Da anni ha buoni rapporti con i centri sociali veneti, in particolare con quello di Marghera.[1][2] Nel 2000 si candida per la prima volta a Sindaco di Venezia per la sinistra radicale sostenuto da Rifondazione Comunista e Federazione dei Verdi, ottenendo il 16,5% e arrivando terzo senza accedere al ballottaggio tra Paolo Costa del centrosinistra e Renato Brunetta del centrodestra. Nello stesso anno è eletto consigliere regionale del Veneto per la Federazione dei Verdi, nella circoscrizione di Venezia.
Nel 2010 si candida alle Primarie del centrosinistra per la scelta del candidato Sindaco di Venezia sostenuto dai Verdi e da SEL classificandosi con il 35,57% al secondo posto superato dal candidato appoggiato dal PD il professor Giorgio Orsoni al 46% (al terzo si piazza l'ex deputata e sottosegretaria di stato e assessore comunale Laura Fincato al 18,62% sostenuta dai Socialisti). È Assessore all'Ambiente del Comune di Venezia nella Giunta Orsoni fino al 2014. Nel 2015 si candida presidente della Municipalità di Marghera per il centrosinistra, e viene eletto grazie a 4.416 voti pari al 38,46%[3]. Nel 2020 viene eletto consigliere comunale del Comune di Venezia nella lista “Verde Progressista”, nella coalizione di centro sinistra per Pier Paolo Baretta sindaco, con 751 preferenze.
Dal 2021 fa parte del Consiglio federale nazionale di Europa Verde[4].
Opere
Gianfranco Bettin, Radici e percorsi della protesta giovanile, Padova, Cleup, 1983.
Gianfranco Bettin, Qualcosa che brucia, Milano, Garzanti, 1989
Gianfranco Bettin, Dove volano i leoni: fine secolo a Venezia, Milano, Garzanti, 1991, ISBN8811650704.
Gianfranco Bettin, L'erede. Pietro Maso, una storia dal vero, Milano, Feltrinelli, 1992.
Gianfranco Bettin, Giovanni Benzoni, Paolo Cacciari, Venezia derubata: idee e fatti di un ventennio, 1973-1993, Roma, pubblicato come supplemento a Avvenimenti, 1993.
Gianfranco Bettin, Sarajevo, maybe, Milano, Feltrinelli, 1994.
Gianfranco Bettin, Laguna mondo, Portogruaro, Nuova Dimensione, 1997, ISBN8885327834.