Amedeo Maiuri nacque a Veroli (all'epoca Provincia di Roma, oggi Provincia di Frosinone) da Giuseppe, che in quella città era procuratore, ed Elena Parsi; frequentò il ginnasio presso il collegio scolopioConti-Gentili di Alatri, poi per un breve periodo studiò da autodidatta nella città paterna di Ceprano, quindi a seguito di esame fu ammesso nel liceo Visconti di Roma.[1]
Iscrittosi alla facoltà di Lettere alla Sapienza, fu allievo di Nicola Porta, con il quale discusse una tesi in letteratura bizantina sul poeta Teodoro Prodromo, e di Federico Halbherr, che gli consigliò di partecipare ad un concorso per un posto nella scuola archeologica di Roma e d'Atene. Divenuto ispettore al Museo nazionale di Napoli, si trasferì nella città partenopea.[2] Nel periodo tra il 1913 e il 1924 fu incaricato di dirigere la Missione archeologica italiana di Rodi, nell'Egeo, assumendo la carica di direttore del museo archeologico di Rodi e sovraintendente agli scavi nel Dodecanneso. Scavò in quegli anni, in particolare, a Kalymnos, jalissos e anche lungo la vicina costa turca, come ad Alicarnasso.[1]
In Campania scavò e restaurò i siti di Cuma, Pozzuoli, Baia, Paestum, Liternum, riprendendo il disseppellimento di Ercolano, dal 1927, e della Regio I di Pompei.[4]
Durante la Seconda guerra mondiale si prodigò per mettere in salvo le collezioni dai bombardamenti alleati[5], e cercò di salvaguardare gli scavi di Pompei da attività militari, ma senza riuscire ad evitare che i bombardamenti alleati su Napoli provocassero gravi danni. Pur essendo stato coinvolto nel regime fascista in quanto alto funzionario pubblico, membro della Regia Accademia d'Italia, collaboratore per l'organizzazione della Mostra Augustea della Romanità del 1937, Maiuri attraversò indenne le epurazioni postbelliche, e fu anzi nominato, dal Governo Badoglio, reggente della Direzione generale Antichità e Belle arti, ma solo per pochi mesi, fino alla presa di Roma da parte degli alleati.[1]
Per quanto riguarda i Campi Flegrei si ricordano gli scavi di Maiuri a Cuma, dove sotto l'Acropoli si credette di identificare l'antro della Sibilla cumana (1932), l'inizio dello scavo sistematico del vasto comprensorio che è oggi il Parco Archeologico di Baia e sempre a Baia, nel 1959, l'avvio delle esplorazioni subacquee delle costruzioni sommerse dal bradisismo già in epoca antica[1], gli scavi a Liternum per tentare di trovare la villa e la tomba di Scipione l'Africano.
Ad Ercolano Maiuri fece scavare dal 1927, abbandonando, come a Pompei, il metodo settecentesco dei cunicoli: dalle ricerche riemerse l'intera città (per quanto non occupato da costruzioni), e i risultati furono pubblicati nel 1958.[1]
A lui fu intitolato l'omonimo "Centro Archeologico Internazionale" di Ercolano, attivo sino al 1980 e ospitato all'interno della storica Villa Ravone, oggi nota come Villa Maiuri.
A Pompei fu poi dedicata, negli anni, una fittissima e costante attività, volta ad esplorarne i confini[6], a connettere gli scavi già effettuati, a sgomberare la terra di riporto che era stata accumulata ai margini ed ostruiva la visione del sito, a restaurare strutture, a creare attrezzature per la fruibilità come l'Antiquarium, le biglietterie, i giardini ripiantumati, l'illuminazione. Alla fine del suo lavoro, solo un terzo della città rimaneva non scavato.[1]
^Le opere d'arte e le collezioni archeologiche furono inviate, nel 1943, a Montecassino, da dove furono fortunosamente trasferite, ad opera dei tedeschi, in parte a Roma e in parte a Spoleto. Si veda qui, per una breve sintesi.
^Alla periferia della città, fra l'altro, Maiuri completò e pubblicò lo scavo della Villa dei Misteri.
Bibliografia
U. Pappalardo (a cura di), Il fondo bibliografico di Amedeo Maiuri: libri, carteggi e cimeli di un grande archeologo, Napoli 2009
1954 Francesco Cedrangolo, Silvio Garattini, Tommaso Lucherini, Pietro Valdoni · 1957 Michele Arslan, Ida Bianco, Vittorio Erspamer, Ezio Silvestroni, Luigi Villa · 1959 Sergio Abeatici, Luigi Campi, Raoul De Nunno, Francesco Morino, Gian Franco Rossi, Alberto Zanchetti · 1961 Giovanni Marcozzi · 1963 Vincenzo G. Longo · 1965 Enrico Greppi · 1967 Giovanni Felice Azzone