Esteso lungo la Riviera del Brenta, e per questo caratterizzato dalla presenza di numerose ville venete (fra tutte spicca villa Pisani), Stra è noto anche a livello economico per la presenza di numerosi calzaturifici.
Stra si estende su una superficie di 8,78 km² ed è composto di tre centri abitati: Stra (capoluogo), San Pietro e Paluello. Il territorio del comune si estende per la maggior parte (San Pietro e Paluello) lungo la riva destra del Naviglio del Brenta, solo una piccola parte, cioè il capoluogo, è situata sulla sponda sinistra.
I confini del comune, alquanto irregolari, seguono in parte l'antico corso del fiume Brenta prima che questo, nel 1857, venisse deviato. Così subito a ponente della piazza del capoluogo si estende Noventa Padovana (e in particolare la località Oltrebrenta), Vigonovo si incunea tra Stra e San Pietro, mentre Fiesso d'Artico si estende al di là del limite nordorientale del parco di villa Pisani.
Storia
Età romana
Il toponimo deriva chiaramente dal latinostrāta, "strada lastricata", come toponimo documentato fino dall'anno 1105; originariamente tale nome definiva la zona dell'attuale San Pietro,[5] in seguito esteso all'intero territorio (nel medioevo e in tutta l'età moderna il nome dell'attuale Stra era Fossolovara, interpretabile come "fosso dei lupi" o in alternativa come "fosso dei lovi", ovvero di piante palustri[non chiaro]). In epoca romana, infatti, la zona era attraversata dalla strada militare Emilia-Altinate, costruita dal console Marco Aurelio Lepido per congiungere Padova ad Altino ed Aquileia. Allora il territorio di Stra doveva essere centuriato e quindi predominavano le attività agricole.
Medioevo
Nel medioevo Stra subì gravi danni a causa delle varie invasioni barbariche, poi dal XVI secolo la storia del paese si legò a quella di Padova e coinvolta nelle numerose guerre con la vicina Venezia; le dispute vertevano su questioni di confine e sui diritti vantati sulle acque del Brenta. Stra venne quindi dominata dagli Ezzelini ed in seguito passò sotto la signoria di Milano per effetto del trattato fra Venezia e i Visconti. Stra venne sottratta alla dominazione viscontea dai padovani, condotti da Francesco da Carrara.
Dominio veneziano
Nel XVI secolo, finita la guerra della Lega di Cambrai, Stra divenne a tutti gli effetti territorio veneziano. La sua posizione e la sua propensione all'agricoltura resero Stra una località ideale per i soggiorni dei nobili della Serenissima, che edificarono lungo la Riviera del Brenta le ville più belle: di importanza nazionale la grandiosa Villa Pisani, magnifica e regale costruzione settecentesca, eretta su progetto di Girolamo Frigimelica e poi rivista da Francesco Maria Preti. La villa, finemente affrescata da Giambattista e Giandomenico Tiepolo e da Mengozzi Colonna, rappresenta uno dei maggiori patrimoni architettonici italiani.
Il servizio pubblico di collegamento con Padova e Venezia è svolto con autocorse ACTV.
Fra il 1885 e il 1954 nella cittadina fu presente inoltre una stazione della tranvia Padova-Malcontenta-Fusina, gestita dalla Società delle Guidovie Centrali Venete (gruppo Società Veneta) che assieme al Brenta stesso dava origine ad un sistema di trasporti integrato a ricordo del quale permane il toponimo "via della Stazione".
^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006.
^Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 753.
^ R. De Felice, Mussolini il duce, tomo 1, p. 496.
«Ad organizzare l'incontro fu l'allora vicecancelliere del Terzo Reich, Franz von Papen (il vice di Hitler). Motivo dell'incontro, avvenuto a Villa Pisani, fu la difficile situazione politica nell-Austria pre-Anschluss. I due dittatori ebbero un colloquio di un paio d'ore senza la presenza di un traduttore, l'atmosfera fu molto tesa e non si giunse a niente di concreto. Mussolini non fu ben impressionato dalla personalità del Führer.»
^ A.A. Rota, La diplomazia del ventennio. Storia di una politica estera, pp. 92-93.
«L'atmosfera del colloquio fu molto tesa anche a causa delle differenti concezioni politiche dei due paesi: la Germania hitleriana aspirava (come avvenne poi il 12 marzo 1938 con il famoso "Anschluss") ad annettere al proprio territorio lo stato austriaco per ricostituire la "Grande Germania", l'Italia al contrario si opponeva a questa soluzione per evitare una pericolosa ingerenza tedesca lungo i confini nazionali del Brennero, all'epoca del colloquio ancora condivisi con l'autonomo stato austriaco. Il partito fascista finanziava incessantemente nel frattempo esponenti del governo austriaco quali il cancelliere cristiano-sociale Dollfuss ed il principe Ernst Rüdiger Starhemberg, strenui oppositori del nazional-socialismo tedesco, dei comunisti e simpatizzanti l'ideologia fascista.»