Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 6 giugno 1966.[5]
«Di rosso, al leone d'oro, alla banda d'azzurro, attraversante. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il leone dorato vuole ricordare la feudalità del territorio sotto il dominio delle famiglie degli Estensi, dei Contarini, dei Cornaro, dei Morosini e dei Mocenigo, che qui costruirono le loro residenze di villeggiatura e che si fermavano in questi luoghi per praticare la caccia e la pesca.
La banda azzurra rappresenta il fiume Adige che segna il confine meridionale del comune con la provincia di Rovigo.
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
Il paese è compreso in una zona agricola ed artigianale, un tempo acquitrinosa e di mulini, compresa in un'ansa dell'Adige bonificata e rettificata dai Veneziani tra seicento e settecento. Di rilievo sono nel capoluogo la chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate ed il secentesco oratorio di S. Antonio da Padova, con pala d'altare di un anonimo veneziano del '700; nella frazione Valli Mocenighe la chiesa parrocchiale dell'Annunciazione, ampliata nel 1870 e consacrata nel 1876[6] ed il Palazzo Mocenigo, costruito dall'omonima famiglia nobile.
Nel 1993 viene introdotta l'elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini, secondo quanto riportato nella legge n. 81 del 25 marzo dello stesso anno. Di seguito vengono riportati i sindaci di Piacenza d'Adige dal 1995 ad oggi.[8]