Nato e cresciuto a Faenza, iniziò a lavorare come giornalista per La Voce Repubblicana. Approdato nel 1957 a Il Resto del Carlino, allora diretto da Giovanni Spadolini, esercitò la critica letteraria per 50 anni su terze pagine ed elzeviri apparsi regolarmente sul Resto del Carlino, Nazione, Gazzetta del Sud. Negli ultimi anni scrisse per il Corriere della Sera.[1]
Collaborò sempre con la Nuova Antologia di Firenze, con un sodalizio che si è protratto per 51 anni. Scrisse anche per Il Mondo e Bell'Italia di Mondadori. Fu per decenni membro delle giurie dei maggiori premi letterari in tutta Italia (Campiello, Strega, Lanciano, Basilicata, ecc.).
Fu collaboratore di Nuova Antologia, La Nazione, Studi Romagnoli, Gazzetta del Sud, Corriere della Sera e Quotidiano Nazionale. Nella sua lunga carriera, non si limitò a esercitare con sapienza la critica letteraria nella mitica e ormai scomparsa Terza pagina (di cui per lungo tempo ha anche curato materialmente la confezione disegnandone i menabò): la sua curiosità lo portò a intervenire spesso e con acume sui fatti di cronaca di tutti i giorni, dall'ultima tendenza della moda alla partita di calcio.
Inoltre condusse trasmissioni sulla radio nazionale e fu ospite fisso di un programma RAI condotto da Gigi Marzullo e dedicato ai nuovi romanzi degli scrittori italiani.
Attento osservatore di tutto quanto succedeva nella società italiana, non trascurò mai la piccola ma viva realtà faentina, rimanendo sempre a stretto contatto con i maggiori esponenti dell'arte e della letteratura della sua città: da Carlo Zauli a Francesco Serantini, da Domenico Matteucci all'amico Filippo Monti.