperantista", non promosso, anzi osteggiato, dall'Unione Francese per l'Esperanto, timorosa che il qualificarsi politicamente come esperantisti potesse nuocere all'immagine dell'esperanto in Francia e quindi potesse ostacolare il lavoro dell'Unione stessa. Come era facilmente prevedibile tale partito non conquistò nessun seggio, ma comunque raccolse un numero di voti che era circa il decuplo degli esperantisti francesi organizzati. Evidentemente il concetto di una lingua ausiliare neutrale attrae di più a livello elettorale che non a livello di adesione ad un'associazione; e comunque l'essere presenti sulle schede elettorali in più circoscrizioni significa essere stati notati e osservati molto di più di quanto normalmente succeda con altri manifesti o altre attività.>>
^Dati ufficiali definitivi. Fonte: (FR) Elections européennes 2019, su Ministère de l'Intérieur (Ministero dell'Interno francese). URL consultato il 15 giugno 2019.