Giuseppe Bonaviri è il primo dei cinque figli di don Nanè, sarto, e di donna Giuseppina Casaccio, casalinga.
Frequenta le scuole a Mineo e la sua passione poetica, come afferma lo stesso Bonaviri, viene alimentata dall'atmosfera magica che aleggiava intorno ad una pietra, detta della poesia, che si trovava presso Camuti (altopiano famoso per il suo villaggio preistorico). Intorno alla pietra, fino alla fine del 1850, prima dell'Unità d'Italia, si riunivano numerosi poeti provenienti da ogni parte della Sicilia, per gareggiare scrivendo e recitando versi.
Dopo aver conseguito nel 1949 la laurea in medicina presso l'Università di Catania, svolge il servizio di leva come sottotenente medico a Casale Monferrato. Qui scrive il suo primo romanzo, Il sarto della stradalunga, che è anche quello a cui Bonaviri è più legato.[2]. Il romanzo ottiene grande approvazione da parte di Elio Vittorini e viene pubblicato nel 1954 da Einaudi nella nuova collana "I gettoni".
Trasferitosi a Frosinone, lavora come medico cardiologo, cercando di conciliare la sua attività professionale con la scrittura. Diviene assiduo frequentatore della locale galleria d'arte "La Saletta", ove trattiene proficui rapporti culturali con artisti, letterati e giornalisti che la frequentano. Partecipa puntualmente alle mostre d'arte che vi si organizzavano ciclicamente, animandone il vivace dibattito culturale[3][4]. Nel Pioniere del 1960 al nº 15 e nel 1961 al nº 3 vengono pubblicati due suoi racconti.[5][6]
Scrive numerosi romanzi nei quali rappresenta il piccolo mondo di Mineo, sempre attento a cogliere la dimensione magica e arcaica della natura: Il fiume di pietra nel 1964, Notti sull'altura nel 1971, L'enorme tempo nel 1976, Novelle saracene nel 1980, L'incominciamento nel 1983, È un rosseggiar di peschi e d'albicocchi nel 1986, Ghigò nel 1990, Il vicolo blu nel 2003.
Ha anche pubblicato raccolte di poesie: Il dire celeste nel 1976, O corpo sospiroso nel 1982, L'asprura nel 1986, I cavalli lunari nel 2004.
Nel 2006 ha pubblicato Autobiografia in do minore. Nel 2007 si è raccontato nel documentario Bonaviri ritratto di Massimiliano Perrotta.
Nel 1998 gli studiosi Enzo Zappulla e Sarah Zappulla Muscarà hanno pubblicato Bonaviri inedito, biografia dello scrittore con ricca appendice di inediti bonaviriani tra i quali il romanzo giovanile La ragazza di Casalmonferrato.
Fu sposato con Raffaella Osario, originaria di Marcianise, da cui ebbe due figli, Giuseppina ed Emanuele.
Opere
Il sarto della stradalunga, Torino, Einaudi, 1954.
La contrada degli ulivi, Venezia, Sodalizio del Libro, 1958.
Nel 2009, dopo la sua scomparsa, nasce su volontà dei familiari il Centro Studi Internazionale Giuseppe Bonaviri, con lo scopo di mantenere viva la sua Memoria in Italia e nel mondo.
L'Archivio di Giuseppe Bonaviri è stato incluso, dal 16 luglio 2010, fra gli Archivi di personalità dichiarati dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio (Ministero della cultura) «di interesse storico»[15], parte integrante del patrimonio culturale della comunità nazionale[16][17].
Nel 2017 a Frosinone gli viene intitolata la casa della cultura[18].
Nel 2024 Mineo il Ministero della Cultura ha celebrato il primo centenario della nascita di Giuseppe Bonaviri[19].
Curiosità
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La stampa ha spesso accreditato Bonaviri come uno dei favoriti al conseguimento del Premio Nobel per la letteratura, cui è stato candidato per molti anni raggiungendo anche la rosa dei tre finalisti.[20]
Nel 2005 lo scrittore piantò un tiglio sulle rive del lago ungherese Balaton, lungo il "Viale dei Poeti", in occasione della vittoria di un premio internazionale dedicato a Salvatore Quasimodo.[21]
È considerato uno dei poeti e scrittori italiani più tradotti all'estero nella seconda metà del '900.
Varie sue opere teatrali sono state messe in scena; tra le più note Giufà e Gesù presso lo Stabile di Catania (2001) e L'oro in bocca presso il Teatro Biondo di Palermo (2007).
Nel 2007 è stato girato un documentario, Bonaviri ritratto, che ritrae l'omonimo scrittore.
Note
^Giuseppe Quatriglio, "Addio a Giuseppe Bonaviri", Giornale di Sicilia, Palermo, 23 marzo 2009.
^Intervista a Bonaviri, TG1, edizione delle ore 1.30, 2007/07/07
^Ida Scandura, Bonaviri festeggia da catanese i suoi ottant'anni. Ieri la consegna della cittadinanza onoraria, "La Sicilia", Catania, 13 luglio 2004, p.37.