Seveso
Seveso (AFI: [ˈsɛːvezo], Seves in dialetto brianzolo, AFI: [ˈseːves]) è un comune italiano di 23 988 abitanti della provincia di Monza e della Brianza in Lombardia. Geografia fisicaIl Comune di Seveso è situato circa 21 km a nord di Milano, 18 km a sud di Como, 12 km a nord-ovest di Monza, nella bassa Brianza. Il Comune di Seveso confina a nord e ad nord ovest con il Comune di Barlassina, a nord est con il Comune di Meda, a est con il Comune di Seregno e a sud con quello di Cesano Maderno e a ovest con il Comune di Cogliate. Geologia e geomorfologiaIl territorio comunale si basa su quattro terrazzi pianeggianti e subpianeggianti. Partendo da est, si trova il livello fondamentale della pianura assimilata alla piana fluvioglaciale della glaciazione würm. Su questo terrazzo sorgono il quartiere Meredo, verso Meda e la frazione di Baruccana, verso il quartiere Molinello di Cesano. Continuando verso il centro con un orlo di terrazzo di 5–10 m, troviamo l'alluvione attuale dei fiumi Seveso e Certesa. Qui sono siti il centro città e a nord la frazione di San Pietro. Nella zona nord-orientale lungo la strada comasina verso Barlassina è presente un terrazzo intermedio della glaciazione Riss separato dall'alluvione attuale con un orlo di 10–15 m. Infine nella zona occidentale del comune si trova il terrazzo più alto d'origine più antica (della glaciazione Mindel) rialzato con una scarpata di 25–30 m al contatto con l'alluvione post-glaciale, al confine con Cesano Maderno, mentre di 10–15 m al contatto con la piana fluvioglaciale rissiana al confine con Barlassina. Sempre di natura fluvioglaciale è molto più ondulato per via dell'erosione fluviale dei torrenti di villa Dho, Comasinella e Garbogera. L'altitudine di Seveso varia dai 208 m s.l.m. ai 220 m nella porzione orientale (221 m tenendo conto della collina della vasca ICMESA), dai 203 m s.l.m. ai 215 m nella porzione centrale della piana attuale, dai 215 m ai 225 m nella piana intermedia e dai 217 m ai 239 m s.l.m. sull'altopiano. Sommariamente quindi, dai 203 m ai 239 m. IdrografiaSeveso è attraversata da tre corsi d'acqua principali: l'omonimo fiume Seveso, Certesa e Garbogera. Il Certesa che nascendo da Montorfano come "Terrò" scende per Cantù, Mariano Comense, Cabiate e Meda, sfociando nel Seveso a Cesano Maderno, raccogliendo le acque di numerosi altri torrenti provenienti dall'altopiano di Meda. Essa lambisce alla sua sinistra il Bosco delle querce. Il fiume Seveso nasce a Cavallasca e attraversa da nord a sud il territorio comunale. Passa dal centro della città e della porzione meridionale alla sua destra raggiunge la statale dei Giovi, appena a fianco della scarpata dell'altopiano. Il torrente Garbogera, la cui sorgente è a Lentate, scorre all'estremo ovest del comune. Ha un andamento sempre nord-sud e scavando nella sua piccola valle, interrompe l'altopiano ondulandolo di pochi metri verso l'alveo. Un altro torrente importante è la Comasinella. Nato sempre a Lentate, raccoglie le acque di numerose altre rogge, tra cui quella di villa Dho con foce a Cesano Maderno. Passa per il centro del quartiere Altopiano, dividendolo a metà. Entrambi i torrenti Comasinella e di Villa Dho rendono l'altopiano meno pianeggiante creando dei dossi ben visibili. StoriaI primi insediamenti nei luoghi dell'attuale città di Seveso risalgono all'epoca Gallo-Romana. Le origini del nome sono legate all'omonimo torrente, e sono ad oggi ignote. La denominazione “Seveso” ha origine celtica, e potrebbe indicare (nel caso del centro abitato) la sua collocazione fra due corsi d’acqua. Durante la demolizione dell'antico campanile a torre avvenuta nel 1895 furono infatti ritrovate cinque are testimonianti la presenza di insediamenti militari romani già nel terzo secolo a.C. Fin dalla sua costruzione l'odierna Statale dei Giovi era intervallata da stazioni di sosta, e la presenza a Seveso di una di queste stazioni ha consentito all'insediamento di essere abitato ininterrottamente. Con il crollo dell’Impero Romano in Occidente molti abitanti della penisola cercarono rifugio e protezione in aree rurali, abbandonando le città: Mediolanum non fece eccezione, ed è probabile che anche Seveso abbia avuto un seppur minimo incremento demografico. La prima documentazione scritta su Seveso risale invece all'anno 996: in un documento conservato presso l'Archivio Antona Traversi di Meda e datato 10 dicembre 996 si parla di "Ecclesia sita in Seuse". Sempre al X secolo risalgono le prime documentazioni riguardo alla Pieve di Seveso, e un primo abbozzo di censimento della popolazione: entro l'XI secolo, Seveso contava circa 150 abitanti. Nel 1252 due sicari della setta dei Catari uccisero con un falcastro l'inquisitore domenicano Pietro da Verona, il quale stava combattendo l'eresia dei Catari allora dilagante in Lombardia. Uno degli assassini si convertirà e prenderà successivamente i voti. Pietro venne santificato da Papa Innocenzo IV nel 1253 con il nome di San Pietro martire da Verona e sul sito della sua uccisione venne edificata una chiesa a lui dedicata. Tuttavia il corpo venne traslato nella Chiesa di Sant'Eustorgio di Milano e oggi è conservato in una splendida arca posta nella Cappella Portinari. A Seveso, nella cripta della Chiesa del Seminario, è invece conservato il coltello che uccise il Santo. L'attuale santuario fu costruito nel 1627 per volontà della famiglia Arese. Il paese fu colpito da due ondate di peste, una nel 1524 e una nel 1576. Nel 1869, a seguito del riordino amministrativo conseguente all'Unità d'Italia, ripetendo un medesimo atto dell'età napoleonica, al comune di Seveso venne accorpato quello di Barlassina, decisione invisa ad entrambe le popolazioni. Così nel 1901 con Regio Decreto Barlassina sarà ricostituito in comune autonomo. Negli anni '30 dell'800 fra Seveso e Lentate furono effettuati degli studi riguardo alla costruzione di una ferrovia che collegasse Milano con Monza. Dopo il successo di questa ferrovia si progettò di affiancare la Statale dei Giovi con una ferrovia che, partita da fuori Milano presso Porta Volta, raggiungesse Como; il capoluogo lariano fu raggiunto nel 1875, ma lungo la direttrice per Monza. A Seveso la ferrovia fu aperta nel settembre 1879: a quell’epoca il comune risultava diviso in vari agglomerati, di cui l’odierno quartiere San Pietro Martire risultava il più vicino alla stazione; la stazione di Seveso prese pertanto il nome “San Pietro Martire”, mantenuto fino al XX secolo. Il 10 luglio 1976 l'area di Seveso e di alcuni comuni vicini fu contaminata da una nube tossica contenente elevate quantità di diossina sprigionatasi in seguito ad un incidente verificatosi nel confinante comune di Meda, ma in prossimità dell'abitato di Seveso, presso gli impianti chimici della società elvetica ICMESA, appartenente al gruppo Givaudan-La Roche. Una parte consistente degli abitanti dell'area fu evacuata, pari al 10% dell'intera popolazione comunale. Le avvisaglie del disastro erano state avvertite dai cittadini negli anni precedenti, quali morte di piccoli animali domestici come galline e gatti senza che ci fosse alcun intervento. Per questo incidente il nome di Seveso è legato alla direttiva europea 96/82/CE, che impone il censimento di tutti i siti industriali ad alto rischio. Con D.P.R del 18 giugno 2003 al Comune di Seveso viene conferito il titolo di Città. Nel 2009 è passato dalla Provincia di Milano alla Provincia di Monza e Brianza. SimboliLo stemma del Comune, iscritto nel libro Araldico degli enti morali e riconosciuto dal regio decreto del 9 dicembre 1937, riporta la seguente blasonatura:[6] «Inquartato: al primo d'azzurro, al castello d'argento; al secondo di cielo, all'apostolo San Pietro dalla veste d'azzurro e manto di rosso, tenente in palo le chiavi, passante su una campagna di verde; al terzo di verde, alla banda ondata d'argento; al quarto d'azzurro, all'ara romana sormontata da una fiamma. Ornamenti esteriori da Città.» Il castello probabilmente testimonia un'antica fortezza un tempo esistente sul territorio; la figura di san Pietro è tratta da un antico stemma relativo alla "Comunità di Seveso" riprodotto a pagina 325 del volume I dello Stemmario Cremosano; la banda ondata d'argento allude al fiume Seveso, è stata ripresa dall'emblema della comunità, riprodotto nel Codice Araldico istituito da Maria Teresa nella seconda metà del Settecento e conservato nell'Archivio di Stato di Milano; l'ara romana sormontata da una fiamma ricorda le cinque are romane rinvenute a Seveso durante gli scavi di ampliamento della chiesa prepositurale, esattamente sotto il vecchio campanile, abbattuto nel 1895.[7] Il gonfalone è un drappo di rosso.[8] Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Venne eretta come chiesa nel XIV secolo accanto alla casa che ospitava la comunità del secondo ordine degli Umiliati (laici che emettevano i voti religiosi). Passò poi ai Domenicani (ordine a cui apparteneva San Pietro da Verona); nel 1662 fu ristrutturato e la casa ampliata e trasformata in convento. Sequestrata dai francesi durante la rivoluzione e dopo questa restituita alla Chiesa, passo all'arcidiocesi di Milano. A seguito dell'Anno Santo della Misericordia del 2015, il Santuario viene elevato a chiesa giubilare.
La Parrocchia Prepositurale Plebana dei SS. Gervaso e Protaso è una tra le più antiche comunità Cristiane della Diocesi Ambrosiana. Si può assai ragionevolmente collocarne le origini nel V secolo. Tra l'VIII e il IX secolo la Parrocchia dei SS. Protaso e Gervaso divenne capo della Pieve di Seveso. Seveso era ancora capo-pieve nel XVI e XVII secolo. Le pievi e le loro funzioni oggi sono confluite negli attuali decanati. L'antica chiesa resistette per alcuni secoli finché nel 1515 il Prevosto Baldi la ricostruì dalle fondamenta e così durò sino a quando nel 1845 il Prevosto Rimoldi vi aggiunse le due navate laterali. Nel 1895 si allungò la chiesa verso il Fiume Seveso, con il Prevosto Sirtori, si abbatté il vecchio campanile e si costruì l'attuale. La chiesa fu poi consacrata dal Beato Cardinal Andrea Ferrari, Arcivescovo di Milano il 18 agosto 1923. Le più importanti realizzazioni successive, in tempi a noi recenti, furono l'oratorio femminile (attuale cappella dell'Immacolata), l'oratorio maschile per iniziativa del Prevosto Mons. Cav. Corradi, la casa del coadiutore (Prevosto Mons. Cereda), il Centro parrocchiale e il rinnovo liturgico dell'arredo interno della chiesa (Prevosto Mons. Castiglioni), l'ammodernamento della Canonica (Prevosto Mons. Piatti), il rifacimento dell'impianto acustico e la messa in opera di impianto video da parte del Prevosto Pirotta.
Architetture civili
Aree naturali
Altro
Disegnato da Luigi Maderna per commemorare i caduti sevesini della prima guerra mondiale, il monumento ha una forma di obelisco. È formato da blocchi in granito rosa di Baveno con decorazioni in bronzo; originariamente era posizionato in viale Vittorio Veneto prima del ponte sul torrente Seveso. Venne inaugurato il 10 ottobre 1920 e trasferito nel 1928 davanti all'ingresso del "Campo delle Oche" (il vecchio cimitero comunale dismesso nel 1924 a seguito della costruzione della nuova struttura). La statua raffigurante la Madonna che regge un caduto è stata realizzata dal Professor Nardo Pajella e l'ultima riorganizzazione della piazzetta del monumento è stata progettata dall'architetto Roberto Pajella (figlio dell'artista).
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[10] Etnie e minoranze straniereSecondo le statistiche ISTAT[11] al 1º gennaio 2016 la popolazione straniera residente nel comune era di 1 738 persone, pari al 7% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[11] CulturaLa Biblioteca Civica "Villa del Sole" di Seveso fa parte del Sistema Bibliotecario "BrianzaBiblioteche"[12]. Di grande interesse culturale scientifico è l'Osservatorio Astronomico "Città di Seveso". Geografia antropicaLocalitàIl comune di Seveso è suddiviso nelle seguenti cinque località, di cui tre ex frazioni o comuni indipendenti; ad oggi non sono presenti frazioni, come visibile sullo statuto del comune.[1]
EconomiaCome testimoniano le numerose cascine ancora presente sul territorio, l'economia di Seveso è storicamente legata all'agricoltura e all'allevamento oltre che alla lavorazione del legno. Nel 1884 viene attivato, in prossimità della stazione, lo stabilimento tessile Schwarzenbach. ArtigianatoNel settore dell'artigianato è ancora diffusa e rinomata l'antica lavorazione e realizzazione di mobili in stile.[13] Infrastrutture e trasportiFerrovieIl comune è attraversato dalla linea ferroviaria Milano-Asso, gestita da FerrovieNord. La stazione di Seveso è servita dai treni delle linee S2 e S4 del servizio ferroviario suburbano di Milano e dei treni regionali Milano-Asso. Nel febbraio 2006 è stato riattivato il sevizio passeggeri anche lungo tratto ferroviario Seveso-Camnago-Lentate, fermo da diversi decenni. La stazione di Seveso è situata nel centro della città ed è dotata di interscambio con il servizio autobus dell'azienda Air Pullman s.p.a. Dal 9 dicembre 2012 è stata riattivato il servizio passeggeri sulla linea ferroviaria Saronno-Seregno (in precedenza usato perlopiù da treni merci), dotando il comune di una seconda stazione, presso la località di Baruccana in via Montecassino. È stato realizzato anche un sottopassaggio veicolare e ciclo-pedonale proprio in corrispondenza della nuova fermata, eliminando il preesistente passaggio a livello. Mobilità urbanaLa autolinea Z115 Saronno - Seregno, gestita da Air Pullman s.p.a., passa per Baruccana, Seveso-Corso Isonzo, Seveso Comune-stazione, Seveso-Corso Garibaldi. Amministrazione
SportLa squadra di calcio locale è la Ba.Se. 96 Seveso: fondata nel 1996 mediante fusione dell'A.S. Seveso (primo club cittadino, attivo dal 1909) con il F.B.C. Baruccana, vanta quale maggior successo della propria storia la partecipazione alla Serie D 2007-2008. Suoi colori sociali sono il rosso e il verde; sede delle gare interne è lo stadio Enrico Colombo, capace di 1 200 spettatori. Altra società cittadina di rilievo è l'A.S.D. Club Altopiano Baseball Softball (C.A.B.S.), attualmente militante nella Serie C di baseball. Nel 1977, anno successivo a quello in cui avvenne il disastro di Seveso, il comune ospitò la partenza della settantunesima edizione del Giro di Lombardia di ciclismo. Note
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