« V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto. » ( Giovanni 5,2-4, su laparola.net.)
Quest'ultimo versetto, relativo all'angelo che agitava l'acqua, non è riportato nei manoscritti più antichi e migliori del Vangelo secondo Giovanni e quindi si ritiene sia un'aggiunta successiva al testo originale[3][4][5]; gli esegeti curatori de La Sacra Bibbia illustrata CEI[6] sottolineano che "probabilmente si tratta di una glossa[7], che voleva spiegare in maniera popolare le virtù guaritrici dell'acqua.".
Gesù chiede quindi ad uno di questi infermi, che era malato da trentotto anni, se vuole guarire. Ed egli risponde:
« Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me » ( Giovanni 5,7, su laparola.net.)
e Gesù lo guarisce.
Subito dopo nasce la discussione con i Giudei perché Gesù non ha osservato il riposo del sabato compiendo la guarigione.
Note
^Gv 5,1-18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 1243, ISBN 88-399-0054-3.
^Bibbia TOB, Nuovo Testamento Vol.3, Elle Di Ci Leumann, p. 308, 1976.
^Bart Ehrman, Misquoting Jesus, The story behind who changed the Bibble and why, HarperOne, 2005, pp. 98, 266, ISBN 978-0-06-085951-0.
^La Sacra Bibbia illustrata Vol. 4. Nuovo Testamento, Versione ufficiale CEI, Mondadori, p. 182, 2010.
^Un'annotazione interlineare o marginale presente in manoscritti biblici, posta a scopo esplicativo del brano da un copista e a volte inglobata poi nel testo stesso (cfr. anche Vocabolario Treccani).