L'alliaria (Alliaria petiolata (M.Bieb.) Cavara & Grande) è una pianta perenne (biennale), ermafrodita, della famiglia delle Brassicaceae,[1] alta oltre un metro, quasi glabra con odore di aglio molto persistente. Si dice che tale odore permanga anche nel latte delle mucche che se ne cibano[senza fonte].
Etimologia
Il nome del genere deriva dall'odore di aglio che si sprigiona strofinando le foglie, l'epiteto specifico si deve al lungo picciolo, in latino petiolus.
Descrizione
La forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn): ossia è una piante a ciclo biennale (bienne) con gemme poste a livello del terreno (emicriptofita).
Il fusto (solo epigeo; quello ipogeo è praticamente assente), è pubescente, eretto alto fino a 100–120 cm, poco ramificato oppure ramificato solo in alto. È presente una minima peluria localizzata alla base del fusto.
Foglie
Foglie inferiori: sono abbastanza grandi (fino a 15 cm) e rugose; lungamente picciolate (1 – 3 cm) e cordate (a forma di cuore, ma anche ovato-triangolari), con lamina dentata in modo ottuso. Dimensioni medie: larghezza 7 – 8 cm; lunghezza 10 cm. Evidenti nervature reticolari.
Foglie superiori: sono più piccole dalla forma romboidale.
Il colore delle foglie è grigio-verde e sono lievemente lucide; sono inoltre assenti alla fioritura.
Infiorescenza
L'infiorescenza è peduncolata (da 5 a 30 cm) a racemocorimboso terminale semplice o poco ramificato. I fiori sono disposti a grappolo e sono al massimo una decina.
L'impollinazione avviene per mezzo di farfalle (anche notturne) e api. In Europa più di 60 specie di insetti e funghi la utilizzano come fonte di sostentamento, incluso anche le larve di alcuni lepidotteri.
La fioritura avviene normalmente tra maggio e luglio, spesso con periodicità biennale.
Frutti
Il frutto è una stretta capsula slanciata e patente (siliqua eretta, tetragonale), bivalve-trivalve, lunga 5 cm circa e spessa 2 mm.
I semi sono piccoli, neri e allungati.
Distribuzione e habitat
La zona d'origine è paleotemperata, per cui è diffusa in Europa, Asia (in Cina e India settentrionale.fino all'Himalaya); ma anche nell'Africa del Nord.
In Italia è comune e la si trova nella boscaglia in mezz'ombra e nei boschi umidi di latifoglie, o comunque ricchi di azoto e sostanze organiche (pianta sinantropa), a quote comprese fra 0 e 1700 ms.l.m.. È presente sia nella zona marina (rara) che montana (comune). È assente in Sardegna.
Tassonomia
Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Brassicaceae all'ordineCapparales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Brassicales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella a destra).
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del genere Alliaria era chiamata anche Crociferae e a volte Cruciferae.
Il genere Alliaria comprende una o due specie a seconda che gli autori considerino o no Alliaria officinalis sinonimo di Alliaria petiolata.
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
L'Alliaria contiene principi attivi utili in fitoterapia (olii essenziali, glucosidi ed enzimi) per le sue proprietà vulnerarie, espettoranti, diuretiche.
I semi, dal vago sapore e profumo di senape, possono essere usati per stimolare l'appetito, ma anche come vermifughi e revulsivi. Mentre i fiori si impiegano contro l'asma, le foglie come depurative diaforetiche.
Si può preparare come infuso, succo, cataplasma e lozione. L'olio essenziale (simile a quello dell'aglio) si ricava dalle radici.
Industria
È utilizzata per produrre diversi coloranti.
Cucina
Le foglie della pianta possono essere usate in cucina nelle insalate. In Inghilterra è abbastanza comune utilizzarla per insaporire i sandwich. Sembra che siano più digeribili di quelle dell'aglio.
I giovani getti primaverili, assieme ad altre verdure, possono essere usati per preparare minestre. Arrostiti vengono usati anche in torte salate o nelle piadine.
Altre parti usate: fiori, frutti e semi (simili alla senape).
Nel Medioevo si usava nella carne salmistrata, per coprire l'odore sgradevole dopo qualche settimana di conservazione.