San Martino di Lupari è una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 20 giugno 1984.[6]
Stemma
«Campo di cielo, alla quercia attraversata alla base dal lupo digrignante, movente dal cespuglio posto nel fianco sinistro dello scudo, e addestrata dal cacciatore vestito di pelli, nell'atto di colpire con la lancia posta in banda la bocca del lupo, il tutto al naturale, nodrito e movente dalla campagna di verde; all'orlo di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Gonfalone
«Drappo troncato di rosso e d'azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di San Martino di Lupari.»
«Cittadina dell'alta padovana, durante le tragiche giornate della Guerra di Liberazione, subì la perdita di suoi cinquantacinque concittadini, caduti eroicamente vittime di una delle più feroci rappresaglie da parte delle truppe naziste. Ammirevole esempio di coraggio, di spirito di libertà e di amor patrio. San Martino di Lupari (PD), 29 aprile 1945» — 21 aprile 2005[7]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Ex chiesa di San Martino e Casa canonica: situate nella piazzetta del paese, la Chiesa è stata progettata nella prima metà del Settecento dal veneziano Giorgio Massari ed è affiancata da un alto campanile di origini seicentesche (1603). La facciata è semplice, ottocentesca, decorata solo da lesene ed è sormontata da un frontone sobrio. L'interno riflette la semplicità della facciata ma di notevole interesse storico sono le iscrizioni in latino poste sui muri che sono testimonianza dell'antica storia dell'edificio. La Casa Canonica presenta un'elegante facciata che ricorda, nella struttura e nei delicati decori, le tradizionali ville venete. È opera dell'architetto Giorgio Massari[8].
Chiesa di San Martino Vescovo: la sua realizzazione è relativamente recente, fu iniziata infatti nel 1927 e consacrata nel 1958. Fu realizzata da Luigi Candiani che le diede un aspetto basilicale e maestoso. L'interno, diviso in tre navate con absidi, è stato decorato prevalentemente a mosaico. Nelle navate laterali sono conservati due altari settecenteschi decorati da sculture e marmi, appartenenti alla chiesa preesistente. La chiesa possiede diverse cappelle: la cappella del Sacro Cuore, decorata da un affresco di Bruno Saetti; la cappella del Crocifisso, che Pino Casarini abbellì con i suoi affreschi nel 1949; la cappella della Tempesta, decorata dai graffiti dell'artista Angelo Gatto. Lo stesso artista che ha decorato quest'ultima cappella è autore anche dei mosaici che decorano l'abside (Cristo Re e Teoria di santi) e le navate laterali (la Via Crucis). Il tempio contiene, inoltre, un grande organo Mascioni del 1924[8].
Musei
Il Museo civico di arte contemporanea custodisce un centinaio di opere della corrente costruttivista risalenti al periodo tra il 1970 e 1980.
Il Museo Umbro Apollonio è una mostra permanente di pittura, unica in Italia per il suo indirizzo preciso: il movimento artistico del Costruttivismo dal 1960 ai nostri giorni. Il museo è sorto nel 1981 per volontà dell'amministrazione comunale che acquisì le opere che si erano affermate alle "Biennali d'Arte Contemporanea" organizzate a San Martino di Lupari. La denominazione "Umbro Apollonio" venne scelta in omaggio al critico d'arte che maggiormente aveva legato il suo nome all'approfondimento di questa tendenza artistica e che ne aveva divulgato le idee, sia come docente universitario che come critico militante e direttore della Biennale di Venezia. La collezione conta 96 opere di 77 artisti italiani, tra i quali il luparense Edoer Agostini. Tra gli artisti stranieri figurano i francesi Yves Millecamps e François Morellet, lo svizzero Hans Jörg Glattfelder, gli argentini Hugo Demarco, Antonio Asis e Horacio García Rossi e lo spagnolo Francisco Sobrino. La collezione ha sede nella sala consiliare del Palazzo Municipale.
Le Vae de Campretto e I Fionchi de Lovari sono aree di particolare interesse paesaggistico.
Le Motte, in località Campagnalta, sono resti di un antico insediamento dell'età del Bronzo; alcuni studiosi lo ipotizzano un osservatorio.
La Luparense San Paolo Football Club, nata nel 1965 come San Paolo Padova a Padova e trasferitasi a San Martino di Lupari nel 2015. Vantava alla stagione 2015-2016 sei campionati di Serie D. È stata la prima squadra calcistica cittadina. Nel giugno del 2016 cede il titolo sportivo alla Vigontina di Vigonza.
Esisteva inoltre anche una squadra di calcio a 5 femminile la Lupe Calcio a 5, che militava in Serie A, attiva dal 2004 al 2016.
^ Gianna Marcato, Fu così che tentammo di suicidare il dialetto. Confessioni di parlanti del Novecento veneto, in Lingue e dialetti nel Veneto, vol. 3, Padova, Unipress, 2005, p. 35.
^San Martino di Lupari, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 5 luglio 2023.